Nel suo codice la prova regina

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L'articolo di Maria Teresa Fiorio è tratto dal <<Corriere della Sera>> del 23 ottobre 2013

I monocromi sulle pareti nord e nord-ovest della Sala delle Asse rimasero celati per oltre cinquant'anni sotto i rivestimenti lignei dell'allestimento di Luca Beltrami (1902). Ma quando vennero alla luce, nel 1956, cosa convinse gli studiosi che si trattava di un brano autografo di Leonardo? Il tema della natura è uno di quelli maggiormente indagati dall'artista e nella sua vasta produzione grafica non mancano precisi riscontri con i frammenti superstiti del Castello. Un disegno di

Windsor (RL12395) corrisponde in modo puntuale a quel che resta del grande progetto leonardiano. E così la tecnica grafica, condotta con sottili tratteggi incrociati, rispecchia le consuetudini dell'artista. Ma soprattutto è legata alla visione di Leonardo l'idea della potenza disgregatrice della natura: la radice dell'albero che si insinua tra le rocce e ne vince la resistenza è descritta dallo stesso Leonardo nella favola del noce e della cornacchia (Codice Atlantico, f.187r), dove l'albero insinuando le proprie radici «infra le fessure», «cominciò a aprire le antiche pietre de loro vecchi lochi». Proprio come accade nella Sala delle Asse.

Vice presidente Ente raccolta vinciana ed ex direttore Raccolte d'arte del Castello