Quei decori sui sassi e l'invidia di Paul Klee

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La buona strada, di Philippe Daverio. L'articolo è tratto da <<La Repubblica>> del 23 giugno 2012


Non interessano solo noi oggi. Ne parlava già Strabone negli anni nei quali Gesù predicava in Galilea. Quindi sono proprio antichi gli antenati dei bergamaschi e forse parlavano con lo stesso accento. Sono celti molto molto vecchi, paleolitici e neolitici che arrivano fino alla prima età del ferro, quella che dura effettivamente ancora oggi con gli altiforni.

Nel mentre entravano in questa età del ferro, si misero a decorare i sassi della loro valle con una intensissima serie di graffiti che sono fra i più misteriosi che dall'età preistorica siano giunti a noi. Questi «petroglifi» son addirittura circa 70.000 e ovviamente non li potete vedere tutti, ma ne bastano alcuni ad aprire la fantasia in direzioni inattese, quelle che offrono una visione tutta particolare del rapporto con il sole, quelle che vanno a trovare le radici della rappresentazione di figure umane che avrebbero fatto invidia a Paul Klee. Tutto sotto il segno del più emozionante fra questi graffiti, la nota rosa camuna.
La passeggiata vale la pena, chi ne avesse la forza la potrebbe fare interamente dal passo del Tonale fino alle sponde del lago d'Iseo e costatare che i camuni d'oggi son proprio simpatici, polenta compresa. Hanno parenti dalla Scandinavia alla Spagna, passando dalla Francia e dai cantoni svizzeri, a dimostrazione che l'Europa c'era ben prima dell'euro.