Qui Leonardo: Il vero soggetto del Cenacolo

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Il tradimento del Giusto. Il paesaggio come sentimento...

"...L'ingratitudine, più forte delle armi dei traditori, l'abbattè del tutto: qui cedette il suo cuore generoso... Oh, qual caduta fu quella, miei concittadini! Allora io, voi, noi tutti cademmo, mentre l'empio tradimento ci sovrastava. "
W. Shakespeare, Giulio Cesare, 3°Atto

Fu certo il Moro a suggerire il tema del tradimento per l'Ultima Cena. Di solito si poneva l'accento sull'istituzione dell'Eucaristia. Giuda lo si metteva dall'altra parte del tavolo, di spalle; oppure lo si connotava con l'aureola nera. Leonardo invece lo integra nella figura di Pietro. La testa buia del traditore diventa l'ombra di quella maestosa del primo Apostolo. È già il concetto di Doctor Jekyll e Mister Hyde, con un'allusione forse alla simonìa - vendita di cose sacre -, e la cosa più preziosa l'apostolo Giuda l'ha già venduta quella sera. In mano stringe il sacchetto di monete, lo sguardo si dirige fuori della finestra, dove due soldati si stanno giocando gli abiti del Cristo. Il futuro irrompe come presagio nel Cenacolo. Poco oltre, un grosso pesce -la mitica balena che inghiottì Giona? - si arena tra onde e spruzzi.

L'acqua continua nella seconda finestra, dietro Gesù. Un fiume serpeggia tra un roccione dove sorge un castello, e le mura di cinta di una città. La serenità del tramonto sfuma sull'espressione tristissima di Cristo. La vita e la fiducia sono perdute a causa di un tradimento (e così sarà per il Moro).

Queste scene misteriose e coinvolgenti non esistono più, perse tra i restauri centenari, ma la benemerita 'scrittura di luce', la fotografia, anzi le prime fotografie conosciute dell'opera, le documentano e ce le tramandano per quanto sbiadite. La mano di Gesù si leva ad incontrare quella di Giuda sul piatto fatale; in mezzo, le mani intrecciate di Giovanni in muta preghiera contro l'ineluttabile.

Quelle mani strette fra di loro, le mani del testimone, le vediamo nella Crocefissione di Buccinasco. Osservandole, ci rendiamo conto di un piccolo segreto, un tic che fa capolino a volte tra la sterminata produzione del maestro, specie con riferimento al disegno di mani. Ad esempio, negli studi per l'Adorazione dei Magi, eseguiti a punta d'argento, che si trovano oggi alla Biblioteca di Windsor. Sono due fogli di 'mani' quasi invisibili, tanto da sembrare disegnate con inchiostro simpatico, che poi diventano normali ai raggi di luce ultravioletta.

Leonardo disegnava nei suoi taccuini con libere associazioni di forme. Le dita gli richiamavano, nelle loro commessure, l'analogia con le labbra (mani parlanti). Perciò seguiva l'idea disegnando, insieme alle mani, dei tratti somatici a complemento della bocca simboleggiata da due dita unite: nasi, occhi. Una caratteristica tutta sua, presente talvolta nella figurazione fiamminga/medioevale. Tutto ciò si ripropone anche nel San Giovanni di Buccinasco, dove egli cela, con il gusto di un gioco segreto per iniziati, un volto.tra le mani e il mantello. Ma non è certo l'unico volto tra le acque e le rocce... tutta la natura piange, infinitamente riecheggia la tragedia umana.

Tutto ciò potremmo definirlo una specie di seduzione sub-liminale, che agisce a livello inconscio sull'osservatore affascinandolo durevolmente proprio perché non si rende conto razionalmente di ciò che vede, ma ne percepisce il messaggio.

Un esempio di tali facies lo vediamo nella prima opera di Leonardo, l'Angelo del Battesimo di Cristo (bottega del Verrocchio); è nel riflesso della roccia, appena sopra la testa del secondo angelo, come terzo nunzio latente. L'angelo della Passione e Morte di Cristo, il "presagio oscuro della Croce".

Sono originalità come queste che hanno fatto elucubrare su di un Leonardo esoterico. Ma il genio teneva invece tutto sotto controllo: anche se questa leggendaria, e per alcuni versi incredibile personalità, mentre passano i secoli, sempre più sembra l'ispiratrice del mago Prospero nella Tempesta shakespeariana.