La cascina Robarello va in rovina con i suoi affreschi. E il comune di Corsico? Non risponde

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Come abbiamo riportato in altri articoli del sito, la cascina Robarello, in passato anche residenza della famiglia Borromeo, sta letteralmente cadendo a pezzi. Ubicata nel comune di Corsico al confine con Milano (via Molinetto di Lorenteggio), l'antico edificio, tutelato anche dalla Soprintendenza lombarda ai Beni culturali, minaccia di crollare da un momento all'altro. I suoi padroni vorrebbero ristrutturarlo, ma incredibilmente nessuno dal comune risponde alle loro richieste di autorizzazione ai lavori. Anche il settimanale Sì o No si è occupato della vicenda.

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tratto da Sì o No del 8 ottobre 2004
Robarello: chi non vuole salvare la cascina? 

a cura di Federico Ughi

La Soprintendenza alle Belle Arti ha dichiarato di interesse artistico e culturale gli affreschi che ne ornano le stanze. La struttura potrebbe essere minacciata dalla costruzione di una strada

Indurabitur. La parola, dipinta su un nastro anch'esso dipinto, avvolge sinuosa un corallo, tenuto in mano da una mano misteriosa. Essa significa "sarà  reso più forte", "sarà  reso saldo". Potrebbe suonare come una beffa, ma Gaetano Pecora e Anna Carta preferiscono interpretarlo come un segnale di buon auspicio.

Ci troviamo alla Cascina Robarello di Corsico, in quella che forse un tempo era la camera da letto di un membro della famiglia Borromeo. Camminiamo su pavimento fatto di assi di legno pericolosamente inarcate dal peso delle macerie; sopra le nostre teste, da quando il tetto è crollato, c'è solo il cielo. Ai quattro lati del muro, del cellophane steso alla bell'e meglio è l'unica protezione a difesa dei preziosi affreschi secenteschi che decorano ciò che prima era una confortevole stanza. Abbastanza per la pioggia, troppo poco per garantire loro un futuro. Ma facciamo un passo indietro.

Tre anni fa Anna e Gaetano, marito e moglie, rilevano assieme ad un'altra famiglia il 50% della proprietà  della Cascina Robarello, uno dei luoghi storici di Corsico. La struttura versa in pessime condizioni, ponteggi e macerie occupano buona parte della corte interna. Le due famiglie hanno un sogno: restaurare l'edificio e renderlo abitabile per sé stessi e per i propri parenti.

A contrastare il loro sogno, l'ostruzionismo dell'Amministrazione corsichese che, dopo aver richiesto che venissero presentati progetti concreti da parte delle famiglie per operare il restauro, da due anni sembrerebbe non dare alcuna risposta alle famiglie, che di progetti ne , hanno elaborati e consegnati addirittura due. Un silenzio strano, che alimenta diversi sospetti: 'Temiamo che l'idea . del Comune - ci rivelano i coniugi - sia di costruire una strada al posto i della Cascina. Questa doveva originariamente costeggiare la ferrovia, ma in seguito il progetto è variato. Ora temiamo che il Comune stia attuando una pratica attendista: quando la Cascina crollerà  non ci sarà  nulla da salvare e sarà  più facile costruire nuove strutture".

Ma da salvare nella Cascina ci sarebbe molto: la Soprintendenza alle Belle Arti ha dichiarato di interesse artistico e culturale gii affreschi che ne ornano le stanze e tutta la struttura è stata giudicata di valore storico per Corsico e quindi meritevole di essere preservata, ma su questo non è stato possibile porre vincoli. Intanto, il tempo sembrerebbe aver lavorato a favore di quanti invece di restituire alla città  un suo prezioso patrimonio ne aspettano fa scomparsa: in estate è crollato il tetto della stanza che ospita gli affreschi ed il timore di Gaetano Pecora è che: "Con l'inverno anche il resto delia struttura crolli". Indurabitur. Un auspicio in latino non è più sufficiente.

Residenza estiva dei Borromeo
Travaglia, Molinetto, Giorgella. Lavagna, Robarello. Questi i nomi della antiche cascine di Corsico, nomi sbiaditi nel tempo per realtà  gradatamente inglobale nel tessuto urbano di una città  in rapida crescita.

Alcune non esistono più, altre tentano di resistere. Tutte costituiscono una parte rilevante della storia della città . La cascina Robarello si distingueva dalle altre per una peculiarità  che la rende ancora più interessante: non era una semplice fattoria dove lavoravano e vivevano i contadini, ma anche la residenza estiva della famiglia Borromeo.

È solo la permanenza della famiglia Borromeo che spiega l'eccezionale presenza di affreschi a decorazione delle stanze. Un tempo la Cascina era dotata anche di una Chie-setta, l'oratorio di San Francesco, istituzione voluta., paro, dallo stesso San Carlo Borromeo. La chiesetta è stata abbattuta, così la seconda delle due corti che costituivano la struttura dell'edificio.

Gli affreschi sono stati reputati dalla Commissione di esperti della Soprintendenza di buona fattura e rappresentano immagini bucoliche e festose di putti, animali esotici, alberi da frutto, prati fioriti. La stanza che li ospita è vincolata al restauro ed alla preservazione per la sua rilevanza, ma Anna Carta e Gaetano Pecora non possono mettervi mano senza l'autorizzazione comunale.

Un pezzo di storia
I coniugi Anna e Gaetano hanno fatto diverse e dispendiose ricerche sulla storia di quella che vorrebbero divenisse la propria abitazione. Ci mostrano una pianta della struttura risalente al '700, che illustra le due corti interne, attorno alle quali si organizzava la Villa. In aree diverse dell'edificio trovavano dimora i contadini, i fattori ed  i proprietari, rappresentanti i tre livelli sociali che costituivano l'economia agricola del tempo. Ci mostrano la copia dì un documento datato 1685, la testimonianza di una visita pastorale compiuta presso l'Oratorio San Francesco.

Ancora di maggior valore un minuziosissimo registro dei diversi oggetti; presenti nell'edificio, risalente a 300 anni fa. Anna e Gaetano per procurarselo hanno avuto il privilegio di consultare l'Archivio Storico dei Borromeo, sull'Isola Bella. "Non è un luogo dove si può accedere facilmente - ci rivelano -, ma quando abbiamo spiegato che si trattava di raccogliere materiale per salvare Robarello, ci hanno aiutato ed incoraggiato". La rilevanza storica della Cascina non si limita dunque alla testimonianza di un passato rurale ed agricolo, ma si fa arte per i suoi affreschi, cultura per i documenti ad essa relativi e Storia per i personaggi che vi abitarono o che vi transitarono.

"Non lasciamola crollare"
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Art. 17 - Zona di riqualificazione e trasformazione urbana. Parte di territorio soggetto ad interventi (infrastrutturali, ambientali e di trasformazione, con importante previsione di riqualificazione d'interesse generale e di recupero edilizio delle presenze rurali storiche". Gaetano Pecora ci legge il punto 17 del Piano Regolatore del Comune di Corsico e non può fare a meno di chiedersi: "A quali presenze rurali storiche da preservare potranno mai fare riferimento, se i loro progetti per la Robarello sono lasciare che crolli da sola per costruirvi una strada? Questione di prospettive e di progetti contrastanti. Quello di Gaetano Pecora e Anna Carta è molto semplice, ridare vita alla cascina semplicemente intervenendo sulla sua struttura per renderla sicura, ma non stravolgerla né abbatterla: far rimanere la Cascina quello che è e tornare a renderla abitabile.

Un progetto dispendioso ("infatti economicamente ci converrebbe abbattere tutto e  ricostruire con criteri moderni") che infatti non trova uniti su di un fronte comune tutti i proprietari del terreno. Ma anche queste divisioni si traducono in una perdita di tempo prezioso per prendere decisioni importanti sul futuro della Cascina, in quanto il suo aspetto attuale presenta segnali realmente preoccupanti: dai muri incrinati ai camini in pessimo stato, ai tetti sorretti da ponteggi. Non ultimo: un muro della Cascina dà  su di una strada piuttosto battuta da veicoli e motorini; motivo in più per il quale aspettare un crollo non sembrerebbe essere le politica più lungimirante.

Il commento del giornale: Denuncia pesante. Non vorremmo in futuro dover togliere l'interrogativo dal titolo. Anche storia e memoria non sono solo materiale da convegno.