Il nucleare che fa acqua

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La Germania è stata, negli ultimi anni, sede di un forte movimento "verde" ecologista e antinuclearista. Ciò è frutto di disastri ambientali ben peggiori dei nostri, come spiega l'articolo che segue, tratto da <<Vivere>> (gennaio 2011).


La Germania ha messo migliaia di fusti radioattivi sottoterra e ora è emergenza

Asse è un nome che in Germania conoscono tutti e che a tutti i tedeschi fa rizzare i capelli in testa: così si chiama, infatti, la miniera di sale dove dal 1965 sono stati infilati migliaia di fusti di scorie radioattive a bassa e media radioattività.
Il problema è che dentro Asse, nelle profondità della vecchia miniera di sale, è entrata l'acqua: <<Dodicimila litri di acqua al giorno, si rende conto?>>, mi dice Heinz Smital, fisico di Greenpeace che segue la storia di Asse da più di tre anni. Dodicimila litri che l'ente di radioprotezione dello Stato deve pompare tutti i giorni fuori. Perchè se l'acqua invade le camere dove sono custoditi i fusti, è la fine, si inquinano le falde e la radioattività finisce nei rubinetti delle case.


<<Poi c'è una seconda ipotesi, ancora più allarmante>>, continua Smital, <<e cioè che la miniera possa crollare da un momento all'altro, proprio per la pressione dell'acqua che entra dentro.>>


La storia di Asse preoccupa molto il Governo tedesco, perchè tutti sanno che bisogna fare in fretta. Ma non è facile. Bisogna riaprire tutte le camere dove ci sono le scorie, prendere i vecchi fusti e portarli fuori da 700 metri di profondità. E tutto questo con le macchine, perchè gli uomini dentro quelle camere non ci possono lavorare. Costo preventivato per lo Stato? 10 miliardi di euro.


DOVE METTERE LE SCORIE?


Quando nel 1965 le autorità tedesche diedero via al progetto Asse dissero che la miniera di sale avrebbe custodito le scorie radioattive in sicurezza per almeno 10.000 anni. Il deposito è durato meno di 30 anni. Cosa faranno adesso delle tonnellate di scorie radioattive di Asse? Hanno deciso di seppellirle in un'altra miniera, sempre in Bassa Sassonia, ma questa volta di ferro e ancora più in profondità, a 1.200 metri sottoterra. Qui, giurano quelli della radioprotezione, non ci saranno problemi d'acqua e le scorie saranno in sicurezza per almeno 300.000 anni.


Dopo l'esperienza di Asse, la gente della Bassa Sassonia non ha più nessuna fiducia nelle promesse delle autorità e sono tutti contrari al nuovo deposito, che comunque è già costato una montagna di soldi ai contribuenti tedeschi, 1 miliardo e 600 milioni di euro.


Per quanto riguarda invece le scorie altamente radioattive, la situazione è più drammatica: non esiste un deposito nazionale e per ora giacciono in luoghi provvisori.