Le botole e i passaggi. I tesori segreti di Milano sotterranea

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Beni culturali Dai cunicoli dei cristiani ai rifugi della guerra
La sovrintendenza: miniera da scavare
L’articolo, di Armando Stella, è tratto dal «Corriere della Sera» del 10 Aprile 2013

Milano – La storia siamo noi, gente di Brera, lo dicevamo da quanto? La botola è nascosta dietro la Madonna della Cintura, cappella laterale di San Marco, navata di destra: «E il passaggio segreto verso il Castello!». Leggende di quartiere. Voci di popolo. Poi una mattina s'affacciano in chiesa gli speleologi Ippolito Edmondo Ferrario e Gianluca Padovan, s'inginocchiano alla Vergine e pregano che quella storia sia vera. Aprono il varco, illuminano la scalinata, si calano con le corde, ed ecco una stanza, un pozzo, forse è ciò che resta del tunnel. Una via di fuga. Una galleria. Forse. Milano è così, sotto sotto. Segreta. Sbadatamente calpestata e abbondantemente da indagare.

Bastino i titoli degli ultimi libri sull'argomento: Milano sotterranea e misteriosa, Il segreto del Castello, Rifugi antiaerei. Una letteratura ampia e incompleta. «La "forma urbis" rimane ancora da scoprire. Da ogni cantiere emergono – anche inaspettatamente – tasselli ulteriori che ci restituiscono l'impronta della città antica». Si affida alla metafora della «miniera da scavare», il soprintendente dei beni monumentali Alberto Artioli, per descrivere il valore della Milano sepolta. Capitale romana nei primi secoli. Missione di Ambrogio. Crocevia medievale e poi laboratorio di Leo nardo. Città sfarzosa, aggredita e demolita. Ricostruita, invasa e devastata. Donatella Caporusso è la direttrice del Museo archeologico di corso Magenta e la promotrice del progetto di restauro nel quartiere del Circo in via Brisa: «Questa vasta area, per dire, non è ancora stata studiata – ricorda –. Un esame stratigrafico potrebbe consegnare resti preziosi delle domus del I secolo e del palazzo imperiale. Qui, nel IV secolo, venivano emesse le leggi che governavano l'Occidente». Oggi, anniversario dell'Editto di Costantino, mancano i soldi per finanziare i rilievi scientifici.

A Milano si scava da oltre duemila anni. Un tempo erano trincee e catacombe, oggi parcheggi e metrò. E rimasto il fascino dell'ignoto, l'attrazione del buio. Già Dino Buzzati, sul Corriere nel '64, immaginava la scoperta d'una porta per gli inferi nel cantiere della linea «rossa»: qualcuno c'era entrato e non era più riemerso.

 Letteratura. Mistero. Perché Ludovico il Moro fece costruire una galle-ria tra il Castello e le Grazie? Per fuggire da un assedio? Storiografia e mito. Il culto pagano del dio iranico Mithra ha lasciato qualche traccia a San Giovanni in Conca. Così si narra, e spesso l'aneddotica potrebbe deformare i fatti. Un antichissimo passaggio sotterraneo tra le basiliche di San Lorenzo e Sant'Eustorgio potrebbe aprirsi sulle catacombe dei primi cristiani. Non ce n'è. Bisogna andare a fondo, tornare alle origini. E magari entrare al Duomo, tenere la destra, giù per le scale: sotto il sagrato, semisconosciuto, è conservato (e visitatile) il Battistero di San Giovanni alle Fonti in cui Ambrogio celebrò il battesimo di Agostino. Qualche decina di metri più in là, dicono le carte, potrebbe aver resistito qualcosa della basilica paleocristiana di Santa Tecla.

Nell'inventario della città nascosta c'è di tutto, la rete della metropolitana, gli oltre due chilometri e mezzo di canali e Navigli sepolti e i 1.440 chilometri di condotti fognari e collettori idraulici. Piccoli fiumi. Pozzi. Antico e moderno. Le ghiacciaie dell'Università Statale, di Sant'Ambrogio e degli Olivetani di Santa Maria. Edifici civili e militari: il teatro romano nelle cantine della Borsa, il Foro ai piedi dell'Ambrosiana, i 450 metri di «strada coperta» sul perimetro dello Sforzesco e i rifugi della seconda guerra mondiale. «Moltissimo resta da scoprire», ripete il soprintendente Artioli. I vecchi di Brera lo sanno.