L'ultimo nocchiero manovra un "Leonardo"

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MESTIERI - Giuseppe Crevenna e la macchina progettata dal genio

Da 15 anni traghetta passeggeri sull'Adda. Un lavoro antico e faticoso che non ha eredi. La prima corsa alle 7. Avanti e indietro, estate e inverno, nel silenzio del fiume. Quando la corrente non basta, è la sua forza l'unico motore. Ce lo spiega Francesco Arrigoni in un articolo sul Corriere della Sera del 2.11.2007.

Moderno Caronte, da quindici anni tutti i santi i giorni guida il traghetto grazie alla forza delle braccia e della corrente del fiume, e grazie al genio di Leonardo da Vinci. Non sull'Acheronte o sullo Stige, ma sull'Adda. Si chiama Giuseppe Crevenna ed è l'ultimo nocchiero lombardo, l'unico a manovrare l'ultimo traghetto sull'Adda. Un traghetto a sua volta unico al mondo, realizzato sul modello di quello che sembra sia stato progettato da Leonardo, e raffigurato nel Codice Atlantico del 1513.

nocchiero

Si tratta di due barche unite tra di loro da un pianale, e sopra un palo con due cilindri che scorrono intorno a una corda fissata tra le due rive del fiume. La forza della corrente, per mezzo del timone, si scarica sulla corda e spinge la barca da una parte all'altra della riva.

Classe 1948. Crevenna ha vinto 15 anni fa l'appalto del Comune di Imbersago (proprietario del traghetto) e da allora gestisce il collegamento tra le due sponde dell'Adda. Imbersago in provincia di Lecco e Villa d'Adda in provincia di Bergamo. Ogni mattina alle sette in punto, estate e inverno, apre il lucchetto della sbarra e parte con la prima corsa, avanti e indietro fino alle sette di sera (d'estate fino alle dieci). I suoi clienti sono operai che vanno al lavoro e tanti turisti. Tragitto breve: 3/4 minuti per percorrere 80 metri, nell'assoluto silenzio.


Se il livello del fiume è alto, il traghetto fila via, se il livello è basso. Crevenna deve metterci del suo: con un ferro aggancia la corda d'acciaio. puntando i piedi sulla barca tira con tutta la forza delle braccia e si sbilancia da una parte per aumentarla.

Per questo lui scruta il tempo. Quando la neve sulle montagne in primavera si scioglie e l'Adda si gonfia, sorride felice. Ma d'estate, quando l'Adda cala, deve faticare. Uno sforzo che in certe giornate estive diventa titanico: 150 corse al giorno hanno lasciato tanti calli sulle mani.

Già perché Crevenna c'è sempre: in 15 anni (tranne un'assenza di 20 giorni per malattia) mai fatto un giorno di assenza: nessuno ci crederà mai, ma le uniche sue vacanze sono il pomeriggio del giorno di Natale e Capodanno. Il nocchiero dell'Adda è sempre lì, silenzioso come il fiume, speso con la sigaretta tra le labbra. D'inverno quando c'è una nebbia che non vedi l'altra riva e le mani ti si gelano sul ferro e d'estate quando il sole a picco arroventa le lastre del pianale.

Rimpianti? Sapere le lingue, per dare qualche informazione ai tantissimi stranieri che trasporta. Nel tempo ha stretto amicizie preziose: il cigno che lo aspetta ogni mattina puntuale, la folaga che ha fatto il nido sotto il pianale, o quel papero che per anni l'ha seguito come un'ombra prima di scomparire. L'anno prossimo scadrà l'appalto. Crevenna è prossimo alla pensione, dopo anni di un lavoro usurante. Ci sarà un giovane disposto a faticare in un angolo di Lombardia dove il tempo sembra essersi fermato a cinque secoli fa? L'ultimo nocchiero sscuote la testa, è convinto di no.