Ma è l'arte la prima a scoprire mondi

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L'intervento di Giulio Giorello tratto dal Corriere della Sera del 18 giugno 2009
"Da caso nasce cosa?" (Indicia da Escher)

La prima edizione del festival Milano Scienza - Milano Mondo, proposta dell'Assessorato alla Cultura del Comune, continua fino al 30 giugno e oltre. Incontri con docenti ed esperti, mostre, laboratori, spettacoli: la scienza declinata e spiegata attraverso le modalità e gli approcci più diversi, valorizzando il patrimonio scientifico della città. Il programma completo su www.comune.milano.it/scienza. Le iniziative sono tutte a ingresso libero, salvo diversa segnalazione.

Quel che oggi diamo per dimostrato un tempo era soltanto immaginato», diceva il poeta, pittore, incisore e visionario William Blake (nella foto, la sua famosa opera, «The Ancient Days»).
Questo giugno milanese della scienza e della tecnica mostra come sia stata forte in passato e continui a esserlo oggi la passione del conoscere: dai bassorilievi dell'antica Mesopotamia alla «dolce prospettiva» del Rinascimento fino alle rappresentazioni del cielo stellato in cui astronomi e pittori si sono istruiti a vicenda, per non dire delle «innumerevoli forme bellissime» (l'espressione era originariamente di Charles Darwin) oggi disegnate dalle nanotecnologie e dall'ingegneria genetica.


Senza la potenza della fantasia anche le più sofisticate realizzazioni intellettuali o tecnologiche perdono la capacità di fare del mondo la dimora dell'uomo. «I nostri corpi entrano nei divani su cui ci sediamo, e i divani entrano in noi», dicevano i pittori futuristi nel loro celebre Manifesto (11 aprile 1910).
Non si tratta però di costruire gabbie in cui imprigionare qualsiasi sorpresa che ci offra la natura, bensì di delineare palazzi pieni di porte e finestre, belli come una cattedrale gotica o come un grattacielo progettato da Sant'Elia. La pluralità dei punti di vista non è un di fetto ma una risorsa.

Non c'è un solo Libro della Natura, c'è n'è un'intera Biblioteca (come intuì Jorge Luis Borges e hanno messo in teatro, qualche anno fa, un fisico come John Barrow e un regista come Luca Ronconi con Infinities). Anzi, non c'è nemmeno una natura unica, ma ci sono... «molte nature», come ci racconterà Enrico Bellone (storico della fisica e già direttore del periodico Le scienze), questa sera alle 21 al Museo di Storia Naturale. E fare i conti con queste diverse «nature» è l'ambizioso progetto di tutta l'iniziativa: che si snoda tra musei scientifici e gallerie d'arte.

Per non dire delle solenni sale di Palazzo Marino, dove pochi giorni fa Giacomo Rizzolatti ha spiegato le potenzialità dei suoi «neuroni specchio» per la conoscenza del nostro cervello e la comprensione dell'anima umana.
Si sta svolgendo a Milano una vera festa dell'intelligenza, nel miglior spirito di quegli artisti innovatori — da Filippo Tommaso Marinetti a Ezra Pound — che avevano perfettamente capito come vita, arte e scienza costituissero i vertici di un triangolo virtuoso, anche se bizzarro e sconcertante come quelli che compaiono in certe figure dell'artista olandese Maurits Cornelis Escher.