Studio Merula

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A Milano, grazie alle più recenti ricerche del Prof. Corrado Panzieri del Centro Studi Floriani, è stato possibile ripristinare il collegamento storico documentale tra l’affresco dell’Ultima Cena presso S. Maria delle Grazie, e il Cenacolo umanistico-letterario istituito nel Rinascimento all’interno della Vita Corio, denominato “Studio Merula”. In questa sede, messa a disposizione da Bernardino Corio per valorizzare una prestigiosa raccolta di manoscritti greci e latini, ritrovati da Giorgio Merula nel palazzo Malaspina di Bobbio, tennero corsi di greco classico anche i maggiori esponenti della chiesa ortodossa greca, esuli della patria, all’epoca invasa dai Turchi.

Oltre a parte del suddetto fondo Malaspina, confluirono in Villa Corio anche alcune raccolte dell’Università Viscontea di Pavia.
Si ritiene che tale valorizzazione della sede merulana, più accessibile alla corte milanese e collegate via Naviglio Grande-Olona al Castello Sforzesco (oltre che alle Grazie tramite tunnel ipoegeo subnaviliare) sia stata voluta da Ludovico il Moro col suo stratega Leonardo da Vinci, intorno al 1490. Difatti si sono ritrovati gli “esercizi” di greco tra le carte vinciane.

Quando il grande grecista Giorgio Merula nel 1499 morì, lo Studio Merula continuò ad accogliere strorici e letterati ed è molto probabile che proprio per onorarne la memoria, oltre che per le “premonizioni” del Moro, Leonardo abbia dipinto il suo Cenacolo alle Grazie.
Villa Corio era peraltro il “terminal” del sistema di sicurezza strutturato tra castelli e cascine, con i presidi militari e doganali, verso Vigevano, Abbiategrasso e Pavia. Fin dalla nascita del Ministero della Pubblica Istruzione dall’unità d’Italia, la Villa Corio fu classificata come monumento nazionale: con legge 1089/39 passò al Ministero dei Beni Culturali istituito da Giovanni Spadolini. Da 2008 ha subito una pesante “ristrutturazione” con la perdita di manufatti e alienata dal Comune ai privati.


 


Di seguito riportiamo la lettera inviataci dal Prof. Panzieri.


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Gent.ma Sig.ra Milly Franco,

faccio seguito al nostro colloquio telefonico per inviarle alcune notizie sugli esiti delle nostre ricerche finalizzate alla ricostruzione della biografia dei due letterati del XVI secolo tali Michel Agnolo Florio, di Lucca, ma di origine siciliana (Messina) e del figlio John (nato a Londra nel 1553).

Nel corso  delle nostre ricerche, ancora in corso dal 1992, ho avuto occasione incidentale di interessarmi a Milano della Villa Corio. Il motivo che mi portava ad interessarmi del sito era dovuto al fatto che, da alcune cronache del tempo e dagli scritti di Giuseppe Ripamonti, sembrerebbe che il famoso Studio Merula per la traduzione dei testi greci in latino fosse già stato da tempo trasferito da Pavia a Milano alla fine del Quattrocento, già quando Giorgio Merula aveva ritrovato nel palazzo dei Malaspina a Bobbio una ricchissima raccolta di manoscritti della letteratura greca e romana.
Il Michelangelo Florio, in possesso di una vasta cultura classica, in gioventù (attorno agli anni 1536-37) ebbe a trascorrere vari mesi a Messina, da cui provenivano i genitori, per frequentare la famosa scuola di greco di Costantino Lascaris, scuola presso cui studiò in quei tempi anche il veneziano Pietro Bembo, suo protettore. Egli  ebbe successivamente una vita avventurosa che - avendo egli aderito alla Riforma - lo costrinse ad andare esule prima in Inghilterra e quindi (con l'avvento della cattolica Maria Tudor) ad un secondo esilio a Soglio in Val Bregaglia e in Valtellina, regioni passate in parte alla Riforma. In quegli anni gli aderenti alla Riforma, perseguitati dalla Inquisizione, erano nascosti nelle valli alpine confinarie tra il Ducato di Milano di Ludovico il Moro e lo Stato delle Tre Leghe (che diverrà poi un Cantone Svizzero).

Negli ultimi anni del Quattrocento lo Studio Merula viene trasferito a Milano forse nel 1490 e la biblioteca greca viene conservata  nella villa che Bernardino Corio possedeva nella pieve di Cesano Boscone, località Ronchetto sul Naviglio, come risulta negli statuti delle Acque e delle Strade del Contado di Milano, fatti a Corsico nel 1346. Quattro anni dopo Merula muore e il letterato Tristano Calco, cancelliere di Lodovico il Moro, prosegue l'attività  didattica che verrà frequentata da illustri personaggi quali Lorenzo Valla, Lorenzo Bruni, Poggio Bracciolini, Matteo Maria Boiardo, Pier Candido Decembrio e Nicolò Perotti. Di lì, il Florio si recava spesso a Chiavenna dove era rifugiato l'amico Castelvetro e per incontrare all'università di Pavia Biambattista Giraldi, detto Cinzio, ambedue interessati allo studio Merula.
E' appena il caso di ricordare che tra i lavori attribuiti a Shakespeare vi è anche l'opera "Timone d'Atene", che Florio ricavò evidentemente dalla libera traduzione del Boiardo dell'omonima opera del greco-romano Luciano.Premesso quanto sopra, per le nostre attività di ricerca storico-letteraria, il caso"Villa Corio" è però solo incidentale rispetto alla biografia del Florio, che è particolarmente vasta e affollata di accadimenti storici e personaggi famosi.

Certamente merita un approfondimento. Comunque è significativo il fatto che la strada dove è collocata la villa abbia avuto proprio il nome della famoso Studio, il quale colà posto, era facilmente accessibile essendo proprio sul canale che univa Pavia a Milano alla fermata della Dogana per il pagamento del dazio sul sale.

Distinti saluti,
Corrado Panzieri


A questo link puoi scaricare il pdf dello Studio Merula