Intervista a Frode, un writer dalla Barona in giro per il mondo

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Intervista a Frode, un writer dalla Barona in giro per il mondo
L’articolo è tratto da «Dialogando», novembre 2012

Frode, come ti è venuta la passione del writing?
Tutto nasce nel 1992, con i miei amici della zona Barona, tra partite di basket ed un salto all'oratorio. Allora cominciavano a comparire i primi graffiti sui tanti muri liberi della zona. Fare qualcosa per gli altri proibito mi faceva sentire più libero e indipendente. Nell'adolescenza infatti si ha una percezione in bianco e nero del mondo, ci si sente nulla della società: il writing è come dire al mondo intero: “io ci sono !”.

Ora hai un lavoro, sei avvocato: condiziona la tua passione?
Ora dipingo graffiti sui muri su commissione dei proprietari. Come avvocato invece sono specializzato nel penale nero (abusi e violenze). Mi sono laureato nel 2007 all’Università Cattolica, inserendo nella tesi, per la prima volta, il tema dei graffiti legato a quello del diritto. Nel 2009 il reato di imbrattamento è diventato procedibile praticamente sempre d’ufficio e ciò è portato ad aumentare i processi a carico dei writers.
Nel luglio scorso però ho difeso due writers davanti al Tribunale di Milano, ottenendone l’assoluzione perché il giudice, con una sentenza che farà giurisprudenza in Italia, ha accolto la mia tesi: non costituisce reato disegnare con intento artistico un graffito su un muro già precedentemente degradato e imbrattato.