La Regione: ora basta costruire vicino ai Navigli

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L'articolo di Paola D'Amico è tratto dal<<Corriere della Sera>> del 7 gennaio 2010.

La Regione mette sotto tutela le sponde dei Navigli lombardi: cinque corsi d'acqua che si snodano per 150 chilometri, attraverso 51 Comuni, 4 Province e tre parchi. Non si potrà edificare sulle aree libere per 100 metri dalle sponde. E uno degli obiettivi ambiziosi del primo «piano territoriale d'area» che ha concluso un lungo iter di approvazione, è stato assunto come delibera dalla giunta e ora si prepara alla prova finale: il voto del Consiglio regionale. Prova che assume una evidente valenza politica. Se il pacchetto non sarà approvato entro tre mesi, prima delle elezioni, si dovrà ripartire da zero. E addio sogni di tutela ambientale del territorio coltivati dall'assessore alla partita, il leghista Davide Boni.

Il piano d'area dei Navigli mira a «custodire l'identità dei cinque navigli lombardi»; a cominciare dai Naviglio Pavese, Grande e Martesana. Introducendo strumenti di governo del territorio innovativi. Il tutto in sintonia con il pensiero guida dell'Expo. Nodo cruciale: che ne sarà dei diritti volumetrici dei proprietari delle aree? La soluzione è semplice e ricalca quella dei Pgt locali: la potenzialità volumetrica si conserva e si potrà realizzare altrove, previo accordo con i comuni interessati.
Ma il piano Navigli parla anche la lingua di chi ha abbracciato una mobilità sostenibile: quei cento metri dalle sponde dovranno diventare il cuore della rete regionale della mobilità lenta, per tracciati non solo cicloturistici ma destinati al trasporto casa-lavoro.

I metri da preservare lungo le sponde diventano 500 quando ci si trova in presenza di aree agricole. Infine, Boni lancia la proposta di istituire un soggetto unico per gestire tutte le attività che ruotano intorno ai Navigli. Un soggetto «in grado di promuovere anche una rete di ospitalità diffusa, ovvero agriturismi e bed & breakfast, inserita in un complesso sistemico che unisce tra loro luoghi di attrazione ambientale e culturale, come i luoghi leonardeschi».