La storia da salvare. Dalla Monluè alla Lampugnano

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Dalla Monluè alla Lampugnano
Caccia ai privati interessati a restaurare 16 storici edifici

L'articolo è tratto da <<Il Giorno>> del 13 gennaio 2013

C’è la Cascina Torchiera, di fronte al cimitero Maggiore, occupata da un centro sociale. Poi, procedendo verso Sud in senso antiorario, s'incontra la cascina Lampugnano; ancora, Cotica, Brusada, Case Nuove e Sella Nuova. Alla Barona: Monterobbio e Carliona. L'elenco continua con Campazzino, Vaiano Valle e San Bernardo e ad Est con Colombé, Monlué, Sant'Ambrogio Taverna e Casanova. 

Sono le cascine di proprietà comunale al centro di «un'indagine esplorativa finalizzata all'acquisizione di manifestazioni d'interesse» da parte di soggetti singoli o associazioni, promossa dal Comune in collaborazione col Politecnico e il comitato Cascine Milano 2015. Tutte datate tra il XV e il XX secolo, sono luoghi ad alto valore simbolico e culturale. Offrono alla metropoli di oggi tracce della Milano rurale di un tempo. I soggetti interessati a presentare ipotesi gestionali e di riqualificazione hanno ancora pochi giorni di tempo: le buste dovranno essere consegnate agli uffici di via Pirelli entro venerdì.

 

Cascina Monterobbio: un altro gioiello che cade a pezzi

Ogni tanto qualche tegola si stacca e si sfracella al suolo insieme a una pioggia di calcinacci. Dentro, invece, cola acqua. Lo racconta Silvio Della Rocca, presidente del circolo Virgilio Ferrari che ha sede in via San Paolino 5 alla cascina comunale Monterobbio.
E' lui a riempire di vita e di cure il vecchio edificio agricolo a pochi passi da Famagosta attirando ogni giorno anziani e non (in tutto 120 iscritti) da 40 anni. «Un mese e mezzo fa ho mandato l'ultima lettera al Comune per avvisare che piove dal tetto. Non si è fatto vedere nessuno».

Il quartiere chiede da decenni il restyling di questo gioiello malandato, che nasconde tesori come affreschi e cimeli storici ed è pure abitato da famiglie. E ieri Silvio ha ospitato nel suo circolino un'assemblea pubblica indetta da un gruppo di associazioni, tra cui il comitato Parco Agricolo Sud zona Barona e la cooperativa Cuccagna Scarl, per raccogliere le proposte della cittadinanza sul futuro della cascina. Tra il pubblico, anche il presidente del Consiglio di zona 6 Gabriele Rabaiotti e alcuni consiglieri. Il tema è caldo. Soprattutto adesso che il Comune intende avviare un'indagine esplorativa "per l'acquisizione di manifestazioni d'interesse" relative a 16 cascine. In soldoni, chi intende proporre soluzioni tecnico-gestionali finalizzate a riqualificazione e valorizzazione di questi beni (tra cui Monterobbio) può farsi avanti.

«Noi puntiamo a un metodo partecipato», dice l'architetto Luigi Caprarella, che assiste comitati e associazioni. «L'importante – sottolinea Maria Teresa Lardera, del comitato Parco Agricolo Sud zona Barona – è che questo bando abbia un seguito. Il sogno è che la cascina diventi davvero una porta d'ingresso al Parco Agricolo Sud». Un'altra soluzione la propone la Lega: toglierla dal bando di manifestazione d'interesse e chiederne la ristrutturazione al Comune, che è il proprietario.