Le associazioni scrivono a Pisapia: «Riaprire le conche dei Navigli»

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L'articolo è stato pubblicato sul <<Corriere della Sera>> del 7 giugno 2014


Riapertura dei Navigli, ultima chiamata. Le associazioni e comitati Amici dei Navigli,Amici della Martesana, MilanoSiMuove,Riaprire i Navigli, Circoli milanesi Legambiente chiedono al sindaco Giuliano Pisapia di «inserire nel Piano triennale delle Opere pubbliche i progetti di riapertura delle due conche (Incoronata e Viarenna,ndr), quale segnale chiaro e visibile di scelte che guardano avanti, nelle quali i milanesi si riconoscono e che, siamo convinti, sono anche parte degli obiettivi della sua amministrazione».

L’appello arriva ora, spiega Marco Cappato,consigliere comunale dei Radicali esegretario di MilanoSiMuove, «perché il prossimo è l’ultimo bilancio utile per far sì che questa amministrazione dia seguito a un suo proposito, compia almeno qualche passo per concretizzare una sua volontà.Altrimenti - conclude Cappato - tutto resterà fermo in attesa della successiva amministrazione», con tutte le incognite del caso.


«I milanesi tramite un referendum hanno già chiesto la riapertura dei tratti urbani dei Navigli che in tempi oscuri sono stati chiusi - si legge ancora nella lettera-appello indirizzata al sindaco Piapia -.

 

Certo un’opera complessa, quanto affascinante, che però è già oggetto oggi di tanti studi e verifiche di fattibilità in fase di elaborazione, mentre per quanto concerne le Conche dell’Incoronata e di Viarenna, che potrebbero rappresentare l’inizio di questa grande realizzazione, i progetti in parte ci sono già e i costi per la loro realizzazione sono del tutto compatibili con l’attività dell’amministrazione comunale».

La proposta indirizzata dalle associazioni a Palazzo Marino, dunque, è quella di riaprire almeno una o due conche, ma comprende anche un progetto di intervento ancora più «leggero»: una rappresentazione grafica del percorso dei Navigli lungo la circonvallazione interna.«Servirebbe almeno a far entrare nella testa dei milanesi che quei corsi d’acqua fanno parte della «loro città»