Seta Hi-tech. Il bacco è tratto: è rosa

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L'articolo, di Mauro Anelli, è tratto da <<Leggo>> dell'8 aprile 2011


A volte le soluzioni per evitare di danneggiare il pianeta sono sotto il nostro naso e non le vediamo. Come buttare in terra una cartaccia con un cestino a pochi metri. Tra gli esempi virtuosi. newscientist. com ci informa che a Singapore la dott.ssa Natalia C. Tansil ha gridato eureka quando i suoi bachi da seta hanno cominciato a sparare chilometri di filamenti, rosa shocking.


Una scoperta apparentemente minore, ma che ha le carte in regola per trasformarsi in farfalla. La ricercatrice infatti sottolinea la facilità del metodo che si basa su una dieta di gelsi e coloranti fluorescenti, evitando gli inquinanti processi industriali di tintura. Ma ci lascia anche intravedere la possibilità di creare tessuti dalle caratteristiche antibatteriche e antiallergiche, o addirittura anticoagulanti.
Insomma, il baco è tratto. E se questa intuizione venisse applicata anche alla lana, potremmo cominciare a vedere sgambettare sui prati pecore multicolor. Se poi gli allevatori hanno anche il pallino per gli alimenti Ogm, brucheranno tra pomodori quadrati e girasoli larghi come ombrelloni. Psichedelia a parte, va precisato che i cinesi, allevando bachi da seimila anni, avevano già fatto qualche tentativo empirico.

Un'antica ricetta prevedeva infatti una dieta di foglie di cavolo per produrre seta verde. Sicuramente la dott.ssa Natalia ha il merito di aver acceso una lampadina sulla possibilità di usare un po' di estro e razionalità per migliorare il mondo, ma in fondo ha fatto una scoperta del cavolo.