Parcheggio selvaggio nella piazza «incompiuta»

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Il caso
In campo l'associazione di quartiere. «Nei weekend l'ingresso è un tappeto di auto invalicabile»
Deturpato lo spazio davanti alla Certosa di Garegnano. «Servono i dissuasori»
L'articolo, di Paola D'Amico, è tratto dal «Corriere della Sera» del 13 giugno 2011.

Petrarca, che la visitò spesso, la descrisse «nobile e bella». La Cer­tosa di Garegnano, prima mutilata quando Napoleone cacciò i mona­ci per farne una caserma, e poi lambita dal cavalcavia che collega alle autostrade dei Laghi e alla To­rino-Venezia, resta un monumen­to che merita attenzione. Tant'è.

Con i fondi del giubileo del 2000, Certosa e piazza antistante sono state rimesse a nuovo, dopo una mobilitazione popolare. Ma la piazza è rimasta incompiuta: nien­te panchine né cartelli con divieto di sosta. Le conseguenze sono scontate: la gente non si ferma e non la usa e di tanto spazio vuoto se ne sono appropriate le auto. Tutti i giorni «ma soprattutto la domenica e nei giorni di mercato piazza e ingresso alla Certosa sono un tappeto di auto invalicabile», è tornata a lamentare l'Associazione Cittadini Certosa Garegnano che, nel '95 appunto, era riuscita a creare un movimento di sensibilizzazione tale da centrare l'obiettivo della ristrutturazione. «Con i fondi del Giubileo, 14 miliardi di vec­chie lire — spiegano in un nuovo documento inviato al sindaco Pisapia — furono compiute opere di restauro alla chiesa, al Cortile d'Onore e delle Elemosine e al su­perstite Chiostro della Foreste-ria». Furono portati all'antico splendore affreschi e stucchi in oro zecchino e scoperto un San Michele Arcangelo attribuito a Ber­nardo Zenale.


      La Certosa, che — come ricordano i residenti — contende a San Maurizio Maggiore il titolo di «Cappella Sistina di Milano», si af­facciava su un piazzale che era un incrocio di vie sterrate. Di qui la mobilitazione di quartiere. «Il pro-getto venne addirittura rivisto e modificato nei dettagli con il nostro contributo», aggiungono i portavoce dell'Associazione. Oggi gli stessi che non volevano cartelli di divieto di sosta a deturpare la vista, hanno fatto marcia indietro e si preparano a chiedere dissuasori pilomat.
«Non è comune trovare a Milano un luogo dove piazza e monumento si integrino così bene, ma gli automobilisti sembrano insensibili al bello e invadono persino gli spazi delimitati da una catena, all'ingresso della Certosa. Unico modo per evitare questo scempio sarà ritornare sui nostri passi e invocare la segnaletica».