Le "poesie contadine" di Franca Colombo: ricordi della lotta per il Parco Sud

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Alcuni anni fa l'Associazione per il Parco Sud Milano, grazie all'editore "Il Ponte 1985", ha pubblicato le poesie dell'autrice milanese Franca Colombo. L'associazione, a cui l'autrice stessa aderisce, fu tra i principali promotori del Parco Agricolo Sud Milano.

In un periodo in cui la classe politica è oggetto di sentimenti quasi esclusivamente aggressivi e sprezzanti da parte della popolazione, rileggere questi versi è un tuffo nel passato. Una critica alle persone, alle scelte, agli episodi, all'intero sistema milanese, così garbata e tollerante da apparire strana. Eppure è efficace, fa pensare.

Quello che oggi i milanesi danno per scontato, l'esistenza di un'ampia fascia agricola intorno alla città che assorbe ampia parte della provincia, non era affatto nelle intenzioni dei governanti dell'epoca. Che anzi, nel pieno della "Milano da bere" non parlavano altro che di palazzoni e autorizzazioni edilizie. Eppure sin dagli anni Settanta qualcuno, come Franca Colombo, i residenti locali e i contadini, immaginava un cambiamento che mettesse al sicuro questo patrimonio ambientale, evitando che si ripetesse la devastazione della parte nord, divenuta un'immensa conurbazione cementificata.

Dopo quasi vent'anni di impegno civico, nel 1990, questa idea prese forma nel Parco Agricolo Sud Milano.

Riproponiamo nel nostro sito
- La premessa di Franca Colombo
- Una poesia ("Primavera a Milan")
- La postfazione curata dall'Associazione per il Parco Sud.

E' possibile scaricare tutto il libro in formato PDF (4,5 MB).
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"Poesie contadine" - Premessa

E' alla vigilia della discussione della legge istitutiva del Parco Agri-colo Sud Milano che mi sono accinta a riordinare questi miei versi su invito di un amico.

L'incertezza dell'approvazione, la delusione di quasi vent'anni di attesa e di tanta gente che ha combattuto, anno dopo anno, in difesa di questa mia terra nativa mi attanagliavano il cuore. Mi dicevo: "Difficilmente ne verrà approvata la legge. La potente `lega' del mattone sferrerà certo il suo più duro attacco. Se non altro i miei versi resteranno a testimonianza del sofferto retroscena".

Poi inaspettatamente ho udito, per bocca di Nik Albanese, risuonare alcuni miei versi fra le austere pareti del consiglio regionale; ho udito Laura Bartoli parlare appassionatamente del verde Sud come se fosse la sua verde Umbria. Allora il mio cuore è balzato in alto e mi sono detta: "Se gente non nata e cresciuta come me in questa terra può amarla così, allora nulla è ancora perduto".
Oggi infatti la cocente attesa è stata coronata dall'approvazione della legge. Questo verde Sud tanto massacrato, dunque non morirà; ancora voli di nitticore e garzette si alzeranno dalle sue marcite e dalle sue risaie superstiti.

E' al `verde Sud' che s'intitola la prima esile parte della raccolta, quella dei miei versi più `antichi' in lingua italiana, degli anni 1972-74 che definirei del primo sogno di Parco Sud, sognato col mio amico Leandro Zoppè di Italia Nostra e con i miei amici aclisti della Barona, epigoni della prima petizione, ai quali tutti li dedico.

La seconda parte raccoglie i componimenti, molto più numerosi, da me scritti in dialetto milanese, indirizzati a singoli personaggi e rievocativi di episodi innestati in quella `guerra' (anni 1980-86) contro varianti di piano regolatore e ordinanze di esproprio, condotta dal Comitato Agricoltori di Milano e dai suoi epici protagonisti: Cesare Fedeli, Edoardo Vanelli, Natalina Campi, Farina, Falappi, Viganò della Carlotta.
A loro spetta di diritto la seconda raccolta, da me intitolata appunto La guerra di cassinn che dedico a loro, ma non a loro soltanto.

Non posso infatti dimenticare gli amici dell'Associazione Parco Sud, appositamente costituita nel 1984 per la difesa di questa terra, che valorosamente e silenziosamente ha lavorato alla mappatura del sud Milano e alla stesura della proposta di legge con relativa petizione; e fra essi Alberto Belotti, che - bontà sua - ha creduto nella mia genuinità di poeta.

Né posso dimenticare chi ha portato conforto e idealità nella mia vita: mia madre, la signora Luisa della Carlotta, il poeta Ambrogio Maria Antonini e il dr. Claudio Beretta maestri di milanesità; e chi come il dr. Mario Migliavacca, medico del corpo e dello spirito, o come mio padre, roccia turrita, questo conforto lo porta ancora. Né posso tralasciare la mia amica Giò che in bici, con me, questa terra l'ha girata tutta.

F.C.
Milano, 12 febbraio 1990

Questo verde sud

C'era un verde a nord
c'era un verde a sud
c'era un verde a est e a ovest

A nord gli uomini dissero
sì alle ciminiere
alle case
alle vie

A est dissero sì

A ovest dissero sì

Rimase solo il verde sud

Ma a sud dissero:
-Non vogliamo più messi di riso e di grano
ma grandi campi di cemento

Scacciarono i seminatori dai campi
e s'accinsero a spianare la terra

Ma il seme era ormai caduto

germoglierà e darà frutto.

Potrete

Potrete
spegnere
a notte
la ninnananna
dei grilli e delle rane

Potrete
infrangere
a giorno
i riflessi di volo
nelle risaie

Ma non potrete
abbattere
la rivolta del cuore.