Milano "Città d'Acqua"

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L’articolo di Rodolfo Ferrari è tratto da «Dialogando» (maggio 2013)

La crescita socio-economica iniziata negli anni ‘50, ha messo a dura prova l'assetto qualitativo-quantitativo dei corsi d'acqua milanesi tanto da sconvolgere il complesso schema idrologico che ne regolava le loro funzioni.

La progressiva e diffusa urbanizzazione, l'aumento repentino degli insediamenti produttivi, la mancanza e l'inosservanza di regolamenti edilizi, hanno influito negativamente sui corsi d'acqua del territorio. La diffusione delle reti di fognatura urbane e interurbane se da un lato ha migliorato lo stato igienico-ambientale del territorio, dall'altro ha contribuito alla formazione di pericolose onde di piena negli alvei dei corsi d'acqua in cui sono recapitati i reflui fognari.

La prolungata e massiccia azione "inquinante" perpetrata nei confronti dei corsi d'acqua da parte delle attività produttive e dalla "società del benessere" ne ha gravemente compromesso lo stato qualitativo; la nuova crescente "coscienza ecologica" , le appropriate leggi e regolamenti vigenti in materia e l'azione mirata degli Enti preposti al controllo della loro osservanza stanno perseguendo un lento ma importante miglioramento ambientali.

Nel 1955 iniziarono i lavori per la realizzazione del Canale Scolmatore delle Piene di Nord - Ovest ( C.S.N.O.) da parte della Provincia di Milano con il contributo e per conto del Magi-strato per il Po di Panna (oggi A.I.PO). Difficoltà e lungaggini economico-amministrative fecero sì che l'opera idraulica fu completata nel luglio del 1980. Con l'entrata in funzione dell'Opera di Presa sul torrente Seveso a Palazzolo di Paderno Dugnano, il C.S.N.O. era in grado di ricevere le portate di piena di tutti i corsi d'acqua naturali ed artificiali intercettati e recapitarle al Fiume Ticino ad Abbiategrasso.

Altre importanti opere idrauliche sono state realizzate per contrastare le esondazioni; i territori di San Donato e San Giuliano hanno subito le esondazioni del Cavo Redefossi fintanto che non entrò in funzione il suo Canale Scolmatore che accoglie le portate di piena e le recapita nel Fiume Lambro Sett.le in località Carpianello. Il Cavo Redefossi riceve il Naviglio della Martesana, in cui vengono scolmate le portate di piena dei torrenti Molgora e Trobbia che a loro volta vengono scaricate nel Lambro Sett.le al nodo idraulico di via Idro (zona Nord-Est di Milano), il Torrente Seveso e gli apporti degli sfioratori di piena di alcuni rami della rete fognaria cittadina.

Negli anni ‘80 vene ultimato il Deviatore del Fiume Olona realizzato dal Comune di Milano per conto del Magistrato per il Po di Parma. Quest'Opera , che ha inizio al nodo idraulico di Vighignolo laddove si congiungono i Rami Seveso ed Olona del C.S.N.O. per poi proseguire verso il Ticino, recepisce volumi di piena fino a circa 35 m3/sec. dal Canale medesimo e li recapita al Colatore Lambro Meridionale in località Conca Fallata (Zona Sud di Milano). È lungo circa 17 Km, attraversa il territorio metropolitano in località Figino, Baggio, Quartiere Sant’Ambrogio, raccoglie le acque depurate dell'impianto di Rho, alcuni scarichi di acque chiare e le acque di seconda pioggia della rete di fognatura della zona Sud-Ovest di Milano. Con l’entrata in funzione del Deviatore di Olona si è evitato di trasferire al Ticino i primi volumi di piena che sono qualitativamente i peggiori.

Nuovi interventi per ridurre sempre più il "rischio idraulico" sono stati recentemente ultimati, altri sono stati appaltati gli Enti territoriali competenti sono sempre più impegnati a salvaguardare il territorio e a prevenire e a ridurre gli eventi calamitosi non solo realizzando nuove infrastrutture ma anche garantendo la massima funzionalità ed efficienza delle esistenti. È comunque indispensabile da parte di tutti un sempre più diffuso e concreto rispetto del territorio e del suo ambiente.