Quel sabotaggio sa di segnale a centri di potere

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il commento di Enrico Fovanna

COSA C'È dietro il sabotaggio dell'impianto che ha riversato nel Lambro due milioni e mezzo di litri di oli pesanti? Cosa nasconde il più grande disastro ecologico ai danni di acque interne ed ecosistemi fluviali nella storia d'Italia? Un semplice atto di vandalismo appare sempre meno credibile. Vediamo di capirci. L'onda dei veleni nasce a Milano, città che a fatica si è aggiudicata l'Expo sul tema «Nutrire il pianeta». Quasi umorismo involontario, se quel che si sta inoculando nella pianura padana non fosse un dramma. Il danno d'immagine è assoluto, ma nulla in confronto a quello dell'intero ecosistema, fino alle lande remote del Po.

Nessun vandalismo, no. la parola più appropriata pare "sabotaggio". Qualcuno, con preciso intento assassino, nella notte tra lunedì e martedì ha aperto i rubinetti dell'ex raffineria di Villasanta, ben cosciente di quello che sarebbe accaduto poi. Una piccola Chernobyl chimica, anziché fisica. Sulla zona, si è scoperto, incombe un progetto faraonico di ricostruzione. Milioni di euro per 200 mila metri quadri di edifici, negozi e centri direzionali. C'è un nesso? C'è un messaggio ai progettisti o a qualcun altro? O è solo un caso? Sarà la magistratura a dirlo. Intanto, agli uomini qualunque tocca la missione impossibile di salvare la Natura.