"Una giornata nera per la nostra salute"

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Giulia Maria Crespi, presidente del Fondo per l'ambiente italiano
L’articolo di Carlo Brambilla è tratto dal «Corriere della Sera» del 25 ottobre 2007

Milano
«Una giornata nera per la salute. L'Europa perde una grandissima occasione. Quella di distinguersi dagli altri continenti con la scelta lungimirante di un ci¬bo più sano per tutti. Ancora una volta a vincere, invece, sono gli interessi delle grandi multinazionali chimiche». Giulia Maria Crespi, presidente del Fai, il Fondo per l'Ambiente Italiano e pioniera dell'agricoltura biodinamica, non usa giri di parole per condannare il via libera dato dalla Commissione europea alla commercializzazione di tre tipi di mais transgenico e della barbabietola da zucchero geneticamente modificata.

I sostenitori degli Ogm fanno notare che da anni negli Usa si consumano prodotti geneticamente modificati senza alcun danno per la salute.
«Attenzione, perché i danni non sono immediati. Voglio fare il paragone con mucca pazza. Nel 1926 Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia, aveva avvertito che dare da mangiare sostanze di origine animale ai ruminanti era particolarmente pericoloso. Ci sono voluti molti anni per scoprire che aveva ragione. Oggi introduciamo nell’alimentazione prodotti agricoli nuovi di cui non conosciamo gli effetti».

Gli Ogm mettono in pericolo la biodiversità in agricoltura?
«Certo. Proprio questo è il punto. Diminuiscono le speci. E i pollini ogm si diffondono anche a grande distanza e vanno a contaminare anche l’agricoltura biologica. Mentre distruggono le piante selvatiche».

Gli scienziati che appoggiano gli Ogm confidano nelle capacità di questi prodotti di risolverei problemi alimentari del pianeta.
«Un tragico abbaglio. I contadini non potranno più produrre autonomamente le sementi. Dovranno dipendere dalle multinazionali. Mentre ci sono studi scientifici, come quello condotto da una ricercatrice dell’Accademia delle Scienze Russa, Irina Ermakova, pubblicato nel 2005 su Nature, da cui risulta che i topi nutriti con soia transgenica nascono spesso morti o molto indeboliti e sempre incapaci di riprodursi. C’è insomma ancora molto da studiare sugli effetti degli Ogm».