82 anni, vive da sempre vicino a Viale Monza

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82 anni, vive da sempre vicino a Viale Monza
«La mica passione per L’Ultima cena di Leonardo. Ma il lavoro l’ho trovato con il ritratto del Duce»
L’articolo, di Marianna Vazzana, è tratto «Cronaca Qui» dell’8 ottobre 2010


Alla faccia delle code chilometriche che ogni giorno si formano per ammirare il celebre Cenacolo vinciano in corso Magenta, gli abitanti di viale Monza e dintorni possono lustrarsi gli occhi con una copia perfetta. Un dipinto a grandezza naturale che abbellisce la chiesa di San Gabriele, in via Termopili 7, realizzato con la massima precisione da Nino Martinelli, 82 anni, nato e cresciuto in zona


«L'avventura iniziata per caso – racconta Martinelli – quando, alla fine degli Anni Ottanta, sono andato a vedere l'Ultima cena a Santa Maria delle Grazie portandomi a casa un'immagine del volto di Cristo. . Non finivo di rimirarla e, per divertirmi, ne ho riprodotta una identica.»
Stesse misure, stessi colori. Poi, a poco a poco, sono arrivati anche gli apostoli. E alla prima, piccola tela, se ne sono aggiunte a decine nel giro di pochi anni.


Una volta uniti i tasselli, come le tessere di un puzzle, ci si è trovati di fronte a un vero capolavoro di circa tre metri per otto disposto lungo i muri del salotto. «Non manca neppure un particolare sulla scena», assicura Martinelli. Che ha tralasciato solo una parte del soffitto «perché – spiega – non avevo una stanza sufficientemente alta in cui collocarla.»


I tratti richiamano l’originale in modo sorprendente. Al punto che, se ci si vuole fare un’idea dell’affresco prima del restauro, basta guardare questo quadro colossale.
La copia del Cenacolo è stata esposta a Biella «e volevano che lo lasciassi al santuario di Oropa – afferma Martinelli – ma io ho voluto regalarlo al mio quartiere. La parete di San Gabriele mi sembrava il massimo.»


La pittura è la grande passione di Nino Martinelli, che nella vita ha però sfondato come stilista. «Ho lavorato per case importanti – spiega- come ad esempio Chatillon, Marzotto, Upim e McGregor». Le scuole di moda lo chiamano ancora, per giudicare gli allievi, e ha pure scritto manuali. Ne passato di tempo da quando, nel 1941, si era presentato a un colloquio per diventare figurinista con in mano un ritratto del duce realizzato da lui.


Ma oggi, circondato dagli affetti (la moglie Annalisa e i figli Barbara e Massimo) si sente trascinato dallo stesso entusiasmo di allora.