Leonardo, il canto dell'ombra

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Tra i misteri più coinvolgenti nella storia dell'arte, il giallo sull'identità della Gioconda e il significato del suo sorriso occupa ancora il posto od'onore. Tanto che Dan Brown ha potuto tesservi sopra un ART-THRILLER di tutto rispetto che malgrafo le divagazioni scandalistiche, ha fatto scuola, successo mondiale e miliardi.


Per il momento resta confermata la versione del VASARI: la modella è LISA GHERARDINO, moglie di FRANCESCO DEL GIOCONDO, notabile fiorentino, di cui il ricercatore storico GIUSEPPE PALLANTI ha accertato rapporti d'affari e strette relazioni col padre di Leonardo, il notaio SER PIERO DA VINCI. Pare inoltre che le abitazioni delle due famiglie a Firenze fossero molto vicine... Soltanto affari o amicizia?


Quando, con l'arrivo dei francesi e la fuga del suo mecenate Ludovico il Moro, Leonardo fu costretto a lasciare Milano, ebbe cura di far depositare presso il Banco Spedale di S. Maria Novella la somma di 600 fiorini. Poi cominciò a recarsi presso varie corti e amministrazioni, con i suoi assistenti e qualche fido amico, per lavori artistici, di urbanistica e consulenza militare.


 


Mantova, Venezia, infine la Romagna con Cesare Borgia. Nel 1502 torna a Firenze, non certo più ricco di prima, infatti ritira parte del denaro depositato in banca. L'anno seguente gli muore il padre (forse... putativo). Inizia un periodo di confusione e destabilizzazione ancora maggiore per Leonardo quale figlio illegittimo, benché a suo tempo riconosciuto ma, secondo i fratelli, non degno di stare alla pari nella successione ereditaria. Inizia la causa legale.


 sasso<< Sasso della Gonfalina nei pressi Montelupo (FI)


 


Il nuovo secolo, quel 1500 che con la scoperta dell'America e il Rinascimento pareva nascere sotto i migliori auspici, si rivela per Leonardo ben più arduo da affrontare senza protezioni nè famiglia.


Ora Leonardo è in grado di comprendere la crudele "lezione" già appresa, ma non condivisa, quand'era al servizio del duca CESARE BORGIA (il machiavellico Valentino), la realtà dell'ipocrisia, dell'intrigo e della sopraffazione come humus esistenziale e condizione di sopravvivenza. Si reca a casa DEL GIOCONDO e inizia il ritratto di Monna Lisa, la donna di mezza età, non bella, che lui renderà la più affascinante nella storia dell'Arte.


Quel quadro non verrà mai consegnato, sarà continuamente ritoccato e resterà accanto a Leonardo per tutto il resto della sua vita. Qual era dunque lo scopo del ritratto, se non era destinato alla vendita? Non risultano contenziosi tra messer Del Giocondo e Leonardo, com'è invece capitato spesso con altre committenze.


L'eclettivo paesaggio sullo sfondo è un mixage di amarcord vinciani, con due diverse linee d'orizzonte, diviso al centro dalla figura della donna. Partendo da sinistra, riconosciamo un precedente disegno, lo spettacolare WINDSOR RL 12398 che documenta un TRATTO DELL'ADDA. Con l'aggiunta in alto di un gruppo di montagne dal profilo adunco che ricordano il sasso della GONFALINA (vedi janas), sbarramento roccioso tra Vinci e Firenze (Montelupo), d'origine preistorica.



Toscani e lombardi si contendono quindi le fonti d'ispirazione. Ma il gioco di rimandi e assonanze non finisce qui: in tempi remoti sia l'Arno che l'Adda formavano in quei luoghi un vasto lago; se la Gonfalina costituisce la prova del lago toscano, a Milano si tramanda la leggenda del drago Gerundo che custodiva il tesoro del lago d'Adda e di cui si rinvenne una costola gigantesca...


Ancora l'emozionante curva rossastra che corre verso il basso corrisponde al canale laterale dell'Adda dove, nel disegno di Windsor, si nota una barca del pescatore. Ma ecco apparire, quasi alla cornice, un'idea di castello abbandonato (BICOCCA) da cui s'indovinano improvvisamente levarsi un gruppo di arpie e alitare sulle acque, cristallizzandosi per magia nei grifagni monti a pochi centimetri dal volto intento di Lisa. Sono suggestioni d'Ombra, CRIPTOIMMAGINI nascostevi e come mimetizzate la grande invezione di Leonardo pittore, d'inafferrabile seduzione. Una seduzione sublimale, oggi vietata nelle pubblicità rivolte al vasto pubblico.


Tali figure mitiche, appena intraviste nell'ombra dei monti, somigliano alle prime rappresentazioni di sirene alate che incantavano con sinistre melodie gli umani. Non è dato a tutti vederle, tantomeno ascoltarle impunemente. E perciò la Gioconda assume valenze che furono proprie di ULISSE: la prudenza, la conoscenza, l'avventura... sostenibile, il dominio interiore.


L'OMBRA DI LEONARDO contiene in sè un segreto ritmo antropomorfico. Come gli impressionisti, tardi emuli, la faranno vibrare di colore complementare, il blu sull'arancio, il verde sul rosso, Leonardo popola quel nulla che è l'Ombra - scomparsa di luce - con sembianti umani e spiriti vitali appena percettibili, intuibili, mai evidenti. Essi assistono allo spettaoclo della Luce e ne integrano l'espressione, come anima sottile delle cose. Ininterrotta nel suo ritmo naturale luce-ombra senza soluzione di continuità fluisce la vita nella pittura del genio Leonardo, alternarsi di sogno e di coscienza.


Sono forme che ne costituiscono il tratto occulto e distintivo per i VERI INIZIATI, prova di autenticità e contraddicono clamorosamente ogni tentativo di leggerla in chiave puramente tecnica e materialista, benché - come vedremo - sia possibile osservare in natura mirabili fenomeni interattivi (concetto espresso nell'aforisma "l'Arte imita la Natura, LA NATURA IMITA L'ARTE").


Infatti nel suo TRATTATO DELLA PITTURA il genio incita a inventare figure e scene osservando forme casuali/caotiche come le nuvole e le macchie sui muri: una proposta che "...benché paia piccola e quasi degna di riso, nondimeno è di grande utilità a destare l'ingegno a varie invenzioni" perchè vi si possono vedere "infinite cose" ma, beninteso, bisogna prima "sapere ben fare le membra delle cose che vuoi figurare".


Quel che Leonardo non dice - essendo cosa per soli iniziati - è che la natura non solo produce ma appare ed è essa stessa contemporaneamente Anima di tutte le cose e Res di tutto le anime.
Innumerevoli sono infatti i tipi umani spesso caricaturali, che presumibilmente Leonardo ricava dall'interpretazione delle piante con il loro fogliame così apparentemente casuale. La potenzialità è lapalissiana: vedasi ad esempio qui di seguito "l'albero sacro" della cascina Corio (però non tanto sacro da evitare le motoseghe). Questo albero si poteva ammirare prima dei restauri nel vecchio dazio Corio del Ronchetto sul Naviglio, in via Merula. I vecchi abitanti della cascina ne erano suggestionati.



Sotto di esso Leonardo, secondo l'interpretazione di James Beck e Federico Zeni, potrebbe aver trovato ispirazione per allocare i discepoli del famoso Cenacolo di S. Maria delle Grazie. Segue simulazione.






Nell'immagine che segue troviamo il territorio del Ronchetto dove è sita la cascina con la simulazione dell'inserimento del Cenacolo nella "loggia" all'epoca esistente sopra i portici.


ronchetto


 


corio



Ma torniamo alle "rocce animate" a sinistra della Gioconda, ispirate a quanto pare al disegno Windsor di cui si è parlato.
Nel saggio Vaprio d'Adda/Villa Melzi della valente Rosa Auletta, si analizzano il luogo e le vicende storiche di questa importante costruzione di proprietà di un nobile allievo di Leonardo, Francesco Melzi.

"In corrispondenza del portico al primo piano vi è la galleria nella quale si trova il Madonnone o Madamone cosiddetto per le sue dimensioni di insolita grandezza (circa 3 m di altezza per 3 di larghezza) e così concepito per offrirsi alla visione da lontano. Infatti la parete su cui è alloggiato l'affresco era ai tempi di Leonardo, visibile dalla strada del Contado. Il dipinto... risale presumibilmente all'ultimo soggiorno a Vaprio e appare verosimile l'ipotesi che Leonardo abbia voluto lasciare come prova d'affetto presso la famiglia che l'aveva ospitato sebbene non portata a termine. Forse il maestro ha impostato l'intera opera e iniziato a dipingere il volto della Madonna lasciando a Francesco Melzi il completamento del dipinto... Leonardo lascerà come erede di tutta la sua opera, manoscritti e disegni, Francesco Melzi il quale nel 1523 quattro anni dopo la morte del maestro, la riporta dalla Francia in Italia in questa villa dove la custodirà gelosamente, consapevole del suo immenso valore."


madonna



Affresco detto Madamone o Madonnone dai paesani di Vaprio


madonnone



 Abbiamo già visto il paesaggio di Windsor N12398. Qui di seguito riportiamo un altro disegno della stessa zona vicina ai tre corni tra Vaprio e Paderno:


 


 
La cripto immagine che se ne ricava, rappresentante una dolcissima "Madonna" con il piccolo di cui stringe teneramente la manina, è la seguente:



 


A giudizio di Beck e di Zeri, la figura del Madonnone che tanto somiglia alla suddetta immagine, potrebbe aver ispirato la personificazione di quel luogo nella figura di una donna di cui vengono messi in evidenza le mani e che si trova in contiguità con la rappresentazione stessa di Leonardo, a sinistra guardando il quadro della Gioconda. Senza quindi nulla togliere a Madonna Gioconda o Lisa (Monna Lisa) del Giocondo, la vera ispirazione della figura femminile sarebbe da riferire direttamente ancora una volta alla natura. Questo scorcio era amato profondamente da Leonardo non solo per la sua bellezza ma perchè gli ricordava - come abbiamo visto - il roccione alluvionale nei dintorni di Firenze. In realtà Leonardo conobbe i Corni dell'Adda già ai tempi della Vergine delle Rocce, appena giunto a Milano.
E' nota la rivalità tra Firenze e Milano nel disputarsi l'ispirazione di tale paesaggio. Si tratta, a parere di molti studiosi, di un caso di sintesi emotiva dello spunto primario, detto "il Roccione" o la "Rocca". Vediamo nello specifico:


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Nelle immagini su riportate, l'abilità di Leonardo maschera un vissuto particolare, che vuole tenere segreto. Questo è il disegno più antico che si conosce di sua mano, con luogo e data: "dì Sancta Maria della Neve, addì 5 d'agosto 1473". Si tratta di uno schizzo particolarmente espressionistico. La complessità animistica e antropomorfica delle vedute delle colline di Vinci, con inclusione di spunti erotici e umoristici, è già tipica della maturità (21 anni). 


E' per noi interessante notare che la forma a sinistra anticipa già il tema della "Rocca" o "bicocca" che tornerà metodicamente come un leit motiv nei paesaggi di Leonardo come Paderno d'Adda e nella stessa Gioconda. Si può ipotizzare in base a una attenta comparazione dei segni/elementi espressivi, che l'ispirazione stilistica e contenutistica al di là del formale ritratto di Lisa Gherardini, sia da ricondurre ne la Gioconda alla personificazione del luogo suddetto improntato da antico sentimento personale.


Vediamo gli effetti grafici che danno origine alla personificazione nelle due immagini seguenti (paesaggio dell'Adda e il suo reverso) intervallate da un effetto naturale in fotografia.


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Tra i più illustri seguaci di Leonardo in questa particolare intuizione, citiamo Monet che nel suo "Impression soleil levant" mostra a pelo d'acqua aleggiare un sorriso che si ripete tra i flutti appena sfiorati dal primo sole.


monet


Raffaello Sanzio, da buon intenditore e ammiratore di Leonardo (conosciuto attraverso il Bramante), riprende il motivo come un segreto messaggio di complicità con il Maestro. Nel dettaglio che segue, tratto da la Madonna del Belvedere di Raffaello, è esemplificato ed evidenziato sinteticamente il rapporto di sguardi tra la madre e il Bambino mediante segni sul terreno, laddove il grande volto materno "comprende" il piccolo viso del figlio.


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