La Sala delle Asse e il Genio di Leonardo

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La Sala ritrova il suo antico splendore e sarà un biglietto da visita della città per Expo
L'articolo di Marco Parini è tratto dal <<Corriere della Sera>> del 28 aprile 2013


Da anni Italia Nostra segue le vicende della Sala delle Asse del Castello Sforzesco di Milano. Una sala importante, posta al piano terreno di uno dei grandi torrioni d'angolo della famosa dimora dei duchi di Milano, venne decorata da Leonardo negli anni della sua permanenza a Milano al servizio di Ludovico il Moro.

Fu nell'aprile del 1498 che Leonardo, su richiesta del Moro, concepì la decorazione della sala impegnandosi a concluderla entro il settembre. La decorazione consisteva in un grande pergolato che innalzandosi da sedici alberi dipinti lungo le pareti, si sviluppava in un intreccio di rami fioriti a coprire la volta. Da tale decorazione il nome di Sala delle Asse. In una lettera del Segretario ducale Gualtiero Bascapè a Ludovico il Moro si scriveva che «Lunedì si desarmerà la camera grande da le asse, cioè da la tore. Magistro Leonardo promete finirla per tuto septembre et che per questo si potrà etiam goldere...».

Un testo gustoso conservato all'Archivio di Stato di Milano che ci conferma storia e autore dell'opera.
Luca Beltrami, durante la ristrutturazione del Castello nel 1893, rinvenne sotto l'intonaco parte della decorazione originale e nel 1901 ne affidò la ridipintura della sala ad Ernesto Rusca. Nel 1955 Ottemi della Rotta eseguì un nuovo intervento.

Col chè ridipinture su ridipinture, fumi e sali ne oscurarono la dipintura originaria. Italia Nostra con la collaborazione di Anna Lucchini ne propose la riscoperta, finanziando una parziale campionatura, necessaria all'elaborazione di un progetto di restauro. Seguì, poi, un primo coinvolgimento dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze. L'impegno del Comune di Milano ha consentito il prosieguo di questo miracolo: riscoprire Leonardo. La Soprintendenza in primis ed il Ministero poi, con un finanziamento corposo seppur inferiore a quello erogato da A2A consentono ora di avviare la diagnostica definitiva ed i restauri.

Italia Nostra esprime soddisfazione, dopo il suo impegno iniziale e mai rinunciato, confida che per l'Expo Milano potrà presentare al mondo una "nuova" opera di Leonardo. Il Castello potrà offrire una nuova testimonianza di quell'epoca ducale che rese grande e famosa Milano. Non solo la Pietà di Michelangelo o l'altissima qualità del Bambaja ma un opera di Leonardo ripulita da ridipinture che ne snaturavano contenuti e qualità.

*Presidente di Italia Nostra Onlus



Restauro della Sala delle Asse in occasione dell'EXPO2015



Il restauro si presenta arduo perchè nel secolo scorso fu ridipinto in modo molto pesante, sacrificando le trasparenze tipiche di Leonardo da Vinci (anche perchè erano quasi svanite).
La tipica maniera di Leonardo, di effigiare anche ritratti segreti e/o tracce di presenze metafisiche (animismo/antropomorfismo), costruisce un tessuto continuo sovrapposto e sottoposto alla decorazione principale.
Ciò si riscontra anche nell'altro affresco di S. Maria delle Grazie, di pochi anni precedenti, cioè il Cenacolo con l'Ultima Cena.







Utilizzando le classiche regole delladecorazione (reiterazione, alternanza, progressione, simmetria, espansione ecc.) Leonardo creava punti di convergenza polivalenti, nel senso che si poteva, con l'aggiunta "mentale" di segni di connessione, ricavare a propria scelta espressioni umane e fisionomie particolari in aggiunta, sovrapposizione o interconnessione alle forme conclamate.
Pertanto, colui che guarda l'opera, in un certo senso collabora - in base alla sua sensibilità e percettività visuale - a definire forme e contenuti.
Quindi chi guarda Leonardo entra nell'opera e ne diviene in certo modo "co-autore".