Il segreto di chi ha la musica dentro

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L'articolo di Nuccio Ordine è tratto da <<Sette>> del 9 settembre 2014

William Shakespeare e quelli più o meno portati all'inganno

[...] — L'uomo
Che non ha musica in se stesso, né è commosso
Dal concerto dei dolci suoni, è adatto
Ai tradimenti, agli inganni, alle rapine: in lui
I moti del cuore sono spenti come la notte,
E gli affetti scuri come l'Erebo: non fidarti
D'un tale uomo — ascolta la musica

Nel regno di Belmonte, immaginato da Shakespeare ne Il Mercante di Venezia, non contano denaro e gioielli: qui il canto degli uccelli o le bellezze naturali sono il vero tesoro. Non a caso Porzia, signora di questa magica "isola", andrà in sposa al pretendente che — tra i tre scrigni predisposti dal padre della bella ereditiera: quello d'oro, quello d'argento e quello di piombo — sceglierà il più umile, privo di ogni valore esteriore. Le leggi del profitto e dell'usura che regnano a Venezia qui vengono radicalmente ribaltate. Solo chi è in grado di commuoversi ascoltando un «concerto dei dolci suoni» può difendersi più facilmente dalle tentazioni di cedere ai «tradimenti, agli inganni, alle rapine».

Ma chi «non ha musica in se stesso», chi non ha un cuore capace di vibrare («in lui i moti del cuore sono spenti come la notte») sarà più facile preda dell'avidità del guadagno («non fidarti/ d'un tale uomo»). L'esortazione di Lorenzo («ascolta la musica») è un invito a cercare l'essenza della vita in quelle attività che possono nobilitare lo spirito, che possono aiutarci a diventare migliori, che privilegiano l'essenza sull'apparenza, l'essere sull'avere. La musica è senza dubbio una di queste. Il secondo movimento del Kol Nidrei di Max Bruch o l'ultimo dei Vier letze lieder di Richard Strauss o, perché no, una canzone di Franco Battiato sono occasioni che ci vengono offerte. Dipenderà da noi, solo da noi, saperne fare "tesoro"...