Un aiuto alle librerie

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Affitti ridotti per quattro punti vendita
L'articolo di Armando Torno è tratto dal <<Corriere della Sera>> del 19 maggio 2012

Come se la stanno cavando le librerie a Milano? Una prima risposta potrebbe essere: si arrangiano. Una seconda: sperano nella ripresa, ormai annunciata da ogni governo e sempre più simile ai fantasmi. Una terza: qualche aiuto si vede all'orizzonte. Se ne potrebbero aggiungere altre, ma la sostanza non cambia. Stiamo vivendo un periodo di restrizioni, il libro è tra gli acquisti penalizzati.

Milano continua a esse-re la città italiana di riferimento per la nostra produzione editoriale. Qui si vende circa il 16 per cento dei titoli editati nel Belpaese, come ci confidava alcuni giorni or sono Giuliano Vigini. Lo stesso che aggiungeva un altro dato: i primi quattro mesi del 2103 hanno registrato un ulteriore calo delle vendite del 5 per 100 (i testi religiosi e quelli per i ragazzi, tuttavia, tengono). La crisi del mercato librario che si registra a Milano non è qualcosa di circoscritto ma di nazionale. E una regola che vale da tempi preunitari.

Per questi e per ulteriori motivi il capoluogo lombardo è un osservato-rio senza eguali. Fnac in Italia ha ceduto? Lo si sa a Milano. Feltrinelli è in solidarietà e salva quindici punti vendita? Sotto la Madonnina si può consta-tare anche il cambiamento in corso nella celebre catena, con proposte non tradizionali. Per fare un esempio concreto: la Libreria del Mondo Offeso, che si è trasferita da corso Garibaldi a via Cesariano, ora apre alle 8 del mattino e chiude alle 21; oltre i libri è possibile fare colazione o chiudere la giornata con un aperitivo. Ci si arrangia o, come diceva don Ferrante a donna Prassede, ci si ingegna.

E mentre la bufera continua — la Hoepli, ristretta di un piano, lascia spazio a un luogo per incontri; la libreria del Touring di piazza De Angeli dovrebbe chiudere tra qualche mese — ecco qualche aiuto da parte del Comune. Siamo franchi: con l'amministrazione sedente a Palazzo Marino abbiamo avuto qualche intreccio di lame per salvare le bancarelle e i mercatini di libri, ma poi si è trovata la quadra. Ora l'assessore Daniela Benelli informa che è stato ridotto il canone d'affitto in Galleria (Rizzoli, insomma, ce la può fare) e che si sono aggiudicati degli spazi, attraverso dei bandi, per favorire con affitti agevolati aperture di nuove libre-rie. Dopo il salvataggio della storica Calusca, ecco 58 metri quadri in via Dogana, una superficie simile in via Scaldasole, circa 114 metri quadrati in viale Lombardia e 103 in via Lessona. Che dire? Semplicemente che simili provvedimenti fanno onore a chi li ha decisi.

D'altra parte, non ci stancheremo di ripetere che la sopravvivenza delle librerie è indispensabile per un vero contatto con quegli strani oggetti di carta che contengono sapere e sono in crisi. Ha scritto il filosofo Jean-Luc Nancy nel suo saggio Del libro e della libreria una frase che spiega meglio di tanti discorsi l'importanza fisica di questi luoghi: «Il lettore, nella libreria, non legge o legge poco, ma sfoglia, ispeziona a tentoni, quasi alla cieca. Non divora, ma gusta, annusa, o lecca la sostanza». E tale sostanza, di solito, si chiama cultura.