Ecomuseo Vinciano: immagini dal parco

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PARCO LETTERARIO AMBIENTALE "Leonardo a S. Cristoforo"


1) La tradizione artistica a S. Cristoforo
2 e 4) La confluenza delle acque del Naviglio e dell'Olona
3) "Madonna del trani" prob. proveniente dalla Chiesa di S. Cristoforo, scuola leonardesca sec. XVI - via Andrea Ponti, fronte al n. 3. 
Aveva funzione protettiva verso chi, un po' alticcio e magari confuso nella nebbia, cascava pesantemente nel Naviglio davanti San Cristoforo. 

I francesi si spazientiscono nel vedere il loro pittore e ingegnere indugiare a Firenze; sembra che in breve tempo egli sia divenuto loro indispensabile. Leonardo, che nell'anno del processo forse va e viene due volte fra Toscana e Lombardia, nei primi mesi del 1508 scrive al suo protettore per annunciargli che l'affare volge al termine e che pensa di rientrare a Milano prima di Pasqua con due Madonne di dimensioni diverse che ha dipinte per il re o per chiunque altro al quale si ritenga opportuno donarle. In questa lettera, che invia tramite Salaì, si preoccupa del luogo in cui verrà ospitato, perché non vuole disturbare il governatore del Milanese (il che sembra indicare che fino ad allora era stato suo ospite), come pure del versamento della sua pensione e della rendita sull'acqua che gli ha promessa senza peraltro corrispondergliela.

Un'altra lettera indirizzata al sovrintendente ai canali, che egli chiama «Magnifico Presidente», fa riferimenti più precisi alle dodici once d'acqua che il re gli ha accordate: «Vostra Signoria sa che io non entrai in essa possessione, perché in quel tempo, ch'ella mi fu donata, era carestia d'acqua nel navilio, sì pel gran secco come pel non essere ancora moderati li sua bocchelli; ma mi fu promesso da vostra Eccellenzia che fatta tal moderazione io avrei l'intento mio; di poi, intendendo essere acconcio il navilio, io scrissi più volte a vostra signoria e a messer Girolamo da Cusano, che ha appresso di sé la carta di tal donazione [...] e mai ebbi risposta; ora io mando costà Salaì, mio discepolo, apportatore di questa, al quale vostra signoria potrà dire a bocca tutto quel ch'è seguito, della qual cosa io prego vostra Eccellenza...».

Serge Bramly "Leonardo da Vinci" 1990, Arnoldo Mondadori Editore