Il Parco Sud, gli Stu e la qualità urbanistica

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Lettera pubblicata su La Repubblica del 1°dicembre 2001 a proposito della trasformazione del Parco Sud.

"Ho letto con tristezza l'intervento di sabato scorso sulle Società trasformazione urbana (Stu), il Parco Sud e le buone, o cattive, intenzioni. Dietro la garbata ironia si delinea in modo evidente che i problemi di Milano possono addirittura peggiorare insieme con l'eliminazione delle realtà ecologiche come il Parco Sud.

Da anni ci si interroga sulla mediocrità urbanistica, ma l'eccellenza non è questione di megastrutture, la qualità non è quantità. Spesso anzi ne è l'antitesi. Oggi, dove trovare soluzioni alla crisi di identità urbana? La saggezza dei nostri avi, simboleggiata dagli oracoli, suggeriva di riconsiderare le proprie radici: «Ricercate l'antica madre».

Eppure, miracolosamente, la Milano delle origini inalterata seppure ignorata, e non riconosciuta agli occhi stessi dei cittadini, esiste ed è proprio quella che le Stu si prefiggono di cancellare. Il lungo asse che va dalla Stazione centrale alla Darsena attraversa la città e include nel suo prolungarsi la via Barona, la prima strada mercantile dove si organizzò la vita associata già quattromila anni fa, esattamente al centro fra Naviglio Grande e Naviglio Pavese.

Nel 700 Sir Arthur Young, ministro inglese dell'agricoltura, così la descriveva: «Questa gran città è talmente circondata dagli alberi, che non la si vede che entrandovi».

Ed è di questa città che parla Shakespeare quando, ne «La Tempesta», immagina che il mago Prospero s'imbarchi alla Darsena per raggiungere l'isola del suo esilio, insieme alla figlia Miranda e agli amati libri, col ricordo cocente della "bella Milano".

Di questa bellezza possiamo oggi noi fare a meno? Volevamo conservarla e per questo ci siamo battuti per istituire il Parco Agricolo Sud Milano. Qui non c'è niente da "trasformare" e "cancellare". C'è da riconoscere, rispettare, ripulire dalle ecomafie, valorizzare con agriturismi e sport ambientali, istituirvi laboratori didattici e musei all'aperto. Tutte cose di cui le Stu non sono capaci perché parlano di trasformare ciò che è l'anima stessa primigenia della città oltre che la sua maggior riserva d'ossigeno e di bellezza.

Emilia Franco