Le sciarpe tinte con ortica nello spirito francescano

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L'articolo è tratto dal <<Corriere della Sera>> del 12 luglio 2014

Si è guadagnato il titolo di 
maestro tintore grazie ai segreti tramandati di padre in figlio. Claudio Cutuli (sopra), nel suo laboratorio nel borgo medievale di Bevagna, in provincia di Perugia, con la moglie Mariagrazia crea delicate sciarpe e scialli con canapa, lino, seta, bambù, la polpa del faggio e seta che tesse a mano su antichi telai. Teli che vengono poi tinti con prodotti della natura quindi lavati con l'acqua di mare.

II pezzo di cui va più fiero è il maxi foulard che riproduce il Miracolo della sorgente, uno degli affreschi del ciclo delle Storie di San Francesco della Basilica superiore di Assisi attribuito a Giotto. «Il ricavato viene devoluto alle Opere francescane» racconta Cutuli. «Sembra cashmere e invece è in fibra di ortica, una pianta che non si arrende mai, l'ho voluta come un inno alla vita». Per riprodurre i colori ha utilizzato la robbia tintoria (per i rossi), il guado (per il blu), il mallo di noce (per i marroni e il nocciola fino al beige), tutti tamponati a mano come fa per quasi tutte le sciarpe vendute in 560 negozi nel mondo (tra cui Luisaviaroma e L'Eclaireur di Parigi). L'ultima produzione è la Cutuli cult, tocco di nero a metà tra il bijou e la sciarpa: pelli smerigliate, quindi arrugginite e poi mescolate con polpa di legno e cashmere prima di essere tamponate a mano e corrose con le alghe marine, notoriamente ricche di sale.