Quer pasticciaccio brutto di Via Merula(na)...

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Alienazione e alterazione di Villa Corio Beltrami


Questa è la lettera inviata alla Procura della Repubblica di Milano per l'alienzione e alterazione del monumento nazionale Villa Corio Beltrami.


 


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Procura della Repubblica di MILANO - Via Freguglia, 1


e per conoscenza:


Al Ministro SANDRO BONDI
BENI E ATTIVITA' CULTURALI
Via del Collegio Romano, 27
00186 ROMA


Oggetto: ESPOSTO PER L'ALIENAZIONE E ALTERAZIONE DEL MONUMENTO NAZIONALE "Villa Corio Beltrami" sito in via Giorgio Merula, 13/15 - Milano, in dispregio alle leggi 1089/39, 42/04, vincoli paesistici/urbanistici e dei Navigli.


Io sottoscritta EMILIA FRANCO, Presidente/Legale Rappresentante del COMITATO di quartiere Ludovico il Moro come in intestazione, nata a Napoli il 27/5/44, C.I.AK-0673046 rilasciata a Milano il 27/1/2004,


ESPONGO E DENUNCIO


i seguenti fatti,

allo scopo di far cessare gli abusi perpetrati, ripristinare l'integrità del monumento a spese dei colpevoli. se riconosciuti tali, restituire i manufatti e materiali originali del monumento già asportati, riportandoli in loco, sia per riuso (se possibile) ovvero per la futura fruizione culturale.


PREMESSO CHE


II monumento di cui trattasi è per la città di MILANO e per la STORIA DEI NAVIGLI un vero UNICUM di rara e preziosa stratificazione storica. Fu infatti costruito dal capitano Corio, capo della Guardia di Galeazzo Maria Visconti/Sforza, fratello di Ludovico il Moro, in asse al Naviglio Grande, come DAZIO per i trasporti di merci, prima dell'ingresso nella città, intorno al 1450. Si trattava quindi di un edificio di tipo militare, collegato al sistema difensivo di sud-ovest verso Pavia, e costruito in area archeologica, precisamente sul decumano (via militare) Mediolanun-Laurentigium, a sua volta organico all'asse Ticinum-Mediolanum (cardine della città ) d'impianto romano, circa 220 a.C.


Abbiamo quindi: presenza di area archeologica, edificio principale (detto: Casa Corio) del primo Rinascimento; nel Seicento ampliato dal Cardinale Angelo Maria Durini, che ci abitò, come poi Giacomo Mellerio grande benefattore di Milano, infine la famiglia di Luca Beltrami, il quale nella sua frenetica e geniale attività tornava spesso qui per la caccia con amici, Quindi uno spaccato completo della storia milanese.


 




- A ciò va aggiunto il valore linguistico legato all'uso di locuzioni e forme sintattiche, tra cui valga per tutti il famoso 'a ufo' (derivato, com'è noto, dall'acrostico di 'AD USUM FABRICAE OPUS') che ancora oggi è vivo nella parlata italiana quotidiana. Nato, come si sa, proprio in questo luogo, per alcuni secoli DAZIO del Naviglio Grande.


- Dal punto di vista artistico si evidenzia la volta a botte sul passaggio in asse al Naviglio, affrescata con stemmi, nastri e festoni identici alla decorazione nella sala del Cenacolo di S. Maria delle Grazie, e scandita da triangoli lunettati nello stile tardo gotico/primo rinascimento. Parimenti si evidenzia una splendida ceramica di Luca della Robbia, la 'Natività dei Gigli', allusiva al simbolo floreale che univa (anche politicamente all'epoca) il Duca Galeazzo ai Medici di Firenze e al re di Francia .


Per una completa informazione sul valore del monumento alleghiamo vari documenti, come in calce descritti. Proprio per le sue peculiari caratteristiche, riteniamo che il monumento non dovesse, né potesse, essere venduto dal COMUNE DI MILANO, ai sensi dell'art. 54 del D.L.42 del 22/1/04, 'Beni inalienabili' laddove indica come tali:
a) gli immobili e le aree di interesse archeologico;
b) gli immobili riconosciuti monumenti nazionali con atti aventi forza di legge.


A tal proposito, anche gli estensori dell'Atto di vendita, che per noi è non valido e illegittimo, riconoscono la qualità di monumento nazionale ex lege 1089/39 della Villa Corio-Beltrami, come attestato dall'allora Sovrintendente per i Beni Ambientali e Architettonici di Milano Dott. Arch. LUCIA GREMMO, vedi ALLEGATO 1.


Ciò però non è bastato a evitare che venisse stravolto il prospetto principale sul Naviglio Grande, con il rialzo dei tetti per ricavare un altro livello di abitazioni, tanto che questi si vedono incombere per chi viene del Naviglio in via Merula, distruggendo il raffinato effetto prospettico che lasciava unico punto focale il portale d'ingresso, 'memoria' dell'antico decumano romano (vedi allegato).


Pertanto anche i vincoli ambientali sono stati di fatto ignorati, in quanto per 'ambiente' non si deve intendere solo il contesto ecologico/naturale, bensì anche quello di 'veduta urbana' in ambito particolarmente pregiato (Navigli).


Siamo in possesso, inoltre, di molte foto dell'interno corte n.15 che mostrano archi ribassati su pilastri i quali scandivano la divisione tra il vialetto d'ingresso e zona cosiddetta 'dell'Arsenale' (vedi allegato). Tali strutture logistiche, residuate del sistema di collega mento via acqua con il naviglio, non ci sono più all'interno del cortile: ci chiediamo chi le ha eliminate, dato che nell'Atto di vendita si afferma che non sono stati fatti lavori (dal 1967) tali da richiedere 'autorizzazioni'.


PER LA SITUAZIONE AMMINISTRATIVA


La proprietà del complesso è stata fino agli anni '80 di BELTRAMI GADOLA; il COMUNE DI MILANO ne ha poi acquistato il 50% - indiviso - allo scopo di crearvi all'interno una biblioteca di quartiere gestita da un Centro Culturale, come da schema + legenda ALLEGATO N. (del 1963). In attesa si stipulò la CONVENZIONE GADOLA che fu seguita dal geometra di Zona, Ornella. La conduzione della cascina n.13 continuò a essere affidata agli agricoltori SANGALLI e Casa Corio ai pochi residenti, che continuarono a versare gli affitti al Beltrami Gadola.


SI PRECISA CHE


II Monumento era già vincolato fin dal primo Novecento dal Ministero della Pubblica Istruzione; poi nel passaggio al nuovo Min.ro del Beni Culturali senza portafoglio, voluto da Spadolini, per decenni il vincolo non fu trascritto, finché ITALIA NOSTRA ne promosse ex novo 1'ampliamento ai manufatti e opere annesse, ovvero il cortile rustico del n.13 con i silos, stalle e fienile, nonché ovviamente tutte quelle interne alle casa Corio.


L'ITER DELLA VENDITA


- Si è svolto fra i giorni immediatamente precedenti il NATALE 2005, il NATALE 20O6 e il NATALE 2007, con numerosi episodi paradossali come ad esempio 1'0indizione di gara a trattativa privata il giorno 10/8/05, pochi giorni prima di FERRAGOSTO e quattro mesi e mezzo in anticipo sul citato Consiglio Comunale del 22/12/05 che peraltro a noi risultava non convalidato per le numerose assenze e che avrebbe, secondo quanto scritto nell'atto, dato parere positivo alla vendita. I progetti non recano tracce di timbri o firme della Sovrintendenza, né del Ministero B. A. C. mentre si fa riferimento a presunte autorizzazioni di circa dieci anni fa ma, all'epoca, il progetto presentato seguiva la CONVENZIONE GADOLA per il recupero conservativo con 1'inserimento di una biblioteca pubblica e di un Centro Culturale. Quindi del tutto DIVERSO DALL'ATTUALE PROGETTO.


- Peraltro a pagina 4, comma 4, si afferma che la DIREZIONE REGIONALE per i Beni Culturali e il Paesaggio della Lombardia avrebbe autorizzato ai sensi degli articoli n.55 e 57 DL 42/04 1'alienazione, indicandone anche le destinazioni d'uso, MENTRE INVECE:
- GLI ARTICOLI 55 E 56, al PRIMO COMMA, ESCLUDONO BSPLICITAMENTE LA VENDITA DI BENI RIENTRANTI NEL PRECEDENTE ART.54 'BENI INALIENABILI' che comprendono,in base alla legge 1089/39, la Villa Corio Beltrami.


- INFINE SI RILEVA che la descrizione storico artistica che accompagna il progetto tecnico e estremamente vaga, lacunosa e infedele laddove non riporta 1'importante presenza della MADONNA DELLA ROBBIA (secolo XV) di grande pregio e valore nonché icona devozionale del quaartiere, ingenerando il sospetto di indebite sottrazioni,come dall'ALLEGATO n. Si usano anche termini errati e fuorvianti come ad esempio alla sesta pagina di 'Alcune coordinate storiche...', dove, nella penultima frase, si parla di 'decorazioni musive' ossia DI PRESUNTI MOSAICI, anziché di 'decorazioni ad affreschi'. Si nega la presenza di 'ecclesiastici' per più di 20 anni, mentre il DURINI era Cardinale di Milano, e i preti di S. Silvestro vissero alla CORIO quattro secoli; si tace sull'interessantissima benché sfocata, fascia affrescata ad animali esotici, maschere e paesaggi sottovolta all'ingresso del n.15; idem si tace dell'area archeologica sulla quale è costruita la Villa.



Qui di seguito elenchiamo i documenti allegati a prova della nostra denuncia:


ALLEGATO N. 1
scheda a - lettera conferma vincolo 1089/39 a firma Dott. Gremmo
scheda b - foglio 1284 COMUNE MIIANO in applic.L.167/62 lotto 6
scheda c - stralcio P.R.G. zona omogenea A = 16.3 (Villa Corio e annessi)


ALLEGATO N. 2
scheda a - cimitero storico: immagini e articolo LA SEDICESIMA
scheda b - copertina ITINERARI S.CARLO/CARTOGRAFIA rappres.1567
scheda c - descrizione chiesa S.Silvestro, campanile e porticato - Archivio Storico Diocesano, 1576
scheda d - pianta S.Silvestro c.s.
scheda e - articolo CRONACA QUI scomparsa NATIVITA' Della Robbia
scheda f - lettera del Comitato al Ministro B.A.C. F. Rutelli
scheda g - lettera del Comitato al Sovrintendente Artioli


ALLEGATO N. 3
scheda a - lettera Demanio a consigliere zona e al Vice Sindaco
scheda b - atto di compravendita del monumento nazionale alla S.p.A. ARCAS di Torino
scheda c - fotocopia articoli D. L. 42/04 erroneamente richiamati nell'atto succitato


ALLEGATO N. 4 RELAZIONE TECNICA: rel. di progetto a) coord. storiche
ALLEGATO N. 5 TAVOLA 1PROGETTO Arch. Leonardo Fiori, privo di qualsivoglia timbro o firma di approvazione Sovrintendenza
ALLEGATO N. 6 TAVOLA 2 come sopra, con erronea attribuzione B2 16.3


ALLEGATO N. 7
scheda a - pubblicazione LE CASCINE copertina con la CORIO
scheda b - pubblicazione c.s. = contesto storico e centuriazione
scheda c - quattro fotografie = la Cascina Corio: portali in asse e abusi
scheda d - pubblicazione c.s. = la Cascina Corio
scheda e - tre fotografie del 2003
scheda f - mappa "tra i navigli" del Seicento con "cascina Ronchetto"


ALLEGATO N. 8
scheda a - vari dettagli del complesso
scheda b - analogie con S. Maria delle Grazie e sala del Cenacolo
scheda c - articolo "Tra i Navigli" I TESORI DELLA SEDICI
scheda d - gli archi scomparsi nell'ARSENALE = tre foto del 2003


Con la preghiera di essere informati dell'esito del presente ESPOSTO, porgiamo i migliori saluti.


Emilia Franco
Presidente L. R. COMITATO



Allegato 1c


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Allegato 1a


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Allegato 1b


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NOTE ALL'ALLEGATO 2a


RONCHETTO SUL NAVIGLIO, come la BARONA e S.CRISTOFORO, sono luoghi archeologici, ricchi di stratificazione storica ed anche preistorica, come attestano i ritrovamenti di sepolcri di periodi anche altomedioevali, ad esempio il sarcofago longobardo utilizzato come fioriera in una vetreria di via Tre Castelli, vedi foto. Le antiche ossa, ritrovate in piu occasioni, sono state tranquillamente buttate tra i rifiuti, come riportato a volte dalla cronaca locale.


Attualmente il COMUNE DI MILANO sta urbanizzando via Bardolino-Boffalora-Barona-Tre Castelli, ma non sappiamo se è stata interessata la SOVRINTENDENZA ARCHEOLOGICA DI VIA ARENA, competente specificamente, data la ovvia presenza in tutta questa zona denominata "CORPI SANTI DI MILANO" di reperti archeologici, a partire almeno dall'età romano-celtica.


II Sovrintendenfce Pompeo CAstelfranco, che nel 1887 effettuò ricerche in Barona trovando armi e attrezzi in bronzo del periodo ENEOlitico (transizione tra etì della pietra e quella del bronzo) affermava che tali reperti erano perfino più antichi di quelli della "torbiera Lagozza": oltre cinquemila anni fa, essendo associati alla scure di eclogite neolitica e altre scuri-asce del periodo, perciò datandoli al primo periodo lacustre varesino. Si noti, al confronto, che la leggenda della fondazione celtica di Milano risale a "soli" 2.600 anni fa!


Ronchetto sul Naviglio è stata Comune autonomo fino all'unità d'Italia, quando fu annessa come quartiere periferico al confine con Buccinasco.


anni80


ANNI OTTANTA


Muro di contenimento del cimitero del Ronchetto; sullo sfondo, Villa Corio, la chiesa nuova
(1814) di S. Silvestro e il ponticello sulla roggia Bordone.
Foto tratta da: Cascine a Milano, Edizioni Provincia di Milano e Comune di Milano


 



 


Tratto dal giornale locale zona ex 16 (Barona-Ronchetto sul Naviglio) "LA SEDICESIMA"


Sopralluogo di osservazione e curiosità tra quel che resta
C'è anche il cimitero abbandonato


di Lorenzo Vicentini


Consultando vecchie carte stradali, all'altezza del Ronchetto, in via Merula, si può notare con sorpresa il simbolo che sta per cimitero. E' segnalato neppure in decenni remoti, ancora negli anni Settanta. Per di più, sulla mappa Milano Ovest dell'Istituto Geografico Militare, rilevata nel 1950, ha la stessa consistenza in superficie del cimitero di Baggio.


Quelle due decadi, 1950-1960 e 1960-1970, hanno visto l'abbandono della struttura e della funzione; le ultime due decadi hanno radicato l'abbandono della memoria. Infatti, chi si potrebbe accorgere che quella distesa di sterpi un tempo era testimone di uomini e donne che portavano omaggio ai loro cari?


A dire la verità, sapendo che lì c'era il cimitero, uno dopo ne scorge anche le caratteristiche. Il perimetro è tuttora ben definito. La forma dell'area è quadrata, quella canonica, 15x15 m, penso. Un po' sopraelevata sui campi. Anche qui secondo logica. Il vialetto centrale salta subito all'occhio. Abilmente spianato, con due gonfie coste di terra ai lati. Verso l'angolo sud-est si evidenzia un singolo tumulo. Non in tutte le sue parti.


Restano chiari il principio del camminamento laterale e il declivio che dal sommo della pancia di terra va verso di esso. Dall'atra parte è tutto molto confuso. Se ne puo determinare la conclusione seguendo la ghiaietta, i sassolini di tipo non molto differente da quelli che ci sono a Musocco.


Probabilmente era una tomba a terra povera, senza lapide, senza gran pompa, con la targa del nome e delle date di nascita e morte. Non è strano, era una frazione di campagna, di povera gente. Ma anche all'interno di questa comunita ci doveva essere la famiglia di spicco.


Contro il centro del muro nord c'e della muratura libera senza vegetazione. In tutti i cimiteri di
paese e la posizione delle cappelle di famiglia e delle tombe monumentali. Verso la chiesa, venendo dall'ingresso, in questo caso a ovest, dalla parte del fosso. Sulle lastre non nasce erba: e anche una volta levato il basamento non resta prato perché non viene infisso a terra, viene cementato su di un substratO artificiale. Il contorno è desolante; il terrapieno d'ingresso è sotto una montagna di immondizia. Ovunque le piante tipiche dei suoli degradati, ailanto, artemisia e piantaggine.


Si potrebbe piantare un cartello "Vecchio cimitero del Ronchetto" con sotto scritte un po' di date. Almeno per tenere lontani i rifiuti da vecchi contadini che, quando toccava a loro, portavano fiori o si toglievano il cappello.


allegato2a cimitero


 


La foto mostra la zona del cimitero storico del Ronchetto in via Merula.
II sarcofago nel riquadro mostra i tipici fori per la lastra di copertura
(VI-VII secolo)


 





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Allegato 2b


Itinerari di San Carlo Borromeo nella cartografia delle visite pastorali


Questa mappa della PIEVE DI CESANO rappresenta la chiesetta di S. Silvestro che all'epoca era dotata di un campanile, inserita come parrocchiale nella Villa "di Ronchetto" (Villa Corio).
Più tardi, nel '700, il futuro papa Clemente XIV detto "il primo papa borghese" vi predicò per un certo periodo; divenuto papa, concesse alla chiesa il beneficio delle indulgenze plenarie.


 


Allegato 2c


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Allegato 2d


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La chiesa di S. Silvestro nel luocco di Ronchetto


 


Allegato 2e


Il seguente articolo, scritto da Sandra De Marco, è stato tratto da Cronaca Qui del 6 maggio 2008


VIA MERULA
Si trovava nella cascina Corio oggi in fase di ristrutturazione


Il cantiere cancella la Madonnina. I fedeli minacciano la rivolta


Per anni è stato un luogo di culto, un santuario dove pregare e recitare il rosario. Oggi, invece, la cascina Corio in via Merula, sta per diventare un residence private con tanto di loft e super attici. Nulla di male, certo, se non fosse per un piccolo particolare: l'antica scultura della Madonna dei Gigli, custodita al suo interno per secoli e meta dei fedeli del quartiere, sembra essere scomparsa. Da quando sono cominciati i lavori di ristrutturazione della cascina, nel 2006, i cittadini hanno perso le tracce della Madonnina, un'opera risalente al 1400, e oggi temono che possa essere andata perduta o, peggio, che possa essere stata danneggiata se non addirittura trafugata. L'immagine sacra, realizzata su ceramica pare agli inizi del XV Secolo da Luca della Robbia, per anni è stata un punto di riferimento religiose dei resident! della zona (via Merula e una traversa di via Ludovico il Moro) che durante il mese di maggio, il mese della Madonna, si recavano in cascina in processione per recitare il rosario.


LETTERA AL SINDACO
Per questo motivo il comitato di quartiere "Verdi Navigli" circa due settimane fa ha scritto una lettera indirizzata direttamente al sindaco Letizia Moratti chiedendo di verificare se l'opera d'arte, tutelata insieme alla cascina dalla Sovrintendeza ai Beni architettonici, si trovi ancora dentro la villa. «Siamo andati a visitare il cantiere ma non abbiamo visto la nostra Madonnina - denuncia Emilia Franco, presidentessa del comitato - non è piu al suo posto, incastonata nella parete della piccola chiesetta a fianco alia cascina: chiediamo soltanto che ci venga restituita. » A sostenere i residenti anche il parroco, don Alberto Sacco: «Appena aperto il cantiere - racconta don Alberto - avevo chiesto alia ditta costruttrice che l'irnmagine della Madonna potesse essere trasferita all'interno della chiesa di San Silvestro, ma mi e stato risposto di no ».


LA DITTA: «E' stata coperta »
I cittadini minacciano di sporgere denuncia: «Vogliamo essere sicuri che sia ancora lì dove è sempre stata e chiediamo che venga trasferita, altrimenti sporgeremo denuncia ». Dal cantiere però assicurano che la Madonna non è affatto scomparsa: «E' sempre qui - dichiara Giovanni Luglio, responsabile commerciale della Areas Spa, la ditta che sta eseguendo i lavori - è coperta per evitare che si rovini ».


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Allegato 2f


COMITATO DI QUARTIERE METROPOLITANO SA.SB
"SANTI, S. COLOMBANO, BUCCINASCO, ENNA, MERULA"


c. f. 97331050159 Associazione senza fini di luero
sede: via F,Santi, 8 - 20143 Milano Tel. 02/8136656
zona 6


Al Ministro per i Beni e le Attività Culturali
FRANCESCO RUTELLI
Via del Collegio Romano, 27
00186 Roma
RACCOMANDATA A. R. 1309661 del 10/07/07


Milano, 7/7/07


Oggetto: Cascina Corio-Durini-Beltrami - monumento nazionale Legge 1089/39
via Merula n. 13/15, ex 17 (chiesetta dismessa)
Milano zona 6 (Naviglio Grande)


Egregio Signor Ministro,


Milano non è certo il massimo per la tutela delle sue opere storico artistiche, infatti alcune fra le più storiche strutture sui Navigli continuano a essere a rischio.


Attualmente è in restauro conservativo la cascina in oggetto, insostituibile per documentare la storia di Milano. Poiché nel progetto presentato si dichiara che non ci sono notizie sufficienti, abbiamo stampato e distribuito il "quaderno del territorio" n. 4, che alleghiamo insieme ai riferimenti precedenti sulla cascina, con le nostre ricerche bibliografiche e un collegamento urbanistico coi comuni viciniori.


II nostro scopo è ottenere interesse per il progetto ambientale ECO-MUSEO TRA I NAVIGLI, tendente a preservare tutta l'area del vecchio cardine metropolitano milanese con le prime strutture di urbanizzazione e la campagna circostante fra il Naviglio Grande fino alla Darsena di Porta Ticinese, e di ritorno verso Pavia (Naviglio Pavase); dal Castello di Buccinasco all'ex-cascina Ranza (Università IULM), zona praticamente ignorata dalla cultura ufficiale da un punto di vista storico-archeologico, mentre il cuneo Argelati-Magolfa sembra abbastanza integrato perché più vicino al centro città.


La Corio è importantissima per questo progetto culturale, ma stiamo constatando in questi giorni l'abbattimento del tetto della chiesetta nonché del pilastri con archi originali superstiti della corte nobile né comprendiamo cosa verrà fatto in quanto l'ufficio Sviluppo del Territorio, contattato per la legge 241/90, non ci ha rilasciato gli "alzati" prospettici del n.15 ma solo delle stalle del n.13.


La chiesetta ha la tipica forma a capanna con portale a tutto sesto e ocello. E' sensibilmente più bassa della casa Corio in asse.



Non abbiamo nulla in contrario all 'inserimento di volumi di servizio invisibili dall'esterno, ma crediamo che LA SAGOMA E IL PROSPETTO DELLA CHIESETTA DEVONO RIMANERE PERCEPIBILI NETTAMENTE NELLE ARMONICHE PROPORZIONI ORIGINARIE, NELLO SPIRITO DELLA LEGGE DI TUTELA. E' vero che ci sono esigenze commerciali e i diritti di guadagno della proprietà. Ma esiste pure an vincolo di forma , apposto dalla massima Istituzione nazionale, lo Stato medesimo che fonda il suo prestigio sulla tradizione storica espressa dalla memoria materiale.


Tutto ciò aveva ben recepito la Regione Lombardia stanziando nel 1997 sei miliardi e mezzo delle vecchie lire.


II Comune, comproprietario fino all'anno scorso al 50% del complesso, ha lasciato tutto allo sfascio. Questo Comitato e alcuni inquilini si sono attivati per due decenni curando alcune opere più vulnerabili al degradO e ai vandali e divulgando l'interesse storico del monumento con mostre, visite delle scuole, pubblicazioni, denunce, manutenzioni ordinarie.


E PERTANTO LE CHIEDIAMO, SIGNOR MINISTRO,
- che Ella acquisisca i dati reali del progetto per evitare abusi, errori o equivoci da parte del nuovo proprietario, con particolare riferimento alla chiesetta dismessa;


- che in ogni caso vengano evidenziati o inseriti i profili originari dei manufatti, in particolare l'altezza e il prospetto della chiesetta su via Enna con portale e ocello, senza altre aperture. Così pure per le teorie di archi interessanti originariamente il lato sud, sia all'esterno che all'interno (forme visibili sulla muratura in contro luce). Se possibile, mantenere l'apertura inquadrata in marmo sul lato sud in asse all'androne d'ingresso.


- che venga subito trasferita la ceramica della MADONNA DEI GIGLI originaria della Chiesa, oggi immurata nel cortile padronale coi lavori di cantiere tutt'intorno (pare sia stata già danneggiata! ...), ricoverandola per tutta la durata dei lavori, all'interno della Chiesa di S. Silvestro distante pochi metri. A tal proposito il Parroco è disponibile ed anzi lo auspica;


- che si presenti subito un bozzetto di restauro dell'androne con lo "stemma C" dei Corio, cartigli e lunette affrescate direttamente al Ministero in quanto la Sovrintendenza non pare affatto interessa;


- idem per il grande camino a decori plastici di stile francese (rif. all'educazione parigina di Galeazzo Maria Sforza, V duca di Milano, capo di Marco e Giovanni Antonio Corio) e i due bassorilievi a lato;


- messa a disposizione degli studiosi di fotografie sia del "Crocefisso gotico" affrescato, sia della fascia controsoffitto con "putti ed elementi floreali" (potrebbe essere del Ghisolfi che lavorò alla "camera picta" della cascina Borromeo Arese, al confine di Corsico sul Naviglio)...


RINGRAZIAMO SENTITAMENTE E RESTIAMO IN ATTESA.


Emilia Franco (Presidente e L.R.SA.SB)
All/3 c.s.
Riferimenti evidenziati



Allegato 2g


COMITATO DI QUARTIERE METROPOLITANO SA.SB
"SANTI, S. COLOMBANO, BUCCINASCO, ENNA, MERULA"


c. f. 97331050159 Associazione senza fini di luero
sede: via F,Santi, 8 - 20143 Milano Tel. 02/8136656
zona 6


Alla Sovrintendenza per i beni architettonici e paesaggio
piazza Duomo, 14
20121 Milano


Alla c/a del Dottor ARTIOLI


Oggetto: cascina Corio-Durini-Beltrami/Monumento Nazionale L.1089/1939


Gentile Sovrintendente,


1 - da qualche settimana in via Merula sono cominciati i lavori di restauro filologico lungamente attesi fin da quando la Regione Lombardia stanziò ben sei miliardi e mezzo per questo scopo; si era stabilito inoltre di creare un centro culturale all'interno.


2 - All'ufficio "Sviluppo del Territorio" ci sono stati consegnati su nostra richiesta solo alcuni grafici, non sufficienti a capire cosa si vuole fare con l'asportazione del tetto della ex chiesetta Corio, nonché la scomparsa di numerosi archi su piloni all'interno del cortile padronale: cos'altro sara abbattuto?


3 - La relazione tecnica firmata dal progettista Leonardo Fiori lamenta la mancanza di notizie utili per la corretta interpretazione di quanto trovato alla ricognizione. Abbiamo stampato e diffuso il presente libretto, nella speranza che sia utile per ricostruire i dati carenti, pertanto lo alleghiamo per Vostra conoscenza.


4 - Dalla tabella esposta pare che sia cambiata la proprietà. Ciò non toglie che si debba rispettare il vincolo sulla casa Corio e gli annessi manufatti; in questa ottica ci dichiariamo a disposizione della Sovrintendenza, ammesso che desideri avvalersi della nostra collaborazione. Soprattutto, come abbiamo chiesto al Ministero, la chiesetta deve restare della stessa altezza e prospetto su via Enna; va salvaguardata la Madonna in ceramica, già danneggiata, nel cortile nobile; il camino Corio che presenta chiari elementi d'ispirazione alla plastica d'oltralpe (Parigi) quattrocentesca; restauro affreschi dell'androne e della fascia con putti e girari.


Cordiali saluti


Emilia Franco


Presidente e L. R. SA.SBEM


Milano, 10/07/07


Allegato 3a


Milano, 14/01/2008


COMUNE DI MILANO
DEMANIO E PATRIMONIO
PG 34352/2008
Del 14/01/2008
DIREZIONE f
(S)PROT.ZONA 6


14/01/2008


Egr. Sig.
Angelo Valdameri
Consigliere di Zona 6
Via Ovada, 8
20142 Milano


e p. c. Egr. Vice Sindaco
On. Riccardo De Corato
Piazza della Scala, 2
20121 Milano


COMUNE Dl MILANO ZONA 6 DECENTRAMETO
PG 34352/2008 Del 14/01/2008
(S) MONIT. TEC. 18/01/2008


Oggetto: Provvedimento in ordine alla Cascina di via Merula 13


Con riferimento alla Sua richiesta del 12.12.2007 concernente chiarimenti in ordine alla proprietà della cascina in oggetto, pervenuta allo scrivente in data 8.01.2008 dal Vice Sindaco, che legge per conoscenza, si comunica che il Comune di Milano - Direzione Centrale Sviluppo del Territorio ha provveduto ad alienare a mezzo di atto pubblico del 12.12.2006, allegato in copia (all. 1), l'immobile in questione.


Si precisa inoltre che il predetto atto di compravendita e pervenuto allo scrivente Settore in data 17.12.2007, PG 1087894 (all. 2).


Pertanto, per la necessità di eventuali ed ulteriori chiarimenti, si invita ad interessare direttamente la suddetta Direzione.


Cordiali saluti.


Dott.ssa Laura Mari


 



Allegato 3b


N.12523 di Rep.
N. 5631 di Racc.


ATTO DI COMPRA-VENDITA SOTTO CONDIZIONE SOSPENSIVA
REPUBBLICA ITALIANA


L'anno duemilasei il giorno dodici del mese di dicembre.


In Milano, negli uffici comunali di via G.B. Pirelli n.39.


Avanti a me Dr. Enrico Lainati, Notaio residente in Milano, iscritto presso il locale Collegio Notarile, sono personalmente comparsi i signori:


- CAZZANI EMILIO, nato a Milano il 19 agosto 1947, domiciliato per l'incarico presso la casa comunale, in qualita di direttore al territorio del COMUNE DI MILANO, con sede in Milano, Via G. B. Pirelli n.39, codice fiscale 01199250158, munito degli occorrenti poteri in forza di delibera del Consiglio Comunale del 22 dicembre 2005 PROT.GEN. 1266143/2005 N.REG.DEL. 91/05, nonché incarico dirigenziale PG 840361/2006 del 5/9/2006, in copie conformi qui allegate rispettivamente sotto le lettere "A" e "B";


- BELTRAMI GADOLA DANIELE, nato a Milano il giorno 16 marzo 1970, domiciliato per la carica presso la sede sociale, che interviene al presente atto in qualità di Amministratore Unico e legale rappresentante della Società IL RONCHETTO S.R.L., con sede in Milano, Via Carducci n. 8, con capitale sociale di Euro 386.586,00 interamente versato, iscritta nel Registro delle Imprese di Milano - codice fiscale 06540290159, e numero di R.E.A. 1102163, munito degli occorrenti poteri in forza dello statuto sociale;


- CASASSA LUCIO, nato a Torino il giorno 25 febbraio 1947, domiciliato per la carica presso la sede sociale, che interviene al presente atto in qualità di Consigliere e legale rappresentante della Societa ARCAS S.P.A., con sede in Torino, Via Volta n. 8/B, con capitale sociale di Euro 10.875.000,00 sottoscritto e versato per Euro 7.500.000,00, iscritta nel Registro delle Imprese di Torino - codice fiscale 07875740016, e numero di R.E.A. 928832, munito degli occorrenti poteri in forza di verbale del Consiglio di Amministrazione in data 30 novembre 2006, che in estratto autenticato si allega al presente atto sotto la lettera "C".



Detti comparenti della cui identità personale io Notaio sono certo convengono e stipulano quanto segue


premesso



- che il Comune di Milano e la società Il Ronchetto s.r.l. sono proprietari per la quota di un mezzo ciascuno degli immobili in Milano Via Merula 13/15 meglio in seguito descritti;


- che il Comune di Milano, a seguito di delibera del Consiglio Comunale n. 91 in data 22 dicembre 2005, ha indetto una gara a trattativa privata per la vendita della quota di metà di sua proprietà di detti immobili, previa comunque pubblicazione di avviso pubblico in data 10.8.2005 su Burl e sulla stampa dei quotidiani;


- che la società ARCAS S.p.A. si è aggiudicata la gara con un'offerta di Euro 2,207.000,00;


- che la societa Il Ronchetto s.r.l. si e dichiarata disposta alla vendita della sua quota di metà di detti immobili, per cui ARCAS S.p.A. acquista l'intera proprietà.



Ciò premesso e ritenuto


Il COMUNE DI MILANO e la societa IL RONCHETTO S.R.L., come sopra rappresentante, cedono e vendono, ciascuno la propria quota di metà e complessivamente per l'intero, ala società ARCAS S.P.A. che per mezzo del suo legale rappresentante accetta ed acquista sotto la condizione sospensiva di cui a seguito, la piena proprietà dei seguenti beni


NOMINATIVAMENTE



In Comune di Milano Via Giorgio Merula n. 13/15: villa padronale e cascina con circostanti porzioni di terreno, il tutto identificato al Catasto del predetto Comune come segue:


Catasto Fabbricati


- foglio 568, mappale 61 graffato con il mappale 65 sub. 3 e mappale 87 sub. 1, zona censuaria 3, Via Giorgio Merula n.15, Piano T, Cat. C3, cl.4, sup. cat. mq. 171, R.C.Euro 317,93;
- foglio 568, mappale 64, sub. 1, zona censuaria 3, Via Giorgio Merula n. 13, Piano T, Cat. A2, cl. 4, Cons, vani 22,'R.C.Euro 1.704,31;
- foglio 568, mappale 64, sub. 2, zona censuaria 3, Via Giorgio Merula n. 15, Cat. A5, Piano T, cl. 2, Cons, vani 2, R.C.Euro 97,09;
- foglio 568, mappale 64, sub. 3, zona censuaria 3, Via Giorgio Merula n. 15, Piano T, Cat. A5, cl. 2, Cons, vani 1,5, R.C.Euro 72,82;
- foglio 568, mappale 65, sub. 1, zona censuaria 3, Via Giorgio Merula n. 15, Piano T, Cat. A6, cl. 1, Cons, vani 2, R.C.Euro 129,11;
- foglio 568, mappale 65, sub. 2, zona censuaria 3, Via Giorgio Merula n. 15, Piano T, Cat. A4, cl. 2, Cons, vani 5,5, R.C.Euro 426,08;
- foglio 568, mappale 65, sub. 4, zona censuaria 3, Via Giorgio Merula n. 13, Piano T, Cat. A6, cl. 1, Cons, vani 2, R.C.Euro 129,1.1;
- foglio 568, mappale 65, sub. 5, zona censuaria 3, Via Giorgio Merula n. 13, Piano T, Cat. A6, cl. 2, Cons. vani 2, R.C.Euro 154,94;




- foglio 568, mappale 65, sub. 6, zona censuaria 3, Via Giorgio Merula n. 13, Piano 1, Cat. A6, cl. 1, Cons, vani 2, R.C.Euro 129,11;
- foglio 568, mappale 65, sub. 7, zona censuaria 3, Via Giorgio Merula n. 15, Piano T, Cat. AS, cl. 1, Cons, vani 2,5, R.C.Euro 103,29;
- foglio 568, mappale 65, sub. 8, zona censuaria 3, Via Giorgio Merula n. 15, Piano 1, Cat. A6, cl. 2, Cons, vani 1, R.C.Euro 77,47;
- foglio 568, mappale 65, sub. 9, zona censuaria 3, Via Giorgio Merula n. 15, Piano 1, Cat. A6, cl. 1, Cons, vani 1, R.C.Euro 64,56;
- foglio 568, mappale 65, sub. 10, zona censuaria 3, Via Giorgio Merula n. 15, Piano 1, Cat. A6, cl. 3, Cons, vani 1, R.C.Euro 90,38;
- foglio 568, mappale 65, sub. 11, zona censuaria 3, Via Giorgio Merula n. 15, Piano 1, Cat. A6, cl. 1, Cons, vani 3, R.C.Euro 193,67;
- foglio 568, mappale 87, sub. 2, zona censuaria 3, Via Giorgio Merula n. 15, Piano T, Cat. C2, cl. 8, Cons, mq. 56, R.C.Euro 199,56;


Catasto Terreni
- foglio 568, mappale 63, di ettari 00.10.50, ente urbano a partita 1;
- foglio 568, mappale 66, di ettari 00.47.50, ente urbano a partita 1, consistente in cortile/aia con al contorno edifici rustici adibiti a deposito, magazzino, stalla e porticati;
- foglio 568, mappale 88, fu d'accert. di mq.85, senza reddito, su cui insiste fabbricato rustico adibito a ricovero attrezzi e delimitate da muro di recinzione;
- foglio 568, mappale 116, fu d'accert. di mq. 28, senza reddito;
- foglio 568, mappale 117, fu d'accert. di mq. 28, senza reddito.


COERENZE in contorno a corpo:


la via Giorgio Merula, mappali 133 - 107 - 118 - 124 -69 - 68 - Roggia Bordone.
Dichiarano le parti venditrici e la parte acquirente prende atto che gli immobili in contratto sono considerati di interesse storico artistico ai sensi della ex legge n.1089/1939 poi D.I. 490/1999 ed ora D.lgs n.42 del 22 gennaio 2004 come da Decreto del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali in data 26 maggio 1997 notificato al Comune di Milano in data 23 giugno 1997 e alla società Il Ronchetto S.r.l. in data 6 agosto 1997, e trascritto alla Conservatoria dei Registri Immobiliari di Milano 1 in data 6 novembre 2003 ai nn. 88757/58154 e pertanto la presente compravendita s'intende sospensivamente condizionata al mancato esercizio da parte dello Stato del diritto di prelazione di cui all'articolo 60 e segg. del D.lgs n.42 del 22 gennaio 2004, da esercitarsi nel termine di sessanta giorni dalla comunicazione che verra resa alia competente Sovrintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici, nei modi e termini previsti dall'art.59 della suddetta Leg-ge a cura di me Notaio per incarico espressamente conferitomi dalle parti.
Gli itnmobili, costituiti da m.c. 10.620, sono destinati ad edilizia residenziale libera e funzioni compatibili nel rispetto delle volumetrie elencate nel bando di gara.


Il Comune di Milano, su richiesta della societa ARCAS, si riserva di valutare la possibilità di affidare all'Arcas stessa la manutenzione della porzione di area di cui ai mappali 68-69-124 per una profondita circa mt 3 lungo il perimetro del confine degli immobili esistenti mappali 61-65-88 e al fine di garantire la piu corretta e funzionale utilizzazione degli stessi, in conformità a quanto previsto per gli immobili sui restanti mappali oggetto della presente vendita, autorizzando la realizzazione di opere di recinzione mediante formazione di siepi aperte e con obbligo di garantire l'uso pubblico.


La Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia ha emesso in data 29 marzo 2006 prot. 4173, l'autorizzazione, ai sensi degli artt. 55 e 57 del decreto legislative n. 42/2004, per l'alienazione della parte del complesso di via Merula 13 e 15 di proprieta del Comune di Milano, in quanto "la stessa non ne pregiudica la conservazione o il pubblico godimento, individuando le seguenti destinazioni d'uso, ritenute compatibili con i caratteri storico-artistici e tali da non recare grave danno alia sua conservazione: residenza, terziario, commercio, attivita socio-culturali".


Le parti consapevoli delle sanzioni penali previste dagli articoli 3 e 76 del D.P.R. 445/2000 per le ipotesi di falsita in atti e dichiarazioni mendaci, dichiarano sotto la propria personale responsabilità - in relazione a quanto stabilito dalla Legge 4 agosto 2006 n. 248 - che il prezzo della presente compravendita è stato convenuto in Euro 4.270.000,00 (quattromilioniduecento-settantamila/00) di cui Euro 2.207.000,00 di competenza del Comune di Milano ed Euro 2.063.000,00 di competenza della societa Il Ronchetto s.r.l. è stato e verra pagato con le seguenti modalita:
- Euro 200.000,00 mediante bonifico bancario in data 4 luglio 2006 da Unicredit Banca d'Impresa - filiale di Torino su Banca Popolare di Crema - filiale di Milano, beneficiario la società Il Ronchetto S.r.l.;


 



- la restante somma di Euro 1.863.000,00 beneficiario II Ronchetto S.r.l. ed Euro 2.207.000,00 beneficiario il Comune di Milano, verra pagata il giorno dell'avveramento della condizione sospensiva di cui sopra, previa restituzione della cauzione assicurativa provvisoria rilasciata a favore dello stesso.


Essendo stato così regolato l'intero prezzo, la societa Il Ronchetto s.r.l., a mezzo del suo legale rappresentante, rilascia quietanza per la somma di Euro 200.000,00 e il Ronchetto s.r.l. e il Comune di Milano rinunciano al diritto di ipoteca legale per l'intero prezzo.


In caso di esercizio del diritto di prelazione da parte dello Stato, il Comune di Milano, previo assolvimento del prezzo, restituirà alla società acquirente la cauzione assicurativa ed il Ronchetto restituirà la somma incassata senza interessi.


Le parti, ai sensi della legge 445 sopra citata, dichiarano inoltre di non essersi avvalse di alcuna opera di mediazione.


Quanto in contratto è venduto e acquistato a corpo e non a misura, nello stato di fatto e di diritto in cui attualmente si trova, con ogni inerente ragione, azione, diritto, servitù e pertinenza, fisso e infisso, così come pervenne alle parti venditrici in virtù dei titoli e del loro possesso, con l'attuale affittanza in corso meglio infra descritta.


La proprietà si trasferisce alla parte acquirente dal giorno d'oggi sotto condizione sospensiva suddetta mentre il possesso ed il godimento si trasferiranno al momento della consegna degli immobili, liberi da persone cose ed affittanze, ad eccezione di quanto infra, da effettuarsi, a norma di legge, al verificarsi della condizione sospensiva di cui sopra.


Dalla consegna degli immobili in avanti saranno a favore e carico della parte acquirente tutti gli utili e oneri inerenti, sollevata la stessa da ogni onere relative al periodo precedente che rimane a carico della parte venditrice.


Le parti venditrici garantiscono la piena ed incondizionata proprietà e disponibilità degli immobili oggetto della vendita e ne garantiscono altresì la libertà da pesi, oneri, censi, livelli e canoni, arretrati di tasse, imposte e contributi, iscrizioni e trascrizioni pregiudizievoli, servitù, diritti possessori e gravami di ogni genere e, in particolare, da ipoteche e privilegi di qualsiasi specie, ad eccezione di quanto segue: 1) contratto di affitto stipulate in data 4 novembre 1998, che in copia si allega al presente atto sotto la lettera "D" unitamente al verbale di conciliazione, avente ad oggetto le seguenti porzioni dei fabbricati sopra descritti, e precisamente:
- porzione della particella 64 adibita ad alloggio,
- porzione della particella 66 adibita a deposito macchine agricole e magazzino,
detto contratto, nel quale la posizione di conduttore è stata assunta dal signor Claudio Sangalli, in qualità di coltivatore diretto, avrà durata sino al 10 novembre 2009; le parti venditrici dichiarano che il signor Claudio Sangalli non ha esercitato il diritto di prelazione nei termini previsti dalla legge, come risulta dalle lettere inviate dalle parti venditrici e che in copia si allegano sotto "E" ricevute dal conduttore in data 2/9/2006 per il Comune di Milano e in data 14/8/2006 per la societa Il Ronchetto;


2) vincoli della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici meglio individuati nel progetto a firma prof. Leonardo Fiori approvato in data 6 maggio 1999 dalla medesima Autorità.


Le parti venditrici si obbligano a rispondere dell'evizione e dei vizi come per legge.
Spese e tasse di quest'atto e relative sono a carico della parte acquirente.
Il presente atto è sottoposto ad imposte di registro catastale ed ipotecaria in misura ordinaria.
Ai sensi della legge 28 Febbraio 1985 N. 47 e della legge 23 dicembre 1996 n.662, le parti venditrici da me notaio richiamate sulle sanzioni penali previste dagli articoli 3 e 76 del D.P.R. 445/2000 per le ipotesi di falsità in atti e dichiarazioni mendaci, dichiarano che le opere relative alla costruzione degli immobili oggetto del presente atto sono iniziate in data anteriore all' 1 Settembre 1967 e successivamente non sono state apportate modifiche o effettuate opere per le quali sarebbe stato necessario richiedere licenza, concessione o altra autorizzazione amministrativa.


Ai sensi e per gli effetti dell'art.30 del D.P.R. 6 giugno 2001 n.380, le parti venditrici dichiarano che non sono intervenute modificazioni degli strumenti urbanistici successivamente alla data del rilascio del certificate di destinazione urbanistica che in originale si allega al presente atto sotto la lettera "F".



PROVENIENZA:
* quota di 1/4 a favore della societa IL RONCHETTO S.R.L. con atto di fusione in data 12 dicembre 1983 n. 379514/12610 di rep. a rogito notaio Luigi Piontelli di Milano, registrato a Milano - Atti Pubblici - il 20 dicembre 1983 al n. 21599 serie I e trascritto alla Conservatoria dei Registri Immobiliari di Milano 1 in data 3 gennaio 1984 ai n.ri 314/247 e successive atto di identificazione catastale con atto in data 14 marzo 1986 n. 61751/7463 di rep. a mio rogito, registrato a Milano - Atti Pubblici - il 27 marzo 1986 al n. 8710 serie I, trascritto alla Conservatoria dei Registri Immobiliari di Milano 1 in data 11 aprile 1986 ai n.ri 18424/14164;


* quota di metà a favore del COMUNE DI MILANO con atto di convenzione in data 27 luglio 1984 n. 41738/5217 di rep. a mio rogito, registrato a Milano - Atti Pubblici
- il 2 agosto 1984 al n. 24696 serie H, trascritto alla Conservatoria dei Registri Immobiliari di Milano 1 in data 2 agosto 1984 ai n.ri 38906/29653;


* quota di 1/4 a favore della societa IL RONCHETTO S.R.L. con atto di compravendita in data 4 settembre 1987 n. 82563 di rep. per mia autentica, registrato a Milano - Atti Privati - l'11 settembre 1987 al n. 8230 serie 2V, trascritto alla Conservatoria dei Registri Immobiliari di Milano 1 in data 16 settembre 1987 ai n.ri 41249/28516 successive atto di verbale di assemblea per trasferimento sede e trasfortnazione della ra-gione sociale con atto in data 14 luglio 1993 n. 17296/765 di rep. a rogito Notaio Stefano Zanardi di Milano, registrato a Milano - Atti Pubblici - il 16 luglio 1993 al n. 13030 serie 1B e trascritto alla Conservatoria dei Registri Immobiliari di Milano 1 in data 27 agosto 1993 ai n.ri 30795/21189.


Omessa la lettura degli allegati per espressa volontà dei Signori Comparenti.


Di questo atto scritto in parte di mio pugno ed in parte da persona di mia fiducia e con mezzo meccanico a sensi di legge su quattro fogli per pagine sette, ho dato lettura ai Comparenti i quali da me richiesti l'approvano e con me Notaio si sottoscrivono.


F.to Emilio Cazzani
F.to Daniele Beltrami Gadola
F.to Lucio Casassa
F.to Enrico Lainati Notaio


 



Allegato 3c


Articolo 49
Manifesti e cartelli pubblicitari


1. È vietato collocare o affiggere cartelli o altri mezzi di pubblicità sugli edifici e nelle aree tutelati come beni culturali. II soprintendente può, tuttavia, autorizzare il collocamento o l'affissione quando non ne derivi danno all'aspetto, al decoro e alla pubblica fruizione di detti edifici e aree. L'autorizzazione é trasmessa al comune ai fini dell'eventuale rilascio del provvedimento autorizzativo di competenza.


2. Lungo le strade site nell'ambito o in prossimità dei beni indicati al comma 1, é vietato collocare cartelli o altri mezzi di pubblicità, salvo autorizzazione rilasciata ai sensi della normativa in materia di circolazione stradale e di pubblicità sulle strade e sui veicoli, previo parere favorevole della soprintendenza sulla compatibilità della collocazione o della tipologia del mezzo di pubblicità con I'aspetto, il decoro e la pubblica fruizione dei beni tutelati.


3. In relazione ai beni indicati al comma 1 il soprintendente, valutatane la compatibilità con il loro carattere artistico o storico, rilascia o nega il nulla osta o l'assenso per l'utilizzo a fini pubblicitari delle coperture dei ponteggi predisposti per l'esecuzione degli interventi di conservazione, per un periodo non superiore alla durata dei lavori. A tal fine alla richiesta di nulla osta o di assenso deve essere allegato il contratto di appalto dei lavori medesimi.


 


Articolo 50
Distacco di beni culturali



1. È vietato, senza l'autorizzazione del soprintendente, disporre ed eseguire il distacco di affreschi, stemmi, graffiti, lapidi, iscrizioni, tabernacoli e altri ornamenti, esposti o non alla pubblica vista.


2. È vietato, senza l'autorizzazione del soprintendente, disporre ed eseguire il distacco di stemmi, graffiti, lapidi, iscrizioni, tabernacoli nonché la rimozione di cippi e monumenti, costituenti vestigia della Prima Guerra Mondiale ai sensi della normativa in materia.


 


Articolo 51
Studi d'artista



1. È vietato modificare la destinazione d'uso degli studi d'artista nonché rimuoverne il contenuto, costituito da opere, documenti, cimeli e simili, qualora esso, considerato nel suo insieme e in relazione al contesto in cui é inserito, sia dichiarato di interesse particolarmente importante per il suo valore storico, ai sensi dell'articolo 13.


2. È altresì vietato modificare la destinazione d'uso degli studi d'artista rispondenti alla tradizionale tipologia a lucernario e adibiti a tale funzione da almeno vent'anni.


 


Articolo 52
Esercizio del commercio in aree di valore culturale


1. Con le deliberazioni previste dalla normativa in materia di riforma della disciplina relative al settore del commercio, i comuni, sentito il soprintendente, individuano le aree pubbliche aventi valore archeologico, storico, artistico e ambientale nelle quali vietare o sottoporre a condizioni particolari l'esercizio del commercio.


Capo IV
Circolazione in ambito nazionale


Sezione I
Alienazione e altri modi di trasmissione


Articolo 53
Beni del demanio culturale


1.I beni culturali appartenenti allo Stato, alle regioni e agli altri enti pubblici territoriali che rientrino nelle tipologie indicate all'articolo 822 del codice civile costituiscono il demanio culturale.


2.I beni del demanio culturale non possono essere alienati, né formare oggetto di diritti a favore di terzi, se non nei modi previsti dal presente codice.


Articolo 54
Beni inalienabili


1. Sono inalienabili i beni culturali demaniali di seguito indicati:
a) gli immobili e le aree di interesse archeologico;
b) gli immobili riconosciuti monumenti nazionali con atti aventi forza di legge;
c) le raccolte di musei, pinacoteche, gallerie e biblioteche;
d) gli archivi.


2. Sono altresì inalienabili:
a) le cose immobili e mobili appartenenti ai soggetti indicati all'articolo 10, comma 1, che siano opera di autore non più vivente e la cui esecuzione risalga a oltre cinquanta anni, fino a quando non sia intervenuta, ove necessario, la sdemanializzazione a seguito del procedimento di verifica previsto dall'articolo 12;
b) le cose mobili che siano opera di autore vivente o la cui esecuzione non risalga a oltre cinquanta anni, se incluse in raccolte appartenenti ai soggetti di cui all'articolo 53;
c) i singoli documenti appartenenti ai soggetti di cui all'articolo 53, nonché gli archivi e i singoli documenti di enti ed istituti pubblici diversi da quelli indicati ai medesimo articolo 53;
d) le cose immobili appartenenti ai soggetti di cui all'articolo 53 dichiarate di interesse particolarmente importante quali testimonianze dell'identita' e della storia dette istituzioni pubbliche, collettive, religiose, ai sensi dell'articolo 10, comma 3, lettera d).


3.I beni e le cose di cui ai commi 1 e 2 possono essere oggetto di trasferimento tra lo Stato, le regioni e gli altri enti pubblici territoriali.


4.I beni e le cose indicati ai commi 1 e 2 possono essere utilizzati esclusivamente secondo le modalità e per i fini previsti dal Titolo II della presente Parte.


Articolo 55
Alienabilità di immobili appartenenti al demanio culturale


1. I beni culturali immobili appartenenti al demanio culturale e non rientranti tra quelli elencati nell'articolo 54, commi 1 e 2, non possono essere alienati senza I'autorizzazione del Ministero.


2. L'autorizzazione di cui al comma 1 può essere rilasciata a condizione che:
a) l'alienazione assicuri la tutela e la valorizzazione dei beni, e comunque non ne pregiudichi il pubblico godimento;
b) nel provvedimento di autorizzazione siano indicate destinazioni d'uso compatibili con il carattere storico e artistico degli immobili e tali da non recare danno alla loro conservazione.


3. L'autorizzazione ad alienare comporta la sdemanializzazione dei beni culturali cui essa si riferisce. Tali beni restano sottoposti a tutela ai sensi dell'articolo 12, comma 7.


Articolo 56
Altre alienazioni soggette ad autorizzazione


1. È altresì soggetta ad autorizzazione da parte del Ministero:
a) l'alienazione dei beni culturali appartenenti allo Stato, alle regioni e agli altri enti pubblici territoriali, e diversi da quelli indicati negli articoli 54, commi 1 e 2 e 55, comma 1.
b) l'alienazione dei beni culturali appartenenti a soggetti pubblici diversi da quelli indicati alla lettera a) o a persone giuridiche private senza fine di lucro, a eccezione delle cose e dei beni indicati all'articolo 54, comma 2, lettere a) e c).


2. L'autorizzazione é richiesta anche nel caso di vendita parziale, da parte dei soggetti di cui al comma 1, lettera b), di collezioni o serie di oggetti e di raccolte librarie.


3. Le disposizioni dei commi precedenti si applicano anche alle costituzioni di ipoteca e di pegno e ai negozi giuridici che possono comportare l'alienazione dei beni culturali ivi indicati.


4. Gli atti che comportano l'alienazione di beni culturali a favore dello Stato, ivi comprese le cessioni in pagamento di obbligazioni tributarie, non sono soggetti ad autorizzazione.


Articolo 57
Regime dell'autorizzazione ad alienare


1. La richiesta di autorizzazione ad alienare é presentata dall'ente cui i beni appartengono ed é corredata dalla indicazione della destinazione d'uso in atto e dal programma degli interventi conservativi necessari.


2. Relativamente ai beni di cui all'articolo 55, comma 1, I'autorizzazione può essere rilasciata dal Ministero su proposta delle soprintendenze, sentita la regione e, per suo tramite, gli altri enti pubblici territoriali interessati, alle condizioni stabilite al comma 2 del medesimo articolo 55. Le prescrizioni e le condizioni contenute nel provvedimento di autorizzazione sono riportate nell'atto di alienazione.


3. II bene alienate non può essere assoggettato a interventi di alcun genere senza che il relative progetto sia stato preventivamente autorizzato ai sensi dell'articolo 21, comma 4.


4. Relativamente ai beni di cui all'articolo 56, comma 1, lettera a), e ai beni degli enti e istituti pubblici di cui all'articolo 56, comma 1, lettera b) e comma 2, I'autorizzazione può essere rilasciata qualora i beni medesimi non abbiano interesse per le raccolte pubbliche e dall'alienazione non derivi danno alla loro conservazione e non ne sia menomato il pubblico godimento.


5. Relativamente ai beni di cui all'articolo 56, comma 1, lettera b) e comma 2, di proprietà di persone giuridiche private senza fine di lucro, l'autorizzazione può essere rilasciata qualora dalla alienazione non derivi un grave danno alla conservazione o al pubblico godimento dei beni medesimi.


Articolo 58
Autorizzazione alla permuta


1. II Ministero può autorizzare la permuta dei beni indicati agli articoli 55 e 56 nonché di singoli beni appartenenti alle pubbliche raccolte con altri appartenenti a enti, istituti e privati, anche stranieri, qualora dalla permuta stessa derivi un incremento del patrimonio culturale nazionale ovvero l'arricchimento delle pubbliche raccolte.



Allegato 4


all4


RESTAURO CONSERVATIVO E RECUPERO
VIA MERULA 13/15 MILANO


RELAZIONE TECNICA
Luglio 2006


Allegato 4a


RELAZIONE DI PROGETTO
Il complesso di via Merula 13 e 15 è vincolato ai sensi della L. 1089/39 e della L. 1497/39.
Il progetto pertanto è stato concepito al fine di rispettare i criteri dettati dai vincoli legislativi succitati.
Il complesso rurale è costituito da du ecorti dove si affacciano un edificio principale denominato "Villa Beltrami" (con annessi dei rustici) e altri due edifici destinati a stalle, fienili e depositi.
Per quanto riguarda la sistemazione planivolumetrica del complesso, il progetto mantiene le sagome esistenti e vengono demolite solo le superfetazioni, conservando così l'assetto originario dell'insediamento.
In particolare per quanto riguarda la Villa, si seguirà il criterio del "restauro conservativo", evidenziando anche sulle facciate gli elementi caratterizzanti e originari che affiorano dalle murature.
Per quanto riguarda il fienile, nel rispetto del criterio della consevazione, dovendo però mutare sostanzialmente la destinazione d'uso, sono stati introdotti i seguenti elementi per tamponamenti: murature al piano terra; vetrate con profili in legno primo piano. Tali elementi, posti sul filo interno della facciata, scandita dai pilastri in mattoni a mano, permettono comunque di leggere il fabbriato con i suoi ritmi originali.
Per quanto riguarda i materiali delle facciate saranno ripresi-restaurati-integrati quelli esistenti e originali: manti di copertura in coppi antihi; lattonerie in rame; intonai in grasselllo di ale a grana fine tipo "intonahino" della ditta "La Calce del Brenta" colore bianco per la villa e colore "giallo solare" per il fienile (vedi campioni allegati); serramenti in legno verniciato colore RAL 7042 "grigio traffico a" per la villa e colore RAL 7040 "grigio finestra" per il fienile (vedi campioni allegati). Saranno inoltre restaurati gli affreshi, i medaglioni in otto, i soffitti lignei dei porticati, le colonne binate in pietra e i pilastri in mattoni a mano.
Per quanto riguarda le pavimentazioni esterne, saranno mantenute e integrate quelle in pietra nei porticati e in ghiaietto nelle corti.
Quanto sopra è stato concordato con la Soprintendenza e approvato dalla stessa (Autorizzazione del 6/05/99 prot. MA/ma).
Il progetto inoltre, era già stato autorizzato con provvedimento di autorizzazione paesistica (PG 172.176/1999 18/11/1999).


Milano, 29 gennaio 2007
Comune di Milano


Allegato 5


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Allegato 6


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Allegato 7a


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NOTE ALL'ALLEGATO 7a


La copertina raffigura l'arco d'ingresso alla corte rurale, n.13 di via Merula, ribassato secondo lo stilema seicentesco dei Durini. Tali archi ribassati su pilastri fiancheggiavano la via d'acqua coperta tra il Naviglio Grande e la zona detta "ARSENALE" nel cortile nobile (n.15) della villa, vedi piantina (3).


L'acqua proseguiva anche dietro la Corio formando una piccola darsena nella zona oggi detta Martinelli-Coppin (divenuta nell''800 cava di ghiaia - vedi pozzo di estrazione). VEDI DARSENA CORIO (fuori testo)


Un arco ribassato su pilastri rimane all'esterno della villa (2), visibile dalla via San Colombano. Sull'affaccio in via Ludovico il Moro i moderni palazzi costruitivi, per memoria storica, mantengono la forma di archi ribassati su pilastri nei portici contigui alla Chiesa di San Silvestro (1).


Con (4) è segnato l'affaccio su via Enna della chiesetta sconsacrata. Poiché qui confluiva anche la roggia BORDONE sulle mappe della Curia è indicata "acqua grossa". A lato, nel '500, c'era un portico che conduceva al cimitero, a fianco della chiesa un piccolo campanile.


Col (5) è segnata la posizione dell'arco di copertina.


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NOTE ALL'ALLEGATO 7b
Riguarda la centuriazione romana, a partire dal 225 a.C. con la battaglia del Ticino, l'accampamento del Console Marcello alle porte di Milano (oggi Castello di Buccinasco) e progressivi insediamenti lungo il cardine via Barona, Porta Ticinese, Cordusio, Manzoni, ecc. corrlati alle vie militari o decumani.


II decumano su cui sorge la Corio era proprietà Orsini di Roma dal Mulino Doppio ai Castelli Roma e Solaro, e restarono intitolati al "Marchese di Roma" fino al 1800, quando fu tracciata la via Merula che lasciava all'interno il piccolo cimitero segnato qui sotto sulla mappa locale.


Nella mappa che segue - edita da TCI, PROVINCIA E PARCO AGRICOLO SUD MILANO nel 2001 , si riporta Villa CORIO BELTRAMI come "Villa, Parco, Palazzo Storico di particolare pregio" abbinata alla Chiesa.


TRE CASTELLI AL RONCHETTO SUL NAVIGLIO = CASCINA VILLA CORIO-BELTRAMI
Tratto da: AG-GUIDE ZONA 6 Ed. Comune di Milano


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ALLEGATO 7b


IL CONTESTO STORICO


Il cuneo verde tra il Naviglio Grande e il Naviglio Pavese, con vertice a Porta Ticinese, è il tipico paessaggio storico rurale di impianto romano - dal II secolo a.C. e secoli seguenti, modificato dai Visconti e dagli Sforza nei secoli XIV - XVI con l'istituzione del laitfondo coltivato a gelso, riso e mais.


Il sistema del Naviglio Grande, di progetto leonardesco è un esempio storico di interazione tra città e campagna: gli spostamenti lungo le vie d'acqua per l'approvigionamento della città con prodotti agricoli e di allevamento, furono funzioni storiche primarie, attraverso i secoli.


Quando si sviluppò il trasporto via terra, i navigli, che circondavano la città e fiancheggiavano le vie vennero ricoperti: solo il Naviglio Grande e il Naviglio Pavese, con il loro sistema di rogge, si salvarono perchè un movimento popolare, con a capo Luca Beltrami, si mobilitò duramente per mantenere integro questo modello di canali idrici polifunzionali, primo in Europa.


Nella mappa della zona tra i navigli è ancora evidente il tracciato viario romano, costituito da una via principale, il cardo (l'asse nord-sud), che incrociava il decumano (l'asse est-ovest), formando il sistema a scacchiera tipico degli accampamenti romani.


Agli incroci tra i cardi e i decumani si installarono le cascine e le relative stalle per gli animali.
Nel Medioevo i viandanti e i commercianti continuarono a servirsi di queste strade, passando attraverso le aie e le corti delle cascine, dove potevano trovare vitto e alloggio.


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ALLEGATO 7c


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Scempio del prospetto dal Naviglio per ricavare degli attici che non c'erano = B - B'
MONUMENTO NAZIONALE VILLA CORIO BELTRAMI (1450 ca.)


NOTE ALL'ALLEGATO 7c



La componente storico-artistica della CASA CORIO BELTRAMI che costituisce il contenuto principale del VINCOLO 1089/39, subisce un danno gravissimo dal rialzo dell'altezza nel prospetto principale: vedi foto 3-4. Tale rialzo, praticato allo scopo evidente di ottenere un piano in più di abitazioni, mediante il raddoppio abbondante dell'angolo di spiovente del tetto, snatura gravemente il significato sia archeologico sia rinascimentale-Umanesimo quattrocentesco dell'opera.


- Contenuto archelogico del vincolo
Il portale riprende l'antico viale d'accesso in asse con il Naviglio che proseguiva all'origine verso la campagna (epoca romana) allacciandosi al sistema della centuriazione e al pre-cardine di Milano.
Tale significato di "passaggio militare" fu mantenuto nella costruzione quattrocentesca, voluta come DAZIO/DOGANA dai Corio che esigevano il contributo per conto dei Duchi VISCONTI-SFORZA. Dal punto di vista stilistico, la facciata è di una estrema sobrietà, tanto da evidenziare il portale come UNICO ELEMENTO FOCALE, basato sulla "sezione aurea".


Difatti l'intera altezza della facciata, fino all'imposta del tetto, anch'esso abbastanza piatto e di scarso impatto visivo, è (era) occupata dal portale riquadrato in pietra e sormontato dallo stemma di Giovanni Corio, capo della guardia ducale.


Risultato: un effetto di "porta civica" e più recentemente "trait-d'union" tra città e campagna, che sono valori urbanistici puri.


Valori completamente stravolti dal cosiddetto "restauro" che ha asportato il tetto originale sostituendolo con una nuova pesante copertura fortemente rialzata, sul prosetto principale, e ancor più all'interno del cortile n.15. Tanto che fin dal Naviglio, mortificata la squisita porta-passaggio di valorizzazione prospettica su via Merula, INCOMBE UN GROSSO CASONE DI CAMPAGNA VIEPPIU' INVOLGARITO DALL'INCONGRUO TIMPANO/SERPENTONE CHE SPUNTA DALL'INTERNO DEL CORTILE.


- Squilibrio formale del prospetto di "via Merula sul Naviglio Grande"
Con la ripresa della navigazione sui Navigli già attuata in Lombardia dall'Istituto Navigli-Navigli Lombardi, ed oggi in vista dell'Expo 2015 fortemente propugnata anche dal Sindaco di Milano, in una dimensione ormai "europea", sarà indifferibile mostrare ai visitatori quello che era la principale struttura, dopo il Duomo, legata al transito commerciale sul Naviglio. Per intenderci, il luogo milanese dove risuonava il celebre motto: AD USUM FABRICAE OPUS (per la fabbrica del Duomo) che indicava "franchigia".


Ma la STORIA NON E' UN'OPINIONE. Almeno questa visuale del monumento nazionale dev'essere rimesso a posto com'era. Altrimenti è assurdo parlare di ECCELLENZA MILANESE, dato che per un misero lucro che ha apposto il vincolo 1089/39, ai danni della città che perde una insostituibile memoria storica, ai danni di una periferia già snaturata e deprivata negli scorsi anni.


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NOTE ALL'ALLEGATO 7d


Questa è la scheda che la pubblicazione RISCOPRIAMO LA CITTA'... LE CASCINE, dedica alla CORIO BELTRAMI. Pur contenendo alcuni errori di date e varie imprecisioni, raccoglie le principali notizie a scopo divulgativo nella zona, svolgendo un'importante azione di supplenza culturale e ambientalismo.


ALLEGATO 7d


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In via Merula, all'interno del quartiere Ronchetto sul Naviglio, sorge la cascina Corio: edificio che si fa risalire al Cinquecento, come attestato da una targa marmorea con lo stemma araldico dei Corio, originariamente infissa sopra il portone di ingresso al fabbricato e, dopo l'Ottocento, collocata all'interno della casa, dall'allora proprietario G. Beltrami.



Allora il quartiere Ronchetto costituiva comune a sé stante in un territorio fertile per la presenza di numerose rogge, fontanili e del Naviglio Grande; le coltivazioni riguardavano la cerealicoltura.


prime notizie storiche risalgono al 1515 e riferiscono di un tal Corio, capitano delle guardie di Galeazzo Maria Visconti, che, concessionario del sale per Milano e Bereguardo, esigeva il dazio da chi transitava in barca sul naviglio, esercitando il controllo ed il monopolio sulla navigazione.



Nella seconda metà del '600, la proprietà passò alle monache di Santa Maria Valle e, vent'anni dopo, con l'acquisizione dei domini di Ronchetto e Robarello, alla potente famiglia dei Durini, feudatari di Monza. Questi ultimi cominciarono a costruire il grande fabbricato con l'attuale struttura a forma di 'L', mai peraltro ultimato. L'impronta data dai Durini rimane nell'androne con volta a botte affrescata con decorazioni e grottesche rinascimentali; il portico a colonne binate nella corte principale è tipico di quell'epoca.


Nel cortile si trova un prezioso gioiello dell'arte italiana: sul muro della cascina, a circa due metri di altezza, una piccola edicola sorregge una scultura di porcellana (risalente alla famosa scuola dei Della Robbia) raffigurante una Madonna inginocchiata che osserva il Bambino Gesù adagiato su un pagliericcio.


La parte posteriore della villa, che dà verso il cortile rustico dell'annessa fattoria, conserva un portichetto da cui si accede ad una sala dove troneggia un grande camino in pietra, ornato con fregi, risalente alla fine del '500. Tutto l'interno è stato trasformato con il tempo e adattato a esigenze abitative private.


Nell'Ottocento fu acquistata dai conti Beltrami, che ebbero grande cura della villa, restaurandola e aggiungendo i tondi in cotto di stile rinascimentale (copie di quelli esterni di Santa Maria alle Grazie), che si possono ancora ammirare sul porticato della prima corte. All'interno del complesso è presente una piccola chiesa, ora sconsacrata, rimasta intatta sino agli inizi del secolo.


Oggi la cascina Corio ha cessato purtroppo la sua attività agricola, a seguito dello sfratto che gli agricoltori hanno ricevuto. È vincolata dalle Belle Arti a tutela storico artistica ambientale (Legge 1089/39 del Ministero Beni Culturali) e inserita dal piano regolatore all'interno di un nucleo di interesse storico e ambientale; la parte di proprietà comunale è stata recentemente ceduta e la cascina è ora interamente privata.


 



DARSENA CORIO
FUORI TESTO


fuori testo


SCHEDA INFORMATIVA NON INSERITA NEL FASCICOLO DELL'ESPOSTO


La presenza dell'acqua, per molti secoli, ha reso il terreno della ex Darsena Corio adatto a essere sfruttato come cava di ghiaia e altri materiali per l'edilizia: a ricordo resta il pozzo, molto particolare, che si può ancora vedere nel pratone MARTINELLI/COPPIN. Dato il basso pescaggio della Darsena, simile al Naviglio, la fascia fra i due e tre metri al di sotto potrebbe contenere reperti archeologici.


 



 


NOTE ALL'ALLEGATO 7f


La quarta pagina di copertina della pubblicazione riproduce una mappa seicentesca della zona tra i Navigli Grande e Pavese.


Quasi tutte le rogge hanno origine dal Naviglio Grande, attraversano la campagna e vanno a scaricarsi nel Naviglio Pavese che, rientrando dalla Darsena di Porta Ticinese, riporta le acque reflue verso il Ticino.


L'unico fiume, l'OLONA, è rappresentato da nord-ovest a sud-est con tratto serpeggiante, così come i due rami dell'Olona che dopo un percorso "interrato" riemergono a sud del Naviglio l'uno a San Cristoforo, l'altro presso la Darsena, col nome di Vetra.


Villa Corio è indicata col toponimo "RONCHETTO" perchè all'epoca costituiva insieme a poche centinaia di famiglie, il piccolo comune detto appunto Ronchetto.


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cascine cover2bis thumbnail


 



 


NOTE ALL'ALLEGATO 8a


FOTO 1 - Emiportale ingresso VILLA CORIO, originale del '400 in stile tardo gotico



FOTO 2 - Ceramica di Luca della Robbia Natività dei Gigli circa 1480. La bottega della Robbia componeva multipli su ordinazione, componendo delle figure sacre con elementi graditi ai committenti. Tali multipli non sono considerati copie, ma originali di valore


FOTO 3 - Residui di decorazioni a fresco nel cortile padronale


FOTO 4 - Stalle a capriate sorrette da tronchi centenari


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NOTE ALL'ALLEGATO 8b


Questa scheda è tratta dalla pubblicazione Identità e ambiente sul Naviglio Grande - Il potere alle porte di Milano ed evidenzia la corrispondenza tra alcuni decori affrescati nella sala del Cenacolo di S. Maria delle Grazie di Corso Magenta, chiesa coeva, col soprarco d'ingresso di Villa Corio.


Certamente si tratta delle stesse maestranze al servizio dei duchi V e VI di Milano, cioè GALEAZZO MARIA e LUDOVICO IL MORO.


Continuum ANDRONE CORIO
SALA DEL CENACOLO
S. MARIA DELLE GRAZIE


 


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ANDRONE CASA CORIO
Tronchi alberi di Leonardo e decori stilizzati a glifi di nodi vinciani


 



 


ALLEGATO 8b


1 e 4 - Dettaglio del soprarco e affreschi nell'androne - corte nobile di Villa Corio


2 - Cenacolo di S. Maria delle Grazie con evidenziati dettagli della decorazione a fresco, corrispondenti ai decori del soprarco Corio: nastri gotici e festoni vegetali con frutti (foto Alinari per Cento Dipinti - L'ultima cena - Ed. Rizzoli)


3- Corte Corio con lacerti di affreschi a grottesche


casa corio 17


CASA CORIO


Tondo in cotto rappresentante S. Caterina d'Alessandria


(In alto a sinistra l'originale in marmo visibile nella decorazione esterna di S. Maria delle Grazie in Corso Magenta a Milano)



ALLEGATO 8c


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ALLEGATO 8d


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NOTE ALL'ALLEGATO 8d


FOTO 1 - File di archi su pilastri separano la zona detta Arsenale dal viale nel cortile padronale


FOTO 2 - Capanno dell'Arsenale cui fanno capo il sistema di archi su pilastri


FOTO 3 - Oltre all'affaccio su via Enna della chiesetta sconsacrata, in questa foto si vede il tetto dell'Arsenale parallelo al muro di recinzione - contrassegnato con A.



Milano, 11/11/08


R/AR
Riferimento:
RR I2659462I46-9 B.A.C.
RR 12849641683-0 Pr.Re.


Gent.mo On. SANDRO BONDI Ministro B.A.C.
Via del Collegio Romano, 27 00186
R0MA


e p.c. PROCURA D. R. di MILANO


Oggetto: Invio documento ALLEGATO n.8/b, erroneamente incompleto nel precedente esposto alla P. R. di Milano
Mon. Naz. "VILLA CORIO in v. Merula 13/15"


Gentilissimo Ministro,


scusandomi molto per l'incompleto invio del 15 ottobre scorso, allego la scheda con i documenti di confronto fra gli affreschi CORIO e CENACOLO: festoni con nastri graficizzati, glifi dei nodi vinciani, tronchi (come in Sala delle Asse) nei cartigli della volta, presunta firma di Leonardo ed epsilon; inoltre le due simulazioni spazio-temporali di continuum tra gli ambienti affrescati.


Data la sostanziale identità di elementi comuni anche alla Sala delle Asse del Castello Sforzesco, avrei voluto fornirLe anche le foto della fascia che sottende le lunette, che mostra, entrando a sin., l'uomo-leone (Leonardo), ma la scialbatura dovuta più che altro alla polvere plurisecolare, le rende poco leggibili e al cantiere ARCAS, dopo le mie denunce, non mi fanno mettere piede. Le propongo pertanto di chiedere alla A2A in persona del Presidente ZUCCOLI, di far precedere il restauro del Castello dal restauro alla Villa Corio, perché POTREMMO TROVARE L'AUTENTICO LEONARDO dato che non pare sia mai stato fatto alcun intervento all'interno di via Merula 15.
Le forme e i colori trovati potrebbero essere quelli giusti per non ripetere atrocità
come la piatta ridipintura di foglie che non ha niente a che vedere con la pergola neoplatonica di Leonardo.
Oppure come nel Cenacolo dove "l'operazione è riuscita ma il paziente è morto" (il paziente Giovanni Evangelista cui sono state amputate le mani giunte, per "creare" un inedito
cestino del pane sulla tavolata dell'ultima Cena.


E' risaputo che Leonardo non aveva alcuna esperienza di affreschi murali in quanto proveniente dalla bottega di uno scultore/pittore che non insegnava tale tecnica. Pertanto è plausibile che, lavorando tra Vigevano e il Castello, abbia fatto pratica intervenendo nei palazzi ducali, chiese (all'epoca unite ai palazzi), cascine, dermanii (la Corio) e fortezze ducali, su piccole superfici, purtroppo in seguito ignorate perché pesantemente restaurate in loco oppure coperte di calce in occasione di pestilenze. Solo così riuscì a creare il grande affresco del CENACOLO; e probabilmente - a mio modesto parere - l'ingresso alla CORIO che continuava dritto nei campi essendo percorso di solito a cavallo, potrebbe averlo ispirato per "il fondale" delle Grazie.


Ho presentato un progetto di percorsi leonardeschi (S. Cristoforo con l'Olona, la Corio - ambedue su decumani collegati al cardine di Milano da P. Ticinese a Castello di Buccinasco, dov'è il terzo "affresco di Leonardo"), ma solo il Presidente Formigoni li ha apprezzati davvero, dichiarandosi disponibile a finanziarli, se presentati secondo legge dai soggetti autorizzati, mentre il Comune di Milano, tramite il Direttore di Settore arch. Vallone, pur avendoci dato un appuntamento poi rimandato più volte, in pratica pare lavarsene le mani.
LE CHIEDO CARO MINISTRO DI FINANZIARE DIRETTAMENTE COL MINISTERO "Tre percorsi inediti di Leonardo", dato che la coperta finanziaria è così corta che pare non ci sia spazio veramente per Leonardo!!, ma solo per operazioni finanziarie e grattacieli storti.


In quanto alla "pergola neoplatonica" della SALA DELLE ASSE, si trattava di un luogo ameno dove era possibile l'incontro spirituale a prescindere dalla quotidianità : perciò il Moro, vedovo recente della duchessa Beatrice d'Este, morta di parto col suo bambino, poteva confortarsi nel ricordo e nella percezione de' suoi cari, tra cui anche la figlia naturale Bianca perduta da due anni.


II II uomoleone 1


Leonardo "nasconde" tra il fogliame il primo grande "pergolato vivente" a scopo illusionistico di cui si abbia notizia, inserendo decine di volti riconoscibili, insieme ad altri solo decorativi, di tutte le grandezze ed interconnessi in vari modi. Oggi li si può solo intuire come ho provato a fare dalle sfocate foto dei giornali, ma potrei fare meglio se si procederà a un restauro che ne valga la pena e non una semplice ripittura professionale.
L'imago più luminosa, Beatrice; accanto, il piccolo nato morto, proprio sotto lo stemma centrale e sopra l'uomo-leone decorativo; Ludovico il Moro a contatto sulla linea degli occhi; le due donne, FORSE, la figlia perduta Bianca e l'attuale amante Lucrezia Crivelli, che finalmente proprio in quegli anni gli aveva dato un erede. Leonardo inserisce occhi, bocche eccetera tra gli uni e gli altri, facce/profili (Picasso...), in modo che la luce delle fiaccole movendosi, le faccia apparire, scomparire, fluire le une nelle altre, creando MERAVIGLIA e commozione.


Con i migliori saluti


Emilia Franco


 




NOTE ALL'ALLEGATO 8b


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L'ARTE MODERNA E LEONARDO


fronteL'arte moderna conserva con grande evidenza alcuni tratti delle tecniche leonardesche rispetto alle immagini criptiche (cioè nascoste nella composizione e visibili unicamente attraverso l'attenta "contemplazione" del soggetto, e delle sue linee compositive, ombre luci e colori svincolate dalle immagini convenzionali.


Si crea così una rete di forme interne alla composizione, che vi appartengono ma che tuttavia costituiscono un messaggio subliminale rispetto al significato apparente e convenzionale dell'opera.


Sub-liminale significa "al di sotto della soglia della coscienza" cioè qualcosa che il nostro subcosciente, oppure la nostra intelligenza più anticonvenzionale, riesce a percepire, qualche volta anche ad analizzare, e che spesso costituisce materia usuale solo per persone iniziate a tale tecnica. Le tecniche subliminali sono oggi proibite in pubblicità, anche se invece spesso si utilizzano a nostra insaputa.


In Picasso vediamo un tipico effetto leonardesco nella contemporaneità della visione frontale e di profilo, che nel maestro rinascimentale appare accennato come in una nebbia, mentre nel pittore moderno acquista una chiarezza programmatica. Vedi disegni Bosco di betulle di Leonardo da Vinci.


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Bosco di betulle, disegno a sanguigna di Leonardo da Vinci - Windsor RL 12431


fronti


Fronti e profili (con firme) "criptici" in Jackson Pollock: Dripping su tela-Action Painting


In Pollock anche un profano può distinguere almeno il profilo centrale dell'autoritratto dopo appena alcuni minuti di osservazione "contemplativa".


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Tratto dal manifesto "Lo sguardo sulla natura"


Il Museo Diocesano di Milano ha recentemente promosso una mostra molto interessante sulla particolare disposizione degli autori antichi e moderni a lasciarsi ispirare dalla tecnica leonardesca di "antropizzare" la natura e il paesaggio in senso comunicativo. Ciò dà un significato intenso e continuo a tutti gli elementi compositivi, con l'inclusione in essi di volti "contemplanti" oppure fisionomie molto caratteristiche.



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DOCUMENTI SULLO STEMMA CORIO DELLA CASA OMONIMA al n° 15 di via Merula - Milano Naviglio Grande


Nelle "Reminescenze di Storia ed Arte nel Suburbio e nella città dì Milano" si fa riferimento a uno stemma, che si riteneva fino a ieri scomparso, e che si trovava un tempo sopra il portale di ingresso del fabbricato principale. Questo stemma aiuta a fornire una prima datazione certa al complesso di Ronchetto. Lo stemma, che raffigura l'emblema della famiglia Corio; cioè un leone uscente dalla partizione e una lettera C a carattere gotico, riporta anche le lettere I ed O, riferite probabilmente a Giovanni Cono, capitano delle guardie di Galeazzo Maria Visconti, ucciso nel Dicembre del 1476. Alla fine del secolo scorso lo stemma, in marmo di Gandoglia, venne portato all'interno della casa dal proprietario G. Beltrami, dopodiché se ne perse ogni traccia. Chiedendo a chi oggi abita nei locali nei quali si sarebbe ancora dovuto trovare si era giunti alla conclusione che lo stemma, pochi anni or sono; fosse stato staccato dal muro in occasione di lavori di ordinaria manutenzione, portato nel campo che si trova a sud dell'edificio, e che da lì fosse definitivamente scomparso, probabilmente trafugato da qualcuno che ne sospettava il valore storico. Basandosi infine su altre testimonianze si è giunti, pochi giorni fa, alla conclusione che lo stemma si dovesse trovare invece tra le macerie delle baracche del cortile minore, e la ricerca ha dato i suoi frutti. Lo stemma, che misura circa mezzo metro altezza, è molto deteriorato: la figura del leone è andata quasi completamente perduta, ma la lettera C in caratteri gotici è ancora chiaramente visibile.


TRATTO DA: Relazione tecnica e storica del progetto PG 770320/2006 Progr. 6554/2006 CO.MI. a firma: il proprietario Daniele Beltrami Gadola IL RONCHETTO S.P.A,; il progettista Dottor, Ingegner, Professor Leonardo Fiori Architetto - V. Metastasio,3 Milano



ALCUNE COORDINATE STORICHE DI RIFERIMENTO: LA CASCINA RONCHETTO SUI, NAVIGLIO E LA CASA CORIO- DURINI BELTRAMI


Villa Corio è un edificio cinquecentesco di cui resta un'attestazione sicura in una targa marmorea con lo stemma araldico dei Corio,. opera della seconda metà del secolo XV. Tale tavola di marmo era originariamente infissa sopra l'antica porta d'accesso al fabbricato e solo verso la fine dell'800 fu portata all'interno della casa dal proprietario G. Beltrami che la stava restaurando con notevole cura.


(Da S. Langè Ville della Provincia di Milano, Editore SISAR)