Le stanze segrete sotto piazza Duomo. «Sì alle visite»

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Il viaggio: i 45 metri quadri di corridoi scoperti e recuperati dopo un secolo di oblio. Maran: «Un percorso turistico per Expo»
L’articolo, di Armando Stella, è tratto dal «Corriere della Sera» del 23 dicembre 2012

Questo è un pilastro superstite del Rebecchino, il rione che ha resistito in piazza Duomo fino al Piano regolatore e alle demolizioni di fine Ottocento. Oltre questo muro, fino al basso Medioevo, sorgeva la basilica di Santa Tecla, primo nucleo di cristianità nella Milano ambrosiana. I cunicoli sono stati scavati quattro metri sotto la linea del sagrato: volte di mattoni pieni, sette vani, un labirinto di corridoi, un pozzo per la raccolta delle acque piovane. Tutto questo, fino ad oggi, non c'era.

O meglio: era perduto. Sepolto da oltre un secolo sotto il monumento dedicato a Vittorio Emanuele II, cancellato dalla storia urbanistica, ignorato dalle mappe catastali, dimenticato dagli archivi. Le segrete stanze di piazza Duomo sono riemerse quasi per caso, un metro per volta, durante i lavori di manutenzione della statua. E per Expo, promettono in Comune, potrebbero aprire ai turisti: «E una scoperta importante che ci consente di andare alle fondamenta di Milano».


I restauratori del Re hanno inciso lo «spessore» di porfido collocato dall'architetto Portaluppi nel 1929 e aperto un varco ai sotterranei. La botola è coperta da un lastrone del basamento, sul lato Nord della statua. Il viaggio parte da qui. La calata è verticale. L'ambiente è umido. L'acqua lacrima sulle pareti. C'è un tappeto di ghiaia steso a terra. Il cavedio centrale è profondo quattordici metri (misurati dalla linea del sottosuolo alle zampe del cavallo di bronzo). I tecnici hanno ripulito i 45 metri quadri della «cantina» di piazza Duomo, portato la luce elettrica e agganciato un sistema di scale e piattaforme per col-mare i dislivelli: «Stiamo valutando il modo migliore per consentire un percorso di visita – annuncia l'assessore Pierfrancesco Maran, titolare dell'Arredo urbano –. I sotterranei ottocenteschi potrebbero riscuotere l'interesse di cittadini, studiosi, semplici curiosi». La curiosità e l'intuito, vedremo poi, hanno giocato un ruolo fondamentale in questa storia.

Ma prima dobbiamo fare un passo indietro. L'allarme sulle «salute» di Vittorio Emanuele II viene lanciato nell'autunno di un anno fa: la scultura «non risponde a condizioni sufficienti di sicurezza», la diagnosi è impietosa, ci sono fratture e lesioni nei marmi, i perni che fissano gli zoccoli del cavallo al basamento sono «gravemente ossidati» e rischiano di cede-re. Il Comune e la Soprintendenza concordano: bisogna operare subito e bene. Ma come? La Soprintendenza suggerisce di disancorare il Re di pietra, sollevarlo e poggiarlo a terra per allestire il cantiere. La squadra del settore Arredo urbano del Comune – il direttore generale Luigi Vigani, l'architetto Alfredo Bonfanti e il direttore operativo Ivano Ghezzi – propone un'alternativa più economica e affascinante: «Troviamo una via ed entriamo nella pancia del monumento».

Una via, del resto, doveva pur esserci. Il gruppo scultoreo venne commissionato dal consiglio municipale a Ercole Rosa nel 1878 (al prezzo di 100 mila lire) e inaugurato nel 1896. Domanda: da dove uscì l'operaio che avvitò l'ultimo bullone all'interno del monumento? Sarà la risposta a indicare il percorso ai restauratori: «Bastava cercarla». Le prime indagini endoscopi-che confermano: c'è una breccia, avanti. Viene scucito un mattone. Una fibra a led legata a una cordicella illumina un'ipotesi di tunnel, è largo abbastanza, consente qualche ripresa filmata. Ecco i cunicoli, ecco le stanze. Bingo.

Il viaggio nel labirinto sotterraneo di piazza Duomo inizia a marzo e prosegue per quattro mesi: nuovi perni per il cavallo del Re, uno studio scenografico, pulizia dei muri e delle volte, scale in alluminio e gabbie di sicurezza, illuminazione di servizio e faretti puntati sugli elementi architettonici più preziosi. L'investimento complessivo: 8o mila euro (al netto del ponteggio). Maran ringrazia i funzionari: «Non hanno mai desistito e sono riusciti a restituire alla città un piccolo tesoro dimenticato». Il lastrone richiude il passaggio alle segrete stanze. La visita, per ora, è conclusa.


Via al restyling
Sponsor sui cantieri di dodici sculture
Dalla statua di San Francesco in piazza Sant'Angelo al Napoleone III nel Parco Sempione, da Missori alle Colonne di San Lorenzo. La giunta di Milano ha approvato la delibera per il restauro di dodici monumenti pubblici: gli interventi, a «costo zero» per il Comune, saranno affidati ai privati e finanziati dai manifesti pubblicitari sul cantiere. Così l'assessore Lucia Castellano: «Vigileremo attentamente, non consentiremo abusi». L'importo complessivo dei lavori è di un milione e 850 mila euro.