Eid-Olon - capitolo 9

Versione stampabileSegnala a un amico
Categorie: 

Writers

S'accorse d'aver parlato ad alta voce dallo sguardo che gli lanciò un tizio, accelerando il passo. "M'ha preso per matto" pensò il Presidente "ed ha paura che gli attacchi un bottone."

I negozi avevano chiuso le saracinesche e spento le luci, tranne la pizzeria, che proprio allora cominciò ad animarsi con allegre frotte di ragazzi. Contemporaneamente sonarono le campane della sera.

Ora l'avrebbero piantata di fotografare miraggi e spettegolarci sopra, concluse il Presidente. Ogni motivo di scandalo e preoccupazione, se mai c'era stato, veniva così a cadere. Il borgo incantevole, con le sue due tribù ben integrate di benpensanti borghesi e di eterei cristoforiani, con tutti i suoi segreti custoditi gelosamente, entrava nella notte.

"Professor Baratieri! Presidente! Com'è che non sente?" La signora Olga, stretta al braccio della vecchissima signorina Ester - la decana di San Cristoforo - alle sue spalle, lo chiamava a voce bassa e insistente, indicando la cancellata: "Presidente, guardi quei maiali, quei delinquenti, cosa stanno facendo!" "Eh, signora Olga, ce ne siamo accorti troppo tardi che hanno tirato su quell'obbrobrio, d'altronde non per lei personalmente, ma non eravate voi signore, che facevate tanto chiasso, tanti pettegolezzi su cose aleatorie, materia di sogni e innocue fantasie, come se si trattasse di un attentato alla salute pubblica?"

"Ma cosa va dicendo, la smetta per favore, mi dia una mano invece per fermarli..." Il Presidente si rese conto che nel giro di pochi minuti, mentre aspettava il tram immerso in rabbiosi pensieri, quattro ragazzotti armati di bombolette spray avevano posto le basi dell'ennesimo affresco, decorando con megasigle ed altri segni la palizzata nuova di pacca.

"Ma Olga, chissenefrega dei graffiti. Non vede che ci hanno tolto la veduta sull'Olona, questo sì ch'è grave, non avevano il diritto... di tarpare il paesaggio autentico, storia e tradizioni del borgo...".

"Bella roba quel paesaggio, io lo farei tombinare e così sia."

"Ah, lei di un fiume vuol fare una fogna. Preferisce i topi ai pesci."

"È che non ci credo a quelle storie oscurantiste e nessuno ci deve credere, nessuno!" "Perché?" "Ma perché mi fanno paura, specie quella che ci rifila sempre la signorina Ester, della donna annegata che fu trovata dal suo uomo mezzo sbranata dagli animali, lui per lo schoc svenne lì per lì e annegò anca lu! Se dobbiamo insegnare queste brutte cose ai nostri ragazzi!"

"Ah, è meglio che passino le loro notti a imbrattare muri... a respirare vernici tossiche... a sconciare le mostre di arte!." Ma intanto l'implacabile Olga lo spingeva avanti, verso i writers, e per impedirgli di tornare indietro, gli posizionava abilmente di contro l'ineffabile centenaria.

"Per quello, gira voce che li han mandati... si divertono, se poi li pagano pure, o gli offrono la pizza, che è lo stesso...."

Giocoforza, Baratieri affrontò il gruppo con un mezzo sorriso. "Ragazzi, vi sembra il modo" ma poi qualcosa, un pensiero sfuggito al razionale controllo, lo spinse a saperne di più. "Ragazzi, non dico che questa ferraglia meriti rispetto, ma se non sbaglio un mese fa è stata sconciata una mostra di pittura: vi pare giusto, vi pare bello tanto vandalismo? Almeno sull'arte dovremmo intenderci."

I ragazzi continuavano imperterriti. Uno che sembrava il capo, iniziò a emettere imprecazioni ad intermittenza, chiosando e cadenzando le lunghe frasi interlocutorie del Presidente. Infine il più piccolo del gruppo rispose. "Guardi che il vandalismo non c'entra niente, era per la busta coi negativi..."

Dev'essere un segno d'aria, Gemelli forse, pensò il Presidente, per lui tacere è una cosa insostenibile. Forse è nuovo del giro. Un altro ragazzo strattonò l'incauto parlatore ed ecco se la filarono tutti insieme col loro arsenale di bombolette, tranne una vuota, lasciata lì a rotolare tra i piedi della gente che aspettava il tram.

"Bravo Presidente, li ha mandati via!" "Invece volevo che parlassero."

"E che potevano dire? Cose che hanno fatto già il giro del quartiere. Segreti di Pulcinella." Olga sghignazzò. "Via, per quei quattro fantasmuzzi che hanno censurato! Ancora pensa al cancello? Ma vada giù per il Naviglio fino al Ronchetto, vedrà alla cava quanti ne spuntano!."

Il Presidente non aveva finito di meravigliarsi per la sortita di Olga, la quale pareva divertirsi molto a prenderlo in giro, che anche la nonna Ester fece udire una vocetta incerta e trillante.

"Dice che escono dall'acqua con le isolette effimere, quando il livello s'abbassa scoprendo i depositi di terra, che subito si riempiono di vegetazione" spiegò Olga. "Beh, io non ho visto mai niente fra quella specie di salici piangenti". Subito Ester protestò, ma stavolta neanche Olga aveva capito bene.

"Che dice? Ah, dice che bisogna guardarli sottosopra." La signora Olga per poco non soffocava dalle risate, ed anche il professor Baratieri sorrise all'idea dei curiosi che si mettevano a fare acrobazie al Pianeta Verde, la società della cava, invece di pescare.

"Sa come le chiamano le isole effimere gli irlandesi?" "No, come?" "Glielo dico io. Le chiamano Tirfo Thuinn: Terre Sotto le Onde, bello vero?"

"Bello, sì... chissà quanto durerà ancora questo tormentone delle apparizioni."

"Finché ci sarà l'acqua. L'acqua pulita" disse Ester, e da quel momento non disse più neanche una parola.

Tag: