Le gallerie di messer Leonardo

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La Milano di Lodovico il Moro era difesa da una fitta rete di sotterranei che collegava la città ai fiumi
Gli esperti: i tunnel che correvano sotto i Navigli vennero progettati dal grande scienziato
L’articolo, tratto da «L’Indipendente» del 25 ottobre 1993, è di Roberto Schena.

Esiste una metropoli sotterranea. Secondo gli speleologi potrebbe essere la fortezza nascosta ideata da Leonardo da Vinci. Tronchi di tunnel sono stati infatti scoperti nel sottosuolo milanese: potrebbero essere i resti di una vastissima rete ipogea (sotterranea) che raggiungeva i fiumi Ticino, Adda e Po.
Se l'ipotesi è vera, le strade nascoste dovevano essere state costruite, su suggerimento e progetto dello scienziato, per proteggere la splendida posizione economica raggiunta dalla città. Il progetto difensivo prevedeva infatti che nei tunnel venissero nascosti uomini, cose, preziosi, e che in essi passassero le truppe quando si prevedeva di allagare le campagne per ragioni difensive. Le testimonianze storiche ci sono.




Quando nel 1483 si presentò Leonardo alla corte di Lodovico il Moro, Milano, era ormai diventata un ricchissimo ducato, fiorente di fabbriche, commerci e banche. La sua posizione politico-economica nel contesto europeo era paragonabile solo alla Svizzera di oggi. Ma se quest' ultima ha potuto conservare la sua indipendenza per molti secoli grazie all'isolamento delle montagne che la circondano, Milano è collocata nel mezzo di una pianura aperta, da sempre esposta alle invasioni e alle lotte che avevano come mira l'egemonia sulla Penisola, sul Papato, sul Mediterraneo.

Leonardo rimase 16 anni alla corte di Lodovico, avendo ricevuto il preciso incarico di organizzare l'intero settore strategico del territorio. Era stato proprio lui a scrivergli, dicendo che avrebbe potuto far costruire, in modo segreto, decine di gallerie chilometriche, perfino sotto i fiumi, nonché studiare il modo di deviare questi per allagare le campagne durante la marcia degli invasori.
Fu dunque proprio a Milano, dietro l'attività ufficiale di artista di corte, che il toscano consolidò l'orientamento scientifico del suo pensiero. E i monumenti che lo videro all'opera come pittore e ingegnere anche durante i sette anni di permanenza sotto la dominazione francese (dal 1505 al 1512), ovvero il Castello Sforzesco, Santa Maria delle Grazie, il Duomo, la chiesa di Santa Maria alla Fontana, il Castello di Vigevano, la Certosa di Pavia, sono tutti caratterizzati dalla presenza imponente di gallerie sotterranee.
Oggi presentano un fondo cieco. Ma un tempo lontano erano sicuramente collegate fra loro.
Nell'area di influenza della Martesana, naviglio progettato da Leonardo, ci sono segrete nella chiesa di Santa Maria alla Fontana; altre risalenti alla stessa epoca sono state scoperte da un gruppo di speleologi tra le fondamenta della Stazione Centrale, nel posto dove prima esisteva una cascina.

Più avanti, a Crescenzago, una lunga galleria collegava la chiesa medievale, del IX secolo, al Lazzaretto, oggi quartiere Adriano. Altre tracce sono state segnalate nelle fondamenta del Castello di Trezzo d'Adda, dove la memoria degli abitanti più anziani riferisce che quei cunicoli collegavano con l'altra sponda. Nella Martesana Leonardo inventò anche le chiuse.
Nell'area del Naviglio Pavese, qualche anno fa, durante gli scavi della Mm 2, in piazza Maggi furono trovati cunicoli vecchissimi utilizzati per il deposito delle armi da parte dei partigiani.

Poco distante, la cascina Morivione cela altre gallerie. Gli speleologi sostengono che dovevano arrivare a Chiaravalle. Tra il Pavese e il Grande, la cascina Monterobbio ne nasconde altre. La villa fa parte di una grande serie di cascine fortificate disposte lungo le campagne di Buccinasco, Assago e Gaggiano, che intercorrono fra i due canali. Ma la cascina Monterobbio è particolare, perché di epoca sforzesca. Analoga nella struttura è la Noè di Bubbiano, non distante daAbbiategrasso, città collocata nell'area del Naviglio Grande, dove esiste un altro celebre castello-fortezza. Oltre il Ticino c'è Vigevano, residenza estiva degli Sforza, dove lavorò Leonardo. Qui addirittura sono state scoperte magnifiche aperture di gallerie a due corsie, adatte per il trasporto di uomini a cavallo.

Ancora tracce della presenza di Leonardo a Trezzano sul Naviglio, dove lo scienziato eresse lo stupendo ponte a tre corsie.