«Ultima poltrona del Parco Ticino: lasciatela a un tecnico super partes»

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Consiglio di gestione da completare
L’articolo di Giulia Maria Mozzoni Crespi, Presidente Onorario FAI, è tratto dal «Corriere della Sera» del 19 aprile 2012


Nei prossimi giorni l'assemblea dei sindaci del Parco del Ticino sarà nuovamente chiamata ad approvare il nominativo mancante al consiglio di gestione, la cui indicazione spetta alla Regione Lombardia. Molti rammaricano che in occasione della nomina del presidente e degli altri 3 membri, abbia prevalso di nuovo una logica di spartizione politica piuttosto che principi di esperienza in materia di aree protette e gestione territoriale.

Purtroppo un'occasione mancata per dimostrare ai cittadini che non tutto dipende dai partiti politici. Le associazioni ambientaliste hanno avuto modo di sottolineare come il Parco del Ticino, per le sue valenze paesaggistiche e culturali, non possa essere assimilato a un qualsiasi altro ente o istituzione in cui collocare rappresentanze politiche soggette a maggioranze che cambiano continuamente. Almeno per la nomina dell'ultimo componente del consiglio di gestione e proprio perchè indicato dalla massima istituzione regionale, si colga l'occasione di scegliere un "tecnico" super partes, competente e adatto a gestire questo nostro grande patrimonio regionale. Alcuni sindaci segnalano che esiste la forte possibilità che la provenienza geografica di alcuni candidati sia ancora di origine pavese. Però avere 3 componenti su 5 provenienti dalla provincia di Pavia sarebbe addirittura vergognoso e non rispettoso di quella sensibilità tanto sbandierata, spesso a vanvera, dal federalismo all'italiana: con tutti i problemi che ben conosciamo e si concentrano nella parte Nord del Parco (Malpensa per primo).

In un momento in cui la nostra regione è travolta da varie vicende come pure da crisi economica, rivolgo a nome di molti un appello a Regione Lombardia e ai sindaci che dovranno approvare il nominativo proposto: si dia dimostrazione di una politica "alta", ricercando un profilo tecnico al di fuori delle logiche di spartizione partitica, che possa portare al Parco Ticino quel contributo di competenza di cui ha bisogno per attuare l'ambizioso documento programmatico che i sindaci con impegno hanno recentemente redatto e approvato. A maggior ragione questi principi devono valere per la nomina del direttore del Parco, funzione ancor più fondamentale e vitale. Valga la competenza e l'esperienza solamente; troppo grande è la posta in gioco e una scelta sbagliata sarebbe fatale per questo "fiume Azzurro" patrimonio dell'Umanità! Queste due nomine sono un'ultima occasione per dimostrare senso delle istituzioni e responsabilità per una politica "bella" e "onesta" che sia vicina alla gente e al territorio.


L'auspicio dunque che la politica trovi le giuste soluzioni anche oltre i meri adempimenti formali; se veramente esiste la volontà questo si può fare...! Vorranno Regione Lombardia, Province e Comuni rispondere a questo appello?