Vittore Lattuada, architetto che «conservava» il passato

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L'articolo, di Franco Manzoni, è tratto dal <<Corriere della Sera>> del 6 dicembre 2011


Geniale, riservato, altruista. Non era come molti un semplice architetto da commessa, pronto nel lavoro soltanto a soddisfare le richieste dei clienti, ma un uomo determinato a portare avanti le proprie idee, uno storico dell'arte che tutelava e restaurava palazzi e affreschi rinascimentali. Un maestro del segno e del disegno, creativo, curioso, sapiente, con lo sguardo proiettato al futuro, senza mai dimenticare il passato.


Nato il 6 luglio 1927 a Milano, Vittore Lattuada era figlio di Giulio, commerciante in granaglie, e di Luigina Itolli. Dopo il liceo classico, si laureò in Architettura al Politecnico nel 1953. Fu allievo di Luigi Maria Caneva, con cui in seguito collaborò. Nel 1955 Vittore realizzò il Teatro alle Maschere a Milano, poi alcune ville a Parabiago, Laveno, Taino, Premeno. Nel 1957 andò in Afghanistan, dove progettò ospedali a Logar, a Kandahar e l'Avicenna Hospital a Kabul. Iniziò a metà degli anni 60 la sua passione per il recupero di residenze dell'epoca di Ludovico il Moro. Ricercava, scopriva e restaurava edifici di grande interesse storico, cultura-le e monumentale. Li proponeva ai suoi clienti soprattutto per salvarli dalle incurie del tempo. Quando non trovava nessuno interessato, li comprava, ristrutturandoli con i propri mezzi. È stato di certo un assoluto precursore dell'interesse verso la cultura del passato nel un commerciante ridare vita ad antiche dimore milanesi e


di granaglie dell'hinterland. Gli interventi più significativi riguardarono nel 1967 la Cascina Boscaiola di Milano risalente alla fine del XIV secolo, un tempo residenza di caccia degli Sforza; nel ‘72 il palazzo Pozzobonelli Panigarola a Vermezzo della fine del XV secolo, attribuito a Donato Bramante con affreschi dello stesso; nel 1981 la chiesetta di san Bernardino a Morimondo. Intanto Vittore aveva incontrato la giovane Fiorella La Lumìa, l'amore di una vita intera. Si sposarono nel 1957. Nacquero i figli Monica (architetto) e Flavio (da 25 anni dirige la galleria Artecentro Studio Lattuada, oggi in via dell'Annunciata, fondata nel 196o dalla madre). E poi i nipoti Pierandrea, Leonardo, Ludovico, Umberto.


«Era uomo di grande cultura e di idee — ricorda la moglie Fiorella —. Con conoscenza amava quanto la cultura ci ha lasciato, attento però anche nell'indagare il presente e a presagire il futuro». Ora tocca ai figli e ai nipoti continuare a tessere quella meravigliosa tela che Vittore ha iniziato sempre nel segno dell'architettura e dell'arte.


addii@francomanzoni.it