Secondo termovalorizzatore tra Ripamonti e Gratosoglio

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Articolo tratto da Il Giorno del 12 luglio 2007 di Corrado Dragotto.

"È CADUTA in un solo giorno la pista investigativa che conduceva a localizzare nel territorio di Opera e non tra le vie Ripamonti e Gratosoglio l'area scelta da Palazzo Marino per ospitare il secondo termovalorizzatore.

Ieri, infatti, a margine della presentazione di un accordo tra Amsa e MilanoSport, l'amministratore delegato della spa ambientale in odore di fusione con Aem e, conseguentemente, con Asm Brescia ha smentito la «nomination» del Comune retto dalla Giunta Ramazzotti (Unione).

«LA FUTURA ubicazione a Opera del nuovo termovalorizzatore è un'invenzione che non arriva sicuramente da Amsa - ha dichiarato Carlo Petra -. Noi ci siamo limitati a chiedere che l'impianto venga realizzato nella zona sud di Milano. E non solo per bilanciare la presenza a nord della città (Figino, ndr.) di Silla II (l'unico termovalorizzatore attualmente in attività, ndr.).

Esistono, difatti, almeno un altro paio di ragioni per privilegiare la zona sud. La prima? Per poter fornire ai cittadini teleriscaldamento, che, tra altro, abbassa le emissioni inquinanti, l'impianto dovrà trovare posto il più vicino possibile ad aree abitate. La seconda? Il nuovo termovalorizzatore consentirà di bruciare i fanghi derivanti dalla depurazione delle acque.

È, invenzione dunque, controproducente pensare di realizzarlo lontano dagli impianti di Nosedo e di San Rocco. Decideremo, a ogni modo, insieme con la Provincia (nel pomeriggio, l'assessore all'Ambiente di Palazzo Isimbardi Bruna Brembilla ha dato atto ad Amsa di avere aperto un "dialogo interistituzionale",ndr), che, giustamente, pretende di conoscere sin nei minimi dettagli il progetto, dove realizzare il nuovo termovalorizzatore e quali rifiuti dovrà trattare».

PETRA s'è fermato qui ma le sue affermazioni di ieri, oltre a seminare indizi di una certa consistenza, confermano, sia pure indirettamente, il verdetto emesso dalla commissione tecnica che, a suo tempo, si occupò di selezionare un'area da cantierizzare in vista della realizzazione di «Silla III».

I lavori di quest'organismo culminarono nell'individuazione di quattro terreni (due in città due fuori) ritenuti idonei a ospitare. Poi, però, i tecnici, presero in considerazione le direttive Ue che impongono, a partire dal 2010, di bruciare i fanghi derivanti dalle depurazione delle acque. Conclusione: la commissione candidò due aree limitrofe situate tra le vie Ripamonti e Gratosoglio. Entro i confini cittadini, cioè, e a metà strada tra i depuratori di Nosedo e di San Rocco."