Maggio 2012

Conoscere Milano: l'ex Sieroterapico

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L'articolo è tratto da Conoscere Milano. Nuovi Luoghi del Lavoro, iniziativa del Comune di Milano.
La vasta area compresa tra gli assi dei due Navigli presenta al suo centro un ambito urbano di grande valore storico e architettonico: il complesso dell'ex Istituto Sieroterapico Milanese Serafino Belfanti. Fondato nel 1896, lavora inizialmente per lo sviluppo in Italia della produzione su scala industriale del siero antidifterico e negli anni successivi amplia la propria attività al siero antitetanico, ai vaccini, agli ormoni, agli antibiotici. 

 


Nei primi anni del Novecento la sua attività aumenta rapidamente e viene autorizzata la produzione di nuovi preparati; terminata la Prima Guerra Mondiale tornano in primo piano le necessità della popolazione civile e, nei momenti di maggiore diffusione della terribile influenza "spagnola", I'Istituto concede gratuitamente il vaccino al Comune di Milano. La ricerca biologica amplia in seguito il suo campo di azione e per quasi un trentennio, fino agli anni ottanta, il Sieroterapico provvede alla preparazione di derivati per uso trasfusionale. Il comparto storico dell'ex Istituto Sieroterapico Milanese, situato ad est di via Segantini, costituisce un complesso omogeneo aggregatosi in circa settanta anni e che presenta edifici con tipologie diverse. Nel 2000, il complesso è stato acquisito dalla Brioschi Finanziaria, società quotata alla Borsa di Milano, che fa capo al gruppo Cabassi.



Il progetto di riqualificazione ha portato all'integrale bonifica dell'area e al recupero degli edifici principali, posizionati verso gli ingressi di via Darwin, riconvertiti in più razionali e flessibili spazi di lavoro. Una seconda fase prevede la costruzione di nuovi spazi innovativi. II progetto ha attuato interventi di riqualificazione dei singoli corpi di fabbrica ed il recupero delle caratteristiche architettoniche originarie: oggi vi sono insediate la Nuova Accademia di Belle Arti, la società SAS e altre società legate al mondo della moda. Per quanto riguarda invece l’area più vasta situata ad ovest della via Segantini, dopo diversi anni di abbandono e di degrado è stata finalmente effettuata un'importante opera di bonifica, il primo passo verso la trasformazione di quello che sarà un nuovo parco urbano.

II progetto, elaborato dall'amministrazione comunale, prevede la riqualificazione dell'ambito attraverso la costruzione di un parco urbano di circa 100.000 mq, progettato dall'architetto paesaggista Michel Desvigne, e l'edificazione di funzioni prevalentemente residenziali. Sono previsti inoltre il recupero della Cascina Argelati e la realizzazione, su un'area di circa 2.400 mq all'interno del parco stesso, di un nuovo Centro Interattivo per bambini e ragazzi sui temi della natura e dell'ambiente, con ampi spazi dedicati al gioco e alla didattica. Il progetto prevede la realizzazione della prima "greenway" che collegherà l'ex Sieroterapico con gli altri progetti in corso di realizzazione nell'ambito dei Navigli: quelli di via Magolfa, via Autari, il Parco Argelati, Romolo, il Villaggio Barona.

E nonna Quercia viene fatta a pezzi idall'autostrada

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Gorla, abbattuta la pianta simbolo. L'articolo di Rosella Formenti è tratto da <<Il Giorno>> del 15 maggio 2012

C'ERA UNA volta Nonna Quercia...Già, la storia dell’albero secolare che per tre anni a Gorla Minore ha mobilitato tanti cittadini in sua difesa, compresi alunni delle scuole, adesso non può che cominciare con l'incipit famoso di tutte le favole.

 

Un aiuto alle librerie

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Le donne e la corsa: per vivere meglio

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 Si conclude il 20 maggio, a Milano, l'Avon Running Tour 2012, la famosa corsa dedicata alle donne e per le donne. L'obiettivo è, come sempre, quello di portare un congruo contributo all'I.E.O., l'Istituto diretto dal Prof. Veronesi cui saranno devoluti tutti gli introiti realizzati con il progetto.

Cusago, un castello da venti milioni

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L'operazione Recuperato il maniero dei Visconti
L'articolo, di Olivia Manola, è tratto dal <<Corriere della Sera>> del 17 maggio 2012

Con un'operazione immobiliare da 20 milioni di euro rinasce il castello di Cusago. Il maniero di caccia di Bernabò Visconti sarà recuperato dallo stato di abbandono in cui versa da anni per diventare un «polo di eccellenza del made in Italy. Lo ha annunciato ieri Vincenzo Scotti, partner di maggioranza e amministratore delegato della Finscott, holding che sta concludendo l'acquisizione del castello dalla vecchia proprietà, la srl «Il Castello di Cusago».

Un piano inclinato che solo la politica può raddrizzare

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L’articolo, di Giuseppe Sarcina, è tratto dal «Corriere della Sera» del 16 maggio 2012


La crisi non ha una sola causa e dunque non può avere un'unica soluzione.

Qualità penalizzata dai sussidi europei

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La tesi. L'imprenditore Radice Fossati e l'intervento comunitario
L'articolo è tratto dal <<Corriere della Sera>> del 16 maggio 2012

PAVIA — «La crisi c'è ed è grave. Ma non è misurabile dal numero di aziende che cessano l'attività. Piuttosto è con il numero di ettari sottratti alle coltivazioni e sacrificati al cemento e all'asfalto. E si tratta di una cifra allarmante in Lombardia» dice Federico Radice Fossati, imprenditore agricolo con profonde radici in uno dei «cuori verdi» d'Italia, la Lomellina.

La battaglia di Anghiari

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La questione è nota.
In Palazzo Vecchio a Firenze, sulla parete est del Salone dei Cinquecento, dietro o sotto l'affresco del Vasari che raffigura la BATTAGLIA DI SCANNAGALLO, si cercano i resti della più famosa - e rimpianta - BATTAGLIA DI ANGHIARI di Leonardo da Vinci.


Con metodi non invasivi, sonde ottiche et similia, si cercano segnali di quella pittura che "colò" dalla parete quando l'opera era ancora allo stato iniziale: il gruppo detto "Lotta per il vessillo" reso famoso dall'artistica copia di Rubens, il quale utilizzò un'antica copia originale dell'epoca.


 


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Un grande artista come Rubens non poteva non "metterci del suo" e infatti la copia più fedele è ritenuta quella in possesso della Galleria degli Uffizi di mano anonima.

Si tratta comunque sempre di una forma grosso modo romboidale, con gli angoli tagliati: ed è questa che ci conviene usare per commentare l'operazione ed esprimere il nostro punto di vista.
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Pensiamo che all'epoca del lavoro la sala che l'ospitava, detta SALA GRANDE, era meno della metà dell'attuale Salone dei 500, che venne ristrutturato e ingrandito quando il Vasari dipinse la sua Battaglia. E' probabile quindi che le proporzioni e le corrispondenze tra le due pitture siano cambiate. Inoltre, a mio parere, il Vasari non aveva una mentalità così masochistica da suggerire col suo "Cerca Trova" di buttare giù il suo proprio lavoro.


Potrebbe averlo "emarginato" lasciandolo in una posizione periferica e "coprendolo" con sue adeguate figure: si sa che un affresco può venire "strappato" per posizionarlo altrove nel tempo utile a recuperare un altro più antico sottostante=tecnica nota anche nel Cinquecento anche se, al tempo, ancora imperfetta.


METODO DI RICERCA
Una volta definite le linee grafiche perimetrali, evidenziando il dettaglio molto particolare del caduto che viene tenuto per i capelli e orribilmente scannato, le LINEE FORTI restano i profili verso terra dei due cavalli bianchi rampanti e le due (di quattro) teste isolate. Più le due "GEMINI".
Abbiamo scrupolosamente cercato tra gli spazi della composizione, una controforma tale da ospitare al di sotto dell'intonaco, in modo riconoscibile all'esterno, la "losanga" ottenuta dalla copia di Firenze.


L'UNICA POSIZIONE verificata non è affatto centrale, come doveva essere, secondo le testimonianze, il gruppo vinciano di cui ci rimangono le copie: coincide bene invece con il quarto destro inferiore dell'affresco. Infatti:

A. si può riconoscere la particolare forma della testa-gola arrovesciata del caduto vinciano tra i due cavalli, inglobate nella spalla del caduto vasariano accartocciato su se stesso, con spada e scudo a terra.


B. Le linee inferiori dei cavalli si inseriscono a intarsio nei vuoti vasariani. Ecc.


C. L'elmetto con piuma rossa del soldato vasariano in basso a destra dovrebbe coincidere esattamente con il berretto rosso del mercenario Niccolò Piccinino col braccio sollevato a vibrare un colpo di spada sulle mani dei nemici che trattenevano il vessillo.


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Concludendo, secondo noi c'è da cercare nel punto giusto e TROVEREMO!



"I cavalli di Lionardo"

Tra le cose da vedere a Firenze a metà 1500, si raccomandava di andare in Palazzo Vecchio, "a dare una vista a un gruppo di cavalli e di uomini... un pezzo di battaglia di Leonardo da Vinci che vi parrà una cosa miracolosa" (lettera di Doni al Signor Lollio, 1549).


Ora, tutti sanno che l'opera fallì appena iniziata, funestata da una serie di eventi di incredibile sfortuna e imprevedibili, oltre che dalla depressione di Leonardo per la morte del padre, dello zio e per l'ostracismo furibondo dei fratellastri, oltre alla perdita di censo per la fine dei suoi primi mecenati (Ludovico il Moro e Cesare Borgia) e l'incertezza del futuro.


Restano tuttavia molti studi preparatori dai quali possiamo dedurre l'importanza artistica, filosofica, storica e morale dell'opera.
Nel piccolo disegno a penna presso l'Accademia di Venezia "Scaramucce di cavalieri e fanti" ci pare di scorgere il nucleo ispiratore del gruppo di Anghiari - la sintesi formale, criptica, del disegno, ciò che le dà una singolare, sinistra unità, è in realtà un volto orrido che pare putrefarsi sotto i nostri occhi: è la guerra, la fine dell'armonia, del benessere e spesso della vita stessa per tanti. Così la pensa ormai Leonardo.


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Molto studiato per le "dritte" che può rivelare sulle capacità fantastica di Leonardo e molto amato per la sciolta dinamicità, è il carosello di cavalli "a carboncino" della Royal Library di Windsor.


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Due cani sventrati fatti ritrovare dentro un canale

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L’articolo è tratto dal «Corriere della Sera» del 7 maggio 2012


Via Bardolino       
Due cani sventrati e poi gettati negli stretti canali che corrono lungo le risaie del Parco Sud, in via Bardolino, alla periferia del quartiere Barona. Il primo era stato recuperato nei giorni scorsi; il secondo, un alano, ieri, dalle guardie zoofile dell'Enpa Milano (nella foto, Vaglia) che hanno presentato denuncia contro ignoti e posto sotto sequestro 1’animale, in attesa di autopsia.

Il paesaggio di Milano

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Convegno alla Triennale
di Franca Iseppi
L'articolo è del 5 maggio 2012


Riflettere attorno al tema del paesaggio, in Italia e in particolare a Milano, che nel nostri Paelse rappresenta una delle aree a più alto tasso di disordinata urbanizzazione, è una buona occasione per affrontare tutte le contraddizioni che caratterizzano i nostri comportamenti sul tema stesso. Come italiani, pur avendo promosso la Convenzione europea sul paesaggio, continuiamo a essere tra i più scriteriati consumatori di suolo dell'intero continente e, anche in tempi economicamente magri come questi, ci mangiamo, tra abusivismo e lassismo, leggi eluse o leggi compiacenti, centinaia di ettari al giorno sull'altare di una edilizia discutibile per qualità e per utilità.